Raimundo rientrò in locanda con giacca e cappello in mano, posando tutto su una sedia per finire di vestirsi prima di uscire. Nel mentre, si avvicinò Emilia.
"Padre, uscite?".
Raimundo alzò lo sguardo mentre si metteva la giacca "Sì, sì, qui hai tutto sotto controllo, vero?".
"Sì, certo, non preoccupatevi. Dove andate di bello?".
"Ehm, credo che farò una passeggiata sino al fiume, poi vedrò di andare a far visita a Venanzio, è da un po' che non lo vedo".
Emilia annuì un paio di volte e poi disse "Bene, vi aspettiamo per cena, allora".
"Beh, in realtà credo che mangerò qualcosa fuori".
Emilia lo guardò stranita "Fuori, dove?".
Raimundo si lasciò sfuggire una risata "Non lo so, magari mangerò a casa di Venanzio, oppure scenderò fino alla locanda dei Prieto".
"Alla locanda dei Prieto? Padre, avete intenzione di ritornare domani mattina a casa?".
Raimundo si mise il capello e guardò sua figlia, sorridendo "Emilia, mi sembra di essere tornato ragazzo, quando dovevo spiegare a mia madre dove stessi andando, con chi e quando sarei ritornato".
Emilia sospirò e rispose "Non è questa la mia intenzione, padre, lo sapete. Mi preoccupo solo per voi".
Raimundo le accarezzò le braccia e disse "Non ti preoccupare, non aspettarmi in piedi, potrei fare tardi, come potrei tornare tra qualche ora, non lo so. Starò bene, di questo posso assicurarti".
Emilia sorrise e gli strinse le mani "Va bene. Ci vediamo stasera".
"Emilia?" Raimundo l'ammonì in modo giocoso.
"E va bene, va bene. Ci vediamo quando ritornerete".
Raimundo ridacchiò e le diede un bacio sulla guancia, uscendo subito dopo.
***
Francisca si trovava in mezzo al salotto, tormentandosi le mani mentre passeggiava per la sala, nervosa. Tristàn e Soledad erano usciti ormai da quasi mezz'ora, tutti in tiro per la festa da ballo, e, appena si erano chiusi alle spalle la porta, lei era corsa in camera per cambiarsi, scendendo subito dopo per avvisare la servitù che avevano la serata libera e che non avrebbe avuto bisogno di loro fino all'indomani.
Poi, era scesa in cucina, prendendo alcuni dessert che aveva discretamente fatto preparare a Rosario il pomeriggio, senza far destare sospetti. Aveva sistemato il tavolinetto dinanzi al divano con i dolci, alcune bevande e aveva acceso alcune candele, creando un'atmosfera calorosa e tranquilla.
Ora, non le rimaneva che aspettare. E quella era la parte più difficile.
Nel silenzio della casa, la sua testa era invasa di pensieri e voci che le instillavano dubbi, insicurezze e pensieri negativi. Come, per esempio, che lui non sarebbe venuto, che forse aveva realizzato che era tutta una follia, che il male che si erano fatti non poteva essere spazzato via come polvere sotto un tappeto.
Francisca sospirò e si passò una mano sulla fronte, prendendo un profondo respiro per cercare di calmarsi. Anche se fosse successo, anche se lui ci avesse ripensato, lasciandola con un pugno di mosche in mano, lei sarebbe andata avanti. Come sempre. Forse con uno degli ultimi pezzi sani del suo cuore martoriato in meno, ma a testa alta e con orgoglio. Perché lei era Francisca Montenegro e non dipendeva da nessuno.
'Sai prenderti in giro davvero bene, Francisca' sentì una di quelle voci nella sua testa risponderle, deridendola. 'Prima cedi sotto le sue carezze e i suoi baci e , poi, non perdi tempo a pensar male di lui. Quando si dice "Ricominciamo da capo"'.
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Come un fulmine a ciel sereno
FanfictionUna piccola fanfiction la cui idea mi è balzata in testa dopo aver visto una scena tra Raimundo e Francisca (questa, nello specifico: https://www.youtube.com/watch?v=U-mi2NO63_A&t=0s&list=FLSMbmMLxbEedLf9nxhvkcUQ&index=10 ). Beh, spero vi piaccia :D