"Klaus e l'energia."

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Camminavo per le strade colme di New York, insieme a Klaus.
Era una bella giornata di sole e nonostante il caldo, c'era un leggero vento che rinfrescava la pelle.
Tutto ad un tratto, la terra iniziò a tremare. Il vento si alzò pungente sul mio viso, era fastidioso al tatto.
Smisi di camminare e tirai vicino a me il mio compagno di viaggio.
Lui è sempre stato calmo, ha sempre camminato al mio fianco da quando ne ho memoria.. Quindi non molto tempo.
"Vieni Klaus" dissi tenendolo stretto a me, però c'era qualcosa di strano in lui. Non sembrava agitato o impaurito, al contrario. Era come se stesse cercando qualcosa o qualcuno.

La terra tremò una seconda volta. Le urla delle persone spaventate intorno a me, mi confondevano, non mi permettevano di capire cosa stesse realmente succedendo.
Klaus avanzò velocemente sulla strada, superando le persone che correvano al riparo. "Klaus fermati!" urlai cercando di tirarlo e di frenare con le gambe.

Davanti a me c'erano macchine bruciate e capovolte, macerie di palazzi e grattacieli colpiti. A pochi metri da me, vidi delle persone combattere con degli essere non del tutto umani.
"Klaus, torniamo indietro" dissi tirandolo verso la direzione opposta, ma le mie gambe cedettero a causa di un'altra piccola scossa della terra ma questa volta non era lei a tremare. Era il grattacielo sopra di me che stava cedendo e stava crollando proprio verso la mia direzione.

"Klaus" urlai il nome del mio lupo artico, il guinzaglio mi scivolò di mano e iniziò a correre lontano da me.
Non avevo le forze di spostarmi lontano dall'edificio. D'istinto alzai le mano sopra la mia testa, come se dovessi proteggermi e chiusi gli occhi.

Una strana energia mi invase dalla colonna vertebrale fino alle mani, sentivo le orecchie tapparsi e la vista bruciare nonostante tenessi le palpebre chiuse.
Mi sentivo stanca, spossata e le mie braccia iniziarono a tremare per la posizione non molto naturale.
Trovai le forze per aprire gli occhi e vidi una strana bolla trasparente, dalle leggere striature blu e viola, incorniciare la mia figura mentre le macerie del grattacielo che stavano crollando, erano posizionate intorno a me.

Sono morta? O è solo un brutto sogno e tra poco mi sveglierò, grazie ai baci di Klaus?
Lo cercai intorno ai detriti, incrociando le braccia stanche sotto al mio seno, e lo vidi correre verso di me abbaiando insieme ad un uomo dall'armatura robotica in volo. Rilassai i muscoli e mi lasciai andare alla terra. Era decisamente un sogno.
"Resta sveglia, ragazzina" disse l'uomo robot con una voce ovattata e meccanica.

Dopo aver aperto gli occhi, osservai con attenzione tutto ciò che mi circondava.
Ero dentro una stanza circondata da vetri, al posto di mura. Nessuna porta. Solo un piccolo cubo di vetro.
Fuori dalla scatola c'era un lungo corridoio e altre piccole celle trasparenti, come la mia.
Sembrava una prigione, ma raffinata.

La testa faceva parecchio male, mi scoppiava e sulla schiena sembrava esserci passato un treno.
In fondo vidi una porta grigio scuro aprirsi e mostrarmi un uomo alto di colore, con una lunga giacca di pelle ed una benda a coprirgli l'occhio sinistro, insieme ad una donna dai capelli rosso fuoco con una tuta scura che fasciava completamente il suo corpo.

La rossa teneva stretto il guinzaglio legato al collo di Klaus. Alla vista del mio compagno, mi alzai in piedi andando contro la parete trasparente.
"Ben svegliata, Nora. Io mi chiamo Nick Fury e lei è l'agente Romanoff. Questo lupo è suo?" disse l'uomo, a qualche metro di distanza dal vetro.
Osservai Klaus e non sembrava affatto spaventato o irritato dalla presenza di due estranei. Strano. Di solito non apprezza le persone sconosciute.
"Cosa volete da me?" chiesi fredda, cercando di non sembrare impaurita dalla situazione. Conoscevano il mio nome e questo, non era sicuramente una cosa positiva.
"Uno dei miei uomini ha visto cosa hai fatto a New York, durante l'attentato" alle parole dell'uomo sgranai gli occhi "Non sono solito incontrare nuovi talenti nelle mie celle di sicurezza, ma vorrei sapere di più su di te".

Mi sforzai di ricordare, ma nulla. Era come se mi avessero svuotato il cervello.
Non era la prima volta che dimenticavo alcuni avvenimenti della mia vita, ma era frustrante non ricordare cosa avessi o non avessi fatto in quel momento.
"Mi dispiace per lei, ma non ricordo nulla" dissi a denti stretti, massaggiandomi le tempie. Il mal di testa stava peggiorando ad ogni mio tentativo di ricordare.

"Allora sarò lieto di rinfrescarle la memoria. Proceda pure, Romanoff" disse lui ed entrambi si allontanarono, di non molto, dalle mura trasparenti.
La donna tirò fuori una pistola argentata dalla fondina della sua cintura e la puntò contro il mio lupo.
I miei pugni finirono con forza sul vetro "Vi prego, non lo fate... Io non ricordo davvero nulla" urlai in preda al panico.
"Ti credo Nora, ma è necessario" mi rispose Fury.

La donna aveva un espressione completamente neutra. Uno sguardo di ghiaccio che metteva i brividi. Molto probabilmente non era la prima volta che manteneva una pistola puntata contro un essere vivente.
Stava per togliere la vita alla ragione per cui sorridevo. Non avevo più nessuno, oltre a Klaus.
Stava per sparare. Lo stava per uccidere.
D'istinto portai le braccia in dietro e con una forza mai provata in vita mia le sbattei sul vetro, rompendolo in minuscoli e milioni di pezzi. I miei occhi si soffermarono in quelli del lupo e un'energia calda mi pervase nelle braccia, e con le mani aperte le puntai verso di lui come per afferrarlo e proteggerlo.

Quello che vidi fu incredibile e impossibile allo stesso tempo.
L'agente aveva premuto il grilletto ma il proiettile non aveva tolto la vita a Klaus, perché era protetto da uno scudo quasi invisibile se non fosse per le sfumature olografiche.

Caddi sulle mie ginocchia, stanca e stremata, e il lupo corse tra le mie braccia, annullando la bolla protettiva che avevo creato intorno a lui.
"Non volevo che tu ricordassi. Volevo che tu mi mostrassi cosa sapevi fare. Benvenuta nello S.H.I.E.L.D. Nora Davies" disse lui con un sorriso soddisfatto, offrendomi la sua mano per alzarmi da terra o come segno di scuse.

 Nora Davies" disse lui con un sorriso soddisfatto, offrendomi la sua mano per alzarmi da terra o come segno di scuse

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SPOILER CAPITOLO 2
"Capitano non si discute! Voglio che alleni la ragazza. Solo in questo modo, potrò tornare a fidarmi di lui." disse Fury con tono molto serio.
Di chi diamine stanno parlando?
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Ecco il primo capitolo di Magnetic.
Era da molti mesi che volevo scrivere qualcosa di diverso dalle mie ultime storie. Beh, eccolo qui.
I capitoli usciranno una o due volte alla settimana, sempre di venerdì e domenica.
Spero sia di vostro gradimento.
Un bacio, Neve.




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