"Missioni e amazzoni."

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Avevo assistito al ritrovamento del mio corpo, dall'Olimpo.
La disperazione e il dolore che provavano i miei compagni era come ricevere diverse pugnalate sulla schiena.
Tony cullava il mio corpo fra le sue braccia, nel totale silenzio, mentre Steve teneva a bada la furia di Bucky. Thor era corso alla ricerca disperata del fratello. Sono sicura che non crederà ad una sola parola di Loki, nonostante la sua innocenza. Lui era rimasto lì con me fino all'arrivo della mia famiglia, poi era scomparso. Come biasimarlo.

Non ero riuscita a guardare il mio funerale. Era troppo per me.
Non potevo più tornare laggiù, nemmeno per un saluto veloce. Avevo scelto la mia vita per la loro ed era giusto così.
Mi convincevo di questo... avevo scelto la strada più semplice, forse si... forse no.

"Lea, c'è il padre di tutti gli Dei che vuole incontrarti. È venuto sull'Olimpo per comunicarti una cosa importante." disse il messaggero degli Dei, apparendo di fronte a me dal nulla.
"Grazie mille" risposi sorridendo e andando in sella a Pegaso, il maestoso cavallo alato bianco che apparteneva a Ercole.
Volare in mezzo alle nuvole in sella di un animale mitologico? Era come vivere in una storia fantastica dei fratelli Grimm.

Volare in mezzo alle nuvole in sella di un animale mitologico? Era come vivere in una storia fantastica dei fratelli Grimm

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Vidi la figura di mia madre e di Odino, cosi atterrai sul suolo fatto di nuvole.
"Lea, che meravigliosa creatura che sei diventata" disse lui abbracciandomi, non appena scesi da Pegaso. "Hermes mi ha comunicato di una notizia importante..." dissi io.
Le sue mani aprirono, tra le nuvole, le immagini della notta in cui mi tolsi la vita.
"Hai salvato il pianeta Terra e hai pagato il caro prezzo di perdere la tua famiglia terrena. Mio figlio, il futuro re, è a conoscenza del tuo sacrificio e ha lasciato andare Loki... ma c'è un problema." disse e l'immagine davanti ai miei occhi ritraeva lo scettro di Loki.

"Lo scettro non ha avuto alcun potere su di te e, sfortunatamente, il suo contenuto è disperso sul pianeta terra. Per giunta, la tua presenza nel mondo umano è necessaria." continuò e le immagini si volatilizzarono.
"Questo significa che posso tornare da loro?" chiesi con una punta di felicità, "Si tesoro mio... ma quel giorno non è oggi" mi rispose mia madre sorridendomi. Come non oggi? Aggrottai la fronte non capendo le sue parole.
"Che significa non oggi?" chiesi "Non è quella gemma che ci preoccupa, Lea. Sono le sei gemme dell'infinito. Minuscole e ovali pietre di colori diversi, che se messe nelle mani sbagliate possono recare dei danni irreparabili... all'intero universo." rispose Odino mostrandomi i vari colori di quelle pietre.
"Ognuna di loro ha un potere immenso... quella gialla dona al possessore la capacità di controllare le menti di qualsiasi essere vivente... purtroppo non siamo al corrente di chi, al momento, abbia la gemma della mente." continuò Odino.
Ero convinta fosse azzurra... forse era solo il fascio di luce che me l'ha fatto credere. "Cosa c'entro io in tutto ciò?" domandai curiosa e sempre più confusa dalla situazione "Non sei pronta Lea... la posta in gioco è alta tesoro, non è come quando hai affrontato le tue piccole missioni con gli Avengers. Faremo in modo di addestrarti nei migliori dei modi, di far sì che le tue potenzialità e i tuoi poteri crescano sempre di più. So quanto è importante per te tornare lì e vorrei tanto esaudire il tuo desiderio, ma ora come ora sarebbe una distrazione dal vero obiettivo. Trovare le gemme e distruggerle." mi spiegò mia madre. Annuii capendo il punto della situazione.

Volevo davvero tornare a casa, abbracciare Tony e coccolare Klaus, allenarmi con Nat e ridere con Steve per i suoi modi signorili. Stare tra le braccia di Bucky e rimanerci per sempre.
Avevo scelto di rinunciare alla mia felicità con loro per proteggerli, ma alla fine il problema ci sarebbe stato a prescindere dalla mia scelta.
"Quando potrò tornare?" andai al dunque della conversazione. I due si guardarono e vidi gli occhi di mia madre tristi ma speranzosi, "Tornerai sulla terra quando chiunque avrà tutte le gemme al completo, le utilizzerà... non conosco le sue intenzioni tanto meno la sua identità, ma non promette nulla di buono Lea. Purtroppo al momento non possiamo fare nulla. Confido nei tuoi amici e in mio figlio Thor. Sono sicuro che troveranno una soluzione. Per ora è tutto. Spero di dover tornare qui da te, a comunicarti buone notizie al riguardo." disse Odino e poi ci salutò, sparendo tra le nuvole.

Spero con tutto il cuore che loro trovino un modo per fermare tutto questo.
Cosa potrebbe fare con quelle gemme? Quali e quanti danni possono recare all'universo?
Con la testa piena di informazioni nuove e speranze chiuse nel cuore, salì sul mio destriero alato e cominciai la mia missione.
L'addestramento avanzato sull'Olimpo. In attesa di buone notizie.

Cinque anni dopo.

Era il giorno della mia incoronazione come Amazzone, guerriera dell'olimpo. Dopo un duro e faticoso addestramento con Ippolita, regina delle Amazzoni, e combattimenti corpo a corpo con Ercole, mio fedele compagno, avevo raggiunto il mio obiettivo.
Avevo la fortuna di possedere dei poteri che potevano alterare i combattimenti, soprattutto utilizzando la telecinesi, ma usare le armi antiche ed il proprio corpo sul campo di battaglia era un jolly che mi poteva servire per qualsiasi occasione.

Odino non era più tornato a portarmi notizie e informazioni riguardo alla mia missione. Era morto. Sapevo della breve permanenza di Thor e Loki ad Asgard, per dei problemi con il regno e con il legittimo sovrano. Nulla di più.

Ippolita sosteneva che io non sarei mai stata un'Amazzone come lei e le sue figlie, e che questo non era affatto un male ma tutto il contrario. Nonostante la fatica e le varie ferite subite durante gli allenamenti con le amazzoni e con Ercole, io avevo qualcosa in più di tutte. L'amore verso l'umano.
Loro vedevano l'uomo come una minaccia, motivo per il quale si riproducevano solo durante la primavera e se nasceva maschio erano costrette ad ucciderlo. Mia madre mi raccontò di come Ippolita e lei si misero ad addestrare le amazzoni per infondere la pace e non la guerra, e che l'umano può amare e può essere amato. Per loro, io sono la dimostrazione.

"Ricordati chi sei" mi diceva sempre Ercole, quando mi buttava a terra facendomi perdere. Parole che divennero il mio mantra.

Durante i festeggiamenti, dove tutti eravamo sereni e felici, Hermes arrivò a palazzo.
"Porto delle cattive notizie!" disse agitato e con l'affanno. Lo feci continuare con la paura che si leggeva sul mio volto.

"L'umanità è stata dimezzata. Il potente Thanos ha riunito le gemme dell'infinito." disse e le persone intorno a noi, che fino a pochi secondi prima sorridevano, si agitarono parecchio. Come biasimarli.
Guardai mia madre e Ippolita al mio fianco. Sparì la serenità sul volto di Atena, facendo comparire della preoccupazione.
"È giunto il momento Lea. È ora di tornare a casa." mi disse con le lacrime agli occhi. 

~~~~~~~~~~SPOILER CAPITOLO 14:Niente era più come prima

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SPOILER CAPITOLO 14:
Niente era più come prima.
Niente e nessuno.
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