Olimpia era tra le città preferite di Sohwa. Amava la bellezza travolgente che quella città possedeva. Le piaceva come anche dal punto più alto potesse ammirare il mare e il suo tramonto all'orizzonte. Amava stare nei dintorni del tempio dedicato ad Apollo, di come le colonne che precedevano l'entrata fossero circondate dai fiori rosa e viola degli alberi adiacenti durante la primavera, e tutto intorno fosse colorato dai vari colori della natura.
Quello che non sapeva però, era che Olimpia fosse anche la città preferita di un certo esuberante ed attraente moretto, che al momento, la stava guardando a metà del viale in terriccio che conduceva al tempio con occhi innamorati e un leggero e insolito sorriso timido ad increspargli le labbra. Il Dio della guerra amava Olimpia per la sua immensa bellezza, per la sua tranquillità e come per la Dea, proprio per quel caratteristico dipinto dalle sfumature arancioni, rosa e rosse che componeva il suo tramonto. I suoi abitanti raccontavano che quando il cielo e il mare si toccavano all'orizzonte, si aprisse la porta verso il mondo degli Dei, vantandosi del fatto che quella fosse l'unico accesso esistente nel mondo. Uno spettacolo che non tutti potevano permettersi di ammirare.
In quel momento Sohwa era l'ennesima estrema bellezza di quella città: I capelli rosa raccolti in una semplice treccia laterale mentre dei ciuffi ribelli le incorinciavano il viso, mossi appena da una leggera brezza. I lineamenti seri ma rilassati illuminati dalla luce di quel tramonto particolarmente rosa.
Più la guardava e più era convinto che dovesse essere sua, anche a costo di morire, Sohwa sarebbe stata sua.
Si avvicinò a lei cercando di fare il meno rumore possibile, non voleva spaventarla e voleva esser notato il più tardi possibile. Il giusto per continuare a bearsi di quella vista finché ne avesse avuto l'occasione. Ma contro ogni suo piano, non arrivò nemmeno alla fine del vialetto che la Dea spostò lo sguardo sulla sua figura. I loro occhi si scontrarono spalancandosi appena per la sorpresa: Jungkoon per esser stato beccato e Sohwa per aver visto il ragazzo ormai a pochi metri di distanza, i capelli mossi e leggermente arruffati dal vento divisi in due morbidi ciuffi, che gli arrivavano fino agli occhi ormai troppo lunghi, ma che gli donavano un aspetto più maturo e attraente. Un leggero sorriso gli schiudeva le labbra.
< Come mai tutta sola soletta? > le chiese allora il Dio della guerra, accennando un sorriso sghembo.
< Potrei farti la stessa domanda > quello della Dea fu decisamente più dolce seppur colorato da una punta di divertimento.
< Niente, semplicemente volevo godermi da solo una certa bellezza >
< Spero tu stia parlando del tramonto > il tono divertito e un sopracciglio alzato.
Un'espressione maliziosa si dipinse sui tratti di Jungkook orami vicino, le si fermò al suo fianco: < Mmh in realtà sto ancora decidendo >, arriccio il naso con un piccolo sorriso. In tutta risposta la Dea assottigliò lo sguardo, una piccola risata le stava nascendo, mal trattenuta, al suo interno quasi inutilmente. Spostò lo sguardo da quello del moro increspano appena le labbra.
Scioccò la lingua, è proprio un cretino sapeva benissimo che la stava prendendo in giro, ma in fin dei conti Jungkook non le dispiaceva; soprattutto quando il suo lato sicuro e seducente, con quella nota maliziosa assopiva quello timido e impacciato che aveva avuto con lei all'inizio e che ancora adesso, a volte, prende il sopravento.
< Spero che tu ti decida in fretta allora >
< Perché? Cambierebbe qualcosa? > chiese, il torno morbido ma deciso di quella domande fece riportare lo sguardo della Dae su quello scuro, baciato dalle calde tonalità dell'arancione del tramonto.
< Non lo so, dipende da te, Jungkook >
Restarono a guardarsi per quello che poteva sembrare un tempo indefinito. Il primo a fare la prima mossa fu proprio Jungkook, che aveva mancato quella risposta soppesando le parole della Dea; probabilmente aveva ragione, e se sarebbe dipeso da lui allora beh...
STAI LEGGENDO
I Fiori Dell'Olimpo
Fiksi PenggemarTutti credevano che il mondo degli Dei fosse formato da giardini meravigliosi circondati da fiori rari, cascate e laghi cristallini in cui specchiarsi, nuvole spumeggianti che cambiavano colore a seconda del periodo della giornata dove poter sonnecc...