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Jungkook's  p.o.v.
Era assurdo il comportamento di Jimin, e non capivo cosa gli stesse succedendo.
Continuava ad istigarmi nel portarlo a letto, non accontendandosi di una sola volta. Non potevo nemmeno rifiutarmi che scoppiava a piangere o ad urlare dicendo che io non lo amassi e robe simili.
Non potevo nemmeno ignorarlo nei messaggi, o a casa avrebbe fatto succedere la terza guerra mondiale.
Ogni giorno mi trovo con un erezione fra le gambe, a causa delle sue foto spinte, che il più delle volte non posso soddisfare essendo impegnato con un sacco di documenti.
Per non parlare dei miei colleghi che non smettono di parlare, facendomi incazzare maggiormente.

Mi allontanai dalla mia scrivania, massaggiandomi le tebbie e chiudendo gli occhi. Non ne potevo più di stare difronte al computer, quasi preferirei tornare ad aiutarli come modello.
Sì, c'è un ragazzino che si lamenta volendo entrare dicendo che il suo uomo è qui dentro.
Ascoltai la frase del mio collega e spalancai gli occhi. Non poteva essere venuto sul serio.
C'è qualcuno gay qui?
Si aggiunse un altro idiota alla conversazione e sospirai.
A quanto pare. Ma se tu vedessi quel ragazzo un pensierino te lo faresti. Ha delle labbra perfette per fare pompini.

Presi velocemente il telefono, andando nella chat di Jimin.

Sono qui Jungkookie~

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Sono qui Jungkookie~.

Merda.》 mi alzai dalla mia sedia, attirando l'attenzione delle persone lì presenti. Camminai spedito verso l'entrata e mi congelai quando vidi il mio ragazzo a braccia incrociate, con le guance gonfie e il piede che sbatteva ripetutamente sul suolo.
Camminai verso di lui e lo chiamai, attirando la sua attenzione. Appena mi vide sorrise, spinse la sicurezza e scavalcò le transenne di controllo, correndomi in contro. Mi saltò addosso, avvolgendomi le gambe attorno ai miei fianchi.
Perché ci hai messo tanto?》 notai che i suoi occhi erano lucidi.
Avvolsi le braccia attorno ai suoi fianchi così da non farlo cadere e sospirai.
Scusami piccolo, non pensavo che venissi seriamente e avevo del lavoro da completare.
Jimin si imbronciò di nuovo e scese da me, dandomi un pugno sul petto.
Sei un cattivo ragazzo.
Si girò verso la guardia e dopo avergli fatto la linguaccia si allontanò da me, camminando verso gli uffici saltellando.
Mi scusai con la sicurezza e gli andai dietro.
Si guardava attorno sorridendo, sembrava ancora più un bimbo.
Corse verso la mia scrivania e si sedette sulla sedia, girando attorno a se stesso.
Che ci fa il ragazzino sulla sedia di Jeon?》 affrettai il passo nel vedere Seunghyn vicino a Jimin.
Non posso stare seduto sul posto del mio ragazzo?》 la risposta fece ridere il mio collega.
Quindi Jeon è il gay?
Poggiai la mano sulla sedia, facendo voltare Jimin che mi guardò leggermente confuso.
Qualche problema?》 avevo sentito la conversazione, ma non volevo che continuasse.
Seunghyun mi guardò senza dire nulla, e dopo aver fatto l'occhiolino al mio ragazzo si allontanò.
Jimin si alzò dalla mia sedia e abbassò lo sguardo.
Non volevo metterti nei guai...
Sospirai e scossi la testa, sedendomi successivamente sulla sedia.
Non mi hai messo nei guai, avranno solo qualcosa su cui parlare per tutta la settimana.
Si sedette sulle mie gambe e avvolse le braccia attorno al mio collo.
Mi piace far parlare di me.》 dondolò le gambe, non riuscendo a toccare terra.
A me no.》 dissi serio, guardandolo.
Abbasso immediatamente lo sguardo.
Non riusciva a tenere lo sguardo alto quando io ero arrabbiato.
Smettila di picchiami con lo sguardo...》 la sua voce era quasi tremante.
Non ti sto picch- aish Jimin, dovrei lavorare.
Mi avvicinai alla scrivania, tenendo ancora il ragazzo fra le gambe.
Posso farti quindi il pompino?》 sussurrò al mio orecchio, mordicchiandolo leggermente. Mosse il suo fondoschiena sul mio basso ventre.《È ancora un po' duro.
Trattenni vari ansimi nel sentirlo muoversi.
Scoperemo, ma ad una condizione.- lo vidi attento ad ascoltarmi. -Farai varie sedute dallo psicologo.
Strinse le sue manine sulla mia camicia e annuì piano.
Dovevo capire cosa gli stava succedendo.

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