74.

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Come dettogli, prenotai una visita di prova da uno psicologo per Jimin. Cercai il migliore, o almeno mi fidai delle recensioni dei vari pazienti. Mi vidi qualche giorno prima con lui, spiegandogli bene o male la situazione. Mi disse che il più delle volte colpiva la donna questo comportamento, e che Jimin era come se fosse una cosa nuova.

Voglio rimanere a casa, Jungkookie.. non voglio vederlo..》 singhiozzò abbracciandomi. Sospirai frustrato. Sembrava un bambino che non voleva andare all'asilo.
Jimin, è solo mezz'ora oggi. E poi io sarò fuori dalla stanza, se succede qualcosa puoi chiamarmi.》 cercai di rassicurarlo.
Lo vidi accennare un sì con la testa. Mi prese la mano e rimase a guardarmi, aspettando che lo portassi fuori.
Rimasi qualche secondo a guardarlo, entrando un una sorta di trance. Non riesco a capire il motivo del comportamento di Jimin. Prima non ci comportava così. Ora è molto più infantile, senza nessun vero motivo di fondo.. o almeno penso.

Portai una mano sul viso. Jimin sarebbe uscito da un momento all'altro, e finalmente sarebbe potuto tornare a casa.
Un pianto. Quello di Jimin.
Mi alzai di scatto, entrando velocemente nella stanza. Il mio ragazzo era seduto sulla poltroncina, con gli occhi chiusi e le guance bagnate.
Gli ho chiesto cosa avrebbe fatto se vi lasciaste, ed è scoppiato a piangere.》 disse l'uomo dai capelli grigi.
Mi avvicinai al ragazzo e gli presi le mani.
Sono qui, amore mio. Va tutto bene.
Smise di piangere e tirò su col naso.
Mi faceva male vederlo con le lacrime agli occhi, ma non poteva di certo comportarsi così.
Gli presi la mano e mi scusai con lo psicologo, portando Jimin fuori da lì.
A casa ci sarebbe stata una lunga discussione.

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