Capitolo 6

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Jungkook's p.o.v.

Dopo aver accettato le scuse di jimin andai subito in bagno per pulirmi e con me anche Tae. Stavo sudando a freddo credendo che avesse rivelato tutto. Avevo lo sguardo abbastanza agitato, non ero mai stato in situazioni del genere e la paura non mancava. Tae stava ridendo da morire a quella scena e non ha smesso neanche quando siamo entrati nel bagno.

"Tae basta!"  "Non ci riesco, è troppo divertente!"mi rispose                                                                            "Credeva che volessi fargli del male! Chissà quanta paura ha avuto"dissi mentre cercavo di togliermi lo zucchero di dosso.  "Era solo un po' agitato, e poi tu volevi solo parlargli quindi non devi sentirti del tutto in colpa."   "Hai ragione." Continuai a pulirmi del tutto con Tae che mi puliva il grembiule e uscimmo.

Continuammo a lavorare fino a quando jimin, un po' timoroso, mi si avvicinò: "Ehi" disse insicuro come se stessi per mangiarlo   "Ehi" risposi senza guardarlo                                                             Fece un gran gran respiro e continuò: "Mi dispiace per prima, sono stato troppo avventato"  "Non ti preoccupare" dissi alzando lo sguardo verso di lui cercando di sorridere.

Ad un tratto jin gli diede una leggera gomitata sulla schiena come per avvertirlo. Jimin si girò di scatto sbuffando per poi guardare me.  "Stasera c'è una festa a casa mia... ed è aperta anche a te e il tuo amico."  Io guardai Tae che era dall'altra parte della stanza ma aveva comunque sentito tutto, lui annuì leggermente  "Va bene ci saremo"  "Alle 21 in punto mi raccomando"  annuii per poi andare da Taehyung, lasciammo il locale e tornammo a casa. 

Lo hyung non era ancora tornato così lo aspettammo. "Tae secondo te sospetta qualcosa?"  "Può darsi ma se non ha detto niente oggi dubito lo farà"  "Lo spero. Non voglio cambiare ancora città"  "Neanche io lo voglio ma prima o poi accadrà di nuovo che lo vogliamo o no"  "A volte vorrei condurre una vita normale, andare a pranzo come le persone normali, uscire come delle persone normali, Vivere come persone normali."  Tae aveva abbassato lo sguardo troppo stanco per guardarmi e con un filo di voce disse "Maledetto quel giorno..."  poi lo urlò, forte, sempre più forte fino a che non lo abbracciai per calmarlo. Ci meritavamo davvero tutto questo?






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