Capitolo 4

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Jungkook p.o.v

  Dopo aver dato la bella notizia a Yoongi-hyung  passammo tutta la notte in cerca di cibo per festeggiare. Con il venticello notturno che ci sfiorava i capelli saltammo da una casa all'altra il più velocemente possibile. Quella notte non avevamo voglia di riposare per il primo giorno di lavoro, no , volevamo goderci quel momento di libertà che non sarebbe ritornato così presto. Di solito andavamo in cerca di roditori, animaletti o derubavamo direttamente delle sacche di sangue da un ospedale per non dare troppi sospetti vivendo in una grande città, ma a volte andavamo anche in cerca di carne umana, quando la voglia era irrefrenabile e irresistibile e con gli anni diventammo sempre più esperti nel nascondere i cadaveri e ripulirci dalle prove.                 Mentre stavamo appostati sul tetto di un edificio abbandonato nella parte malfamata della città, sentimmo delle risate a qualche centinaio di metri lontano da noi così ci catapultammo a vedere ed erano due uomini ubriachi che uscivano da un vicolo mentre barcollavano sul marciapiede tra le risate e le bottiglie di soju. Io e Tae ci guardammo con sguardo complice prima di attaccare quei due uomini innocenti e magari anche con una famiglia. La nostra sete era implacabile e li ripulimmo fino all'ultimo globulo rimanente senza la minima pietà. Dopo aver finito li seppellimmo in una piccola vallata non lontana dal cimitero e tornammo a casa in silenzio. Di solito quando il nostro lato da assassini ci assaliva cercavamo sempre di far soffrire il meno possibile la vittima e dargli una sepoltura adeguata ricordandoci che anche noi eravamo umani un tempo e abbiamo sofferto.

 Il giorno seguente ci alzammo di buon ora e ci preparammo per i nostro primo giorno di lavoro. Ero nervoso e volevo fare bella figura come anche Taehyung. Ci incamminammo a piedi perché la macchina l'aveva presa lo hyung per lavoro. Appena arrivati ci ha accolti una ragazza, la vice probabilmente, per darci le divise, spigarci le regole e affidarci dei compiti temporanei con l'assistenza degli altri. Il locale era ancora chiuso alla clientela così iniziammo ad aiutare nel preparare tutto per l'apertura.

Ci presentammo agli altri dipendenti con un inchino formale e così fecero loro. Uno dei dipendenti si chiamava Kim Seokjin, era uno studente universitario all'ultimo anno che si arrangiava con questo lavoro part-time. Era molto simpatico e sempre pronto ad aiutarci perché eravamo negati a fare quasi tutto! Sembrava un maestro quando ci spiegava come fare qualcosa, e noi i suoi allievi.  

 Io e Tae avevamo appena finito di pulire i tavoli quando entrarono altri dipendenti e notai un viso molto famigliare che non avrei voluto rivedere così presto.  "Buongiorno Jimin, alla buon ora!" disse la vice con le mani sui fianchi e un sorriso canzoniero    "Mi scusi il ritardo, mi metto subito a lavoro nona" disse il ragazzo mentre si inchinava leggermente sorridendo.                            Appena alzò lo sguardo il suo sorriso scomparve spalancando gli occhi e andando a passo veloce nello sgabuzzino per prendere il grembiule. Ho provato a salutarlo come tutti gli altri ma lui mi ignorò spudoratamente. Si vedeva che stava sudando a freddo e non voleva dare nell'occhio, l'aveva notato anche Tae che subito disse: "Che succede?"  io lo guardai rispondendo con un ^Te lo dirò più tardi^ e continuando il mio lavoro.  Anch'io ero un po' teso , e se avesse detto a tutti che non ero umano mi avrebbero cacciato, consegnato alla polizia, in un ospedale psichiatrico o addirittura in un laboratorio per dissezionarmi! Non potevo assolutamente ignorare la cosa.  

Per tutto il tempo mi evitava come la peste, fino a quando non lo sentii di nascosto parlare con la vicedirettrice:   " Jimin avevamo bisogno di personale e tu lo sai"   "Si ma-"    " Niente ma!Sono due ragazzi alti e affascinanti che potrebbero anche aiutarci con le vendite"     "Ed io? Anche io sono affascinante!"    "Si ma tu lavori prevalentemente in cucina"    "Allora spostami al bancone"     "Jimin, tu sei negato al bancone! Ti ricordi l'ultima volta?"    "Allora migliorerò!"      "Non insistere più, ormai il capo ha deciso e quello che dice lui è legge. Ora vai a lavorare e non pensarci più" conclusero.

Appena finimmo il turno, andammo anche noi in pausa pranzo. Eravamo usciti sul retro per prendere un po' d'aria quando Tae si gira verso di me: "Allora?"   Io lo guardo con sguardo interrogativo "Cosa?"    "Quel ragazzo! Perché ti ha guardato in quel modo stamattina?"            Non credevo se lo ricordasse, ma lo ha fatto e voleva anche spiegazioni.                                                          "Ricordi qualche sera fa quando siamo andati in quel locale a luci rosse?"     "Si, perché? Che hai fatto?"     "Ero in preda dalla noia e anche dalla fame così seguii quel ragazzo nei bagni, ma quando mi trovai di fronte a lui, vicino al suo collo, non ce l'ho fatta; non riuscivo a fargli del male per puro divertimento come fai tu o gli altri della nostra specie e sono corso via traumatizzando quel povero ragazzo. Mi vergogno così tanto! Ora ho paura che riveli tutto a qualcuno e che ci separino! " abbassai la testa aspettandomi un rimprovero, uno schiaffo, o semplicemente uno sguardo disgustato ma non fece niente. Mi prese le mani e guardandomi negli occhi disse: "Jungkook, guardami! Hai agito in modo impulsivo ma non è troppo tardi. Prova a parlare con lui e magari farci amicizia, non credo sia una persona brutta come dici"  A volte mi sorprendeva quel ragazzo, sapeva essere irresponsabile e saggio nello stesso tempo.      Decisi di seguire il consiglio, magari non era neanche così male.





















     

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