San Valentino.

2.5K 131 10
                                    

Da quando aveva aperto gli occhi, Martino aveva iniziato a sbuffare. Si sentiva un idiota e la ragione era semplice: era il 14 Febbraio e lui aveva l'ansia. Si può essere più idioti di così? Aveva l'ansia per San Valentino e quel pensiero lo infastidiva. Come aveva fatto a ridursi in quel modo? La risposta risiedeva nel paio d'occhi che lo avevano fatto innamorare qualche mese prima e in quel sorriso che lo ipnotizzava. Niccolò meritava praticamente qualsiasi cosa bella al mondo e spesso Martino si sentiva di non fare abbastanza: così era accaduto per quella festività. Aveva ragionato giorno e notte su cosa poter regalare al ragazzo, per stupirlo e dimostrargli il suo amore ma tutto sembrava essere non abbastanza.
Così era arrivato a svegliarsi quel maledetto giovedì in preda all'ansia.
"Io, Elia e Luchino ci spariamo 'na bella pizza e facciamo un torneo di FIFA stasera." Affermò Giovanni, battendo la mano sulla spalla di Martino, come per provare a distrarlo dai pensieri che sembravano uscirgli dalle orecchie. "Voi che fate?" Chiese curioso. Martino alzò le spalle. "Ma non lo so zi', Nico è stato un po' evasivo...magari passo pel coglione io col regalo che gli ho fatto." Rispose dunque formando una ruga di perplessità sulla fronte. Giovanni sorrise appena, nel tentativo di infondere sicurezza all'amico ma fu interrotto da Luchino. "A' Martì male che te vada scopi... sempre meglio de noi tre che facciamo gli stronzi a casa de Garau."
"Chi so gli stronzi?" Chiese Niccolò raggiungendo i ragazzi in cortile. Si sporse per posare un bacio sulla tempia al suo fidanzato e lo strinse leggermente, tenendolo per il fianco.
"Noi che non semo fidanzati, Fares..." Disse Elia facendo spuntare un ghigno sul volto di Niccolò.
"A proposito" Disse allora, girando tra le sue braccia il corpo di Martino per guardarlo negli occhi. "Pensavo che potremmo stare da me, dal momento che ci sarà in giro un sacco di gente ed i locali saranno pieni fino a fuori..." Propose facendo l'occhiolino al ragazzo e schioccandogli un bacio a fior di labbra.
Martino annuì sorridendo. "Nove da te?" Chiese prima di riprendere a baciarlo nonostante i fischi goliardici dei suoi amici in sottofondo.

Fu stupore. Ecco quello che provò Martino entrando in camera di Niccolò. Stupore.
Stringeva ancora il pacchetto per il suo fidanzato tra le mani, mentre quest'ultimo lo scrutava attentamente alla ricerca di una reazione.
"Ho provato a riprodurre una serata perfetta!" Disse allargando le braccia in direzione del suo letto ricoperto da sgargianti coperte verdi. "È tutto verde perché è il tuo colore preferito. Quello che vedi sui vassoi sono tutti i tuoi piatti preferiti...carbonara, pizza diavola, patatine fritte e..."
"Nicco..." cercò di interromperlo. "No, tranquillo ho ordinato tutto, non ho cucinato io." Disse sorridendogli. "Qui ci sono pop corn e caramelle per il film che ovviamente è il Signore degli Anelli. Come piace a te." Sorrise ancora, felice per lo sguardo incredulo di Martino. "In frigo c'è una melensissima torta a forma di cuore, rigorosamente sette veli." Continuò, bloccandosi solo per accogliere le labbra impetuose dell'altro che -finalmente- lo travolgevano.
"Hai fatto tutto questo per me?" Commentò ancora incredulo Martino, salendo sul letto di Niccolò, trascinandoselo dietro per un braccio.
Niccolò annuì semplicemente, come se fosse qualcosa di naturale, ovvio.
Martino continuava a guardarsi attorno, ancora sorpreso e senza parole.
"Cioè...hai preso cibo per un esercito." Disse mentre notava la quantità industriale di piatti poggiati sui vassoi, al bordo del letto.
Niccolò fece spallucce, lasciandogli un bacio leggero sul naso. "Volevo avessi tutto. Possiamo assaggiare tutto."
"Tu sei praticamente..." Cercò le parole il più piccolo, senza trovare quella più adatta al suo fidanzato ed a quel momento. "Sorprendente? Dolce? Patetico?" Disse strofinando il naso sul collo del fidanzato. "Sei esattamente come vorrei che tu fossi." Rispose guardandolo negli occhi per fargli comprendere a pieno ciò che stava dicendo. Niccolò sorrise con gli occhi, mentre lo accarezzava. Sembrava necessario dilatare il tempo in quel preciso istante e vivere quel momento per sempre.
"Ho un'ultima cosa per te." Sussurrò sul suo orecchio, prima di sporgersi sul comodino e recuperare un piccolo astuccio in cuoio. "Ancora?" Disse disperato il rosso. "Adesso il mio regalo sembrerà una colossale cagata." Continuò sbuffando.
Aprì il pacchetto chiuso con cautela, tirando fuori un bracciale intrecciato, di filo rosso.
"Sai già a cosa mi riferisco. Ne ho ricavato due bracciali identici. Mi sembrava carino." Disse appena sulle sue labbra, lasciando piccoli baci ovunque capitasse a tiro.
"Ecco...ora ti do il mio, scusa se non è proprio all'altezza. Okay? Non è che ti amo meno ma...solo che hai come fidanzato uno con idee di merda." Anticipò porgendo il pacco al suo fidanzato che lo guardava curioso.
Niccolò ruppe la carta in un attimo e si trovò tra le mani uno sketch book. Su ogni pagina c'era scritta qualche riga a mano, a matita.
"Tu...mi hai regalato un libro." Disse incredulo con gli occhi leggermente lucidi. "Hai scritto le parole e...hai lasciato a me lo spazio per le illustrazioni." Continuò ancora, con lo sguardo incredulo, come se tra le mani avesse un preziosissimo tesoro.
"Siamo noi. Insomma...ho scritto una delle nostre avventure? Sembra idiota ma..." Provò Martino ma fu interrotto. "Amore è la cosa più bella che abbia mai ricevuto." Sentenziò con lo sguardo che parlava da sé. Si gettò tra le braccia del suo fidanzato e lo strinse fino a fargli perdere il respiro. "Sappi che ne voglio uno ad ogni festa. Voglio riempire la stanza con i nostri libri: le tue storie, i miei disegni..."
"Il nostro amore..."
"Il nostro amore."

Il silenzio era disturbato solo dal battere dei loro cuori.
I piatti poggiati ovunque, la tv bloccata in una scena qualunque del film, i popcorn sul tappeto.
"Vorrei che mi disegnassi il mio prossimo tatuaggio." Disse Martino.
"Che vuoi tatuarti?"
"A me piacerebbe una giraffa. Magari con due idioti che ci montano sù."
"Dici davvero?"
"Disegnala per me."

Giusto qualche parola perché quando si ama, si diventa stupidi. Ed oggi mi sento stupida.

Life bites. RAMES|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora