Risoluzioni- Parte 2

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Pokemon Master

Autore: Ace Sanchez
Tradotto dall'inglese da Erika per il sito Erika's Fanfiction Page
Tutte le parti di questa storia possono essere trovate in lingua originale al seguente indirizzo: http://www.users.bigpond.net.au/acey/pokemon.htm

Avvertenza: Questa non è una fanfiction sui Pokemon standard. Contiene scene di violenza e linguaggio improprio.
Nota:Pokemon e i personaggi ad esso associati sono proprietà della Nintendo,Game Freak, Creatures Inc, e 4Kids Productions.

Parte 13 - Risoluzioni - seconda parte

"No, non ti credo!" rispose lui con rabbia, mentre cadeva in ginocchio davanti a Misty. "Non ho mai fatto niente per farti del male, Misty." Le prese le mani fredde. "Io non farei mai-"

Oscurità. Nero. Ombre.

D'improvviso lui sgranò gli occhi e si ritrovò immerso in un mare nero e vacuo. Sentendosi profondamente confuso, si fissò le mani, ora vuote, poi alzò gli occhi. Sembrava che si fosse svegliato in un posto dove c'era solo la notte - con gli occhi non vedeva niente intorno a lui. Nulla se non un freddo etereo che stava lentamente entrando nelle sua pelle, fino alle ossa.

Dov'era lei? Si fermò e si guardò di nuovo intorno. Forse una domanda migliore era, dove si trovava lui?

La risata sinistra e infantile di qualcuno echeggiò dietro di lui e Ash si girò di scatto, preso di sorpresa da quel suono.

Nulla. Solo l'orizzonte nero.

La risata echeggiò ancora e lui girò di nuovo la testa, nella direzione in cui stava guardando prima. Questa volta la vide. In lontananza, una bimba piccola e carina con capelli rossi annodati ai lati della testa, con indosso un vestito giallo, stava sparendo nell'oscurità. Non doveva avere più di cinque anni.

E gli pareva di conoscerla.

"Misty?" esclamò, estremamente sorpreso. Sembra lei ... o almeno, una sua versione molto più giovane.

La ragazzina si fermò e lo guardò con grossi occhi blu. Le sue pupille si dilatarono nel vederlo. Si affrettò ad alzare la gonna quel tanto che bastava per correre via.

"Misty, aspetta!" Non capiva nulla, ma aveva sperato di poter ricevere una qualche risposta. Dopo essersi aggiustato sulle spalle il mantello e lo zaino, cominciò a inseguirla.

Mentre correva, si chiese senza troppo pensarci in che posto si trovava. Era strano. Anche se non si distingueva assolutamente alcun contorno nell'oscurità, e l'ambiente non era che un nulla sterminato, riusciva a correre come se stesse su un pavimento. Rise un poco a quel pensiero. Sfortunatamente, anche la ragazzina riusciva a correre.

Tuttavia, sembrava che il vuoto nel quale si trovavano stesse iniziando a illuminarsi ... e a solidificarsi. Senza nemmeno comprenderlo bene da principio, si trovò tutto d'un tratto in mezzo a una foresta. E non una foresta qualunque, notò. La foresta di Vividian. Una foresta di Vividian più giovane. La foresta di Vividian della sua infanzia.

Ora, mentre correva, pestava foglie secche ed erba, e sottili fasci di luce solare filtravano giù, dall'alto manto arboreo, fino alla foresta sottostante. Il dolce profumo della terra e dell'erba si fecero gradualmente riconoscere dal suo naso. Ma nonostante tutti i suoi sensi gli dicessero che stava correndo nella vecchia foresta, il suo udito non gli dava la stessa impressione. Non sentiva nulla della vita di una foresta, alcun suono che la indicasse come popolata. Come se non fci fosse un solo essere vivente in giro. Sentiva solo i suoni che lui stesso produceva. Sentendosi a disagio al pensiero, si tolse dei rami dagli occhi con un braccio, mentre la'ltro teneva le pieghe del suo mantello e lo zaino ben dietro.

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