Prologo

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C'è una casa costruita in pietra con i pavimenti in legno

pareti, davanzali, tavoli e sedie impolverati

Questo è un posto dove non mi sento sola

Questo è un posto dove mi sento a casa.

Aveva visto le foto nell'ufficio di Tsunade, ma in realtà non rendevano giustizia al posto. Le immagini non riuscirono a catturare il tranquillo cinguettare degli uccelli della foresta pluviale circostante e non riuscirono neanche ad avvertirla della fenomenale umidità e calore.

Nel momento in cui Sakura arrivò ai cancelli della tenuta, appoggiò stancamente a terra il suo zaino da viaggio. Una settimana di viaggio costante era abbastanza per stancare chiunque, e non era stata preparata per questo tipo di clima tributario.

In quel posto gli alberi sembravano torreggiare fino al cielo, gli animali erano più grandi, i serpenti erano più letali, gli insetti più numerosi e fastidiosi, i profumi e i colori erano diversi da qualsiasi altra cosa vista prima nel paese del fuoco.

Tuttavia, l'incanto iniziale che provava per quel posto andò via piuttosto rapidamente mentre gli ostacoli cominciavano a rallentarla.

Il clima di certo non era di aiuto per il suo stomaco, disperatamente affamato di qualcosa di più sostanzioso delle razioni sostitutive.
La sua scorta ben rifornita di tavolette di cioccolata che avrebbe dovuta sfamarla per due settimane era stata consumata nei primi due giorni, lasciandola con quattro giorni di totale depressione da privazione di cacao.

Ma alla fine era arrivata e per un attimo capì con timore reverenziale ciò che stava per fare.

"Abituati a questo posto" disse a se stessa mentre scacciava via un enorme farfalla che si era appoggiata alla manica del suo kimono.

"Questa è praticamente la tua nuova casa ora."

Alla fine raccolse il suo coraggio e con un ultimo profondo respiro per cercare di allentare la tensione dal suo petto, raccolse il suo pesante zaino e si avviò alle porte.

"A nessuno è permesso di entrare dall'ingresso principale."

La voce fece sobbalzare Sakura così tanto che emise un guaito e incespicò di lato, lontano dal vecchio burbero che apparentemente era rimasto dall'altra parte del cancello da quando era arrivata.

"Io - mi dispiace molto," disse lei in fretta, dandogli un inchino completo.

Sembrava uno dei giardinieri, con la sporcizia sotto le unghie e il fango che gli sporcava gli stivali ma non era ancora detto che un uomo in un giardino fosse un servo. Alcuni signori amavano fare giardinaggio da soli.

"Se vendi merce, ragazza, non preoccuparti, non l'accettano mai" disse, facendo un cenno verso la vecchia villa più in basso, oscurata leggermente da un masso coperto di muschio.

"Sono qui per un lavoro," spiegò. "Dovrebbero aspettarmi."

Ora le rivolse uno sguardo più scrutatore, e se Sakura non fosse stata una kunoichi, avrebbe trovato i suoi capelli selvaggi, la sua barba e il suo viso sparuto abbastanza intimidatori. Le persone qui erano molto sospettose verso gli estranei.

E facevano bene.

"Sei una domestica? Torna fuori e gira intorno allo steccato fino a che non arrivi alle stalle, poi segui il sentiero e arriverai alle cucine.
Ci sarà probabilmente qualcuno".

"Grazie."
Lei si inchinò di nuovo, ma quando alzò la testa lui stava già scomparendo come se non fosse mai esistita. Sakura osservò il retro del burbero uomo, prima di osare chiamarlo: "A proposito, è un bellissimo giardino".

Casa dei corvi - KakasakuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora