8° Capitolo - In dislocamento

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Ho preso il mio biglietto ed ho imboccato una strada dritta

ma sto girando in tondo,

ancora ed ancora

Shizune alzò lo sguardo dai suoi documenti e guardò la ragazza sulla scrivania opposta con un sospiro. Sakura si era addormentata di nuovo, con la testa tra le sue braccia, stava russando debolmente. Per fortuna Tsunade era ancora troppo occupata a conversare con militari nella stanza al piano di sopra per averlo notato, ma se fosse tornata da un momento all'altro e avesse sorpreso Sakura a fare un sonnellino gliel'avrebbe fatta sicuramente pagare.

Tranquillamente, piegò un documento meno importante in un piccolo aeroplano di carta e prese con cura la mira. Shizune poteva far passare un ago attraverso  due piastre di armatura a una distanza di cento metri. Quando lanciò l'aereo, volò veloce fino a rimbalzare sulla testa di Sakura.

La ragazza balzò dritta, probabilmente non del tutto sicura di dove si trovasse.

"Il pesce...!" lei si preoccupò.

"Il pesce?" Shizune sussurrò di nuovo.

"Il pesce non smette di piangere." Sakura si passò le dita sugli occhi, si rendeva conto di dov'era e di quanto lavoro avesse ancora da fare?

"Perché non ti prendi qualche giorno di malattia? Devi rilassarti un po'"

"Non posso farlo", replicò lei, trascinando le carte con un'espressione perplessa.

"Perchè no?"

"Perché allora sarei fuori per il resto dell'anno," disse, e finì con uno sbadiglio.

Shizune stava per mettere in discussione quell'osservazione, ma Tsunade scelse quel momento per onorarle della sua presenza. "Shizune, vieni qui! Adesso!" la chiamò dal corridoio.

Non poteva osare a disobbedire ad un tono del genere. Shizune roteò gli occhi prima di alzarsi in piedi e attraversare la stanza. 

Prima di andare  da Tsunade nella stanza accanto, si fermò vicino la sedia di Sakura per poi chinarsi su di lei. "Sakura, se c'è qualcosa di cui hai bisogno o se c'è qualcuno con cui vuoi parlare ... per favore non esitare, ok?"

Sakura la  fissò con occhi piatti. "Lo so."

Era il massimo che avresti mai potuto ottenere da lei. Finché Sakura avesse rifiutato di ammettere ciò che la preoccupava, non c'era un modo  di aiutarla. L'accarezzò sulla schiena e sperò che alla fine si rendesse conto che non doveva portare tutto quel peso  da sola ...

Sette settimane. Sakura contò i giorni sul calendario dell'ufficio, e poi li contò una seconda volta solo per essere certa.

Otto settimane dal suo ultimo ciclo. Sette settimane da quella missione a Jonan. Una settimana da quando Kakashi era scomparso in un altro incarico e non era stato  visto o sentito da nessuno.

Inconsciamente, la sua mano si spostò sulla sua pancia. Non c'era ancora un vero segno esteriore; l'unica parte di lei che era davvero diventata più grande in  circostanze normali sarebbe stata una buona cosa, ma la ragione del suo aumento delle dimensioni del suo seno era una fonte di terrore costante.  Ino continuava ad accusarla di usare  dei reggiseni imbottiti e l'aveva persino afferrati una o due volte per cercare di capire se fossero davvero i suoi.

Diverse volte Sakura aveva pensato di dirle la verità, di dire a qualcuno la verità, ma sapeva sempre che l'unica persona che voleva dirlo era Kakashi. Soltanto a  lui . Nessun altro.

L'unico problema era che non aveva idea di dove fosse andato. Aveva provato a chiedere a Tsunade un paio di volte la scorsa settimana, ma lei era diventata subito impaziente chiedendole:

Casa dei corvi - KakasakuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora