L'immenso cortile che circondava la lussuosa villa degli Smith era più florido e verde rispetto agli altri anni, forse per la quantità di umidità e di pioggia immane che aveva regnato quell'inverno.
I continui schiamazzi di Abby e le sue due cuginette risuonavano assieme a teneri cinguettii e canti di cicale.
- Attente a non pestate i ciclamini! - le sgridava Carlo, il giardiniere,dallo spiccato accento italiano, senza però alzare troppo il volume: erano la figlia e le nipoti del suo capo, se le avesse rimproverate troppo duramente avrebbe potuto rischiare il licenziamento.
- Sono troppo viziate quelle bambine. - si lamentavano ogni tanto le donne di servizio. - cresceranno che non riusciranno a fare una o con un bicchiere.
- E che dovrebbe fregare a loro? Si troveranno degli uomoni come i loro padri, ricchi sfondati e sempre via per lavoro.
- Abby, stai attenta alle pozzanghere! - le urlava Bettina, la bambinaia: lei era l'unica a poter riprendere quella piccola peste senza passare per il torto: aveva il compito di educarle, ma ovviamente quasi ogni tentativo risultava invano con Abby.
Abby aveva circa 9 anni e le due gemelline Stephany e Melanie poco più di 7. Giocavano nel cortile correndo tra la biancheria stesa, passando in mezzo alla serra o tra i tulipani e i ciclamini.
- Scometto che non riesci a prendermi! - diceva la piccola Stephany
- Non ne sarei così tanto sicura - sghignazzavano le altre due.
Il papà di Abby e i genitori delle sue cugine erano degli amministratori bancari, viaggiavano per tutto il mondo e guadagnavano milioni di dollari all'anno. La mamma di Abby se n'era andata quando lei aveva più o meno 3 anni, abbandonandola nelle mani di un uomo che non era in grado di amare.
Il viaggio in cui erano occupati i primi tre era stato uno dei più impegnativi mai fatti: avrebbero dovuto fare più di due scali e giungere dall'aeroporto di King City fino a quello di Dubai.
Sarebbero stati via una decina di giorni, poi la vita avrebbe cominciato a prendere una brutta piega.
La casa di Abby si trovava in un (ricco) quartiere a nord di King City, una città situata in California nella contea di Monterey.
- Stephany, Abby, Melanie! Rientrate, sta per scatenarsi un temporale! - le chiamò dentro Bettina.
Mentre due delle donne di servizio si accingevano a levare il più in fretta possibile i panni stesi, le tre bambine fecero a gara a chi arrivava prima in casa, ma, nell'adrenalina della corsa, rovesciarono tre vasi di fiori che si trovavano nei pressi della porta sul retro.
Carlo era furioso, ma si dovette trattenere, perchè qualcuno suonò il campanello.
Lo sceriffo locale era in piedi sulla porta, con il capello fra le mani e l'aria indescrivibilmente seria:
- Posso esserle d'aiuto? - domandò una donna di servizio.
- Cercavo la signora Barbara Smith.. - rispose l'uomo. Era sulla cinquantina, occhi azzurri ghiaccio e un naso aquilino.
Gli uomini di servizio si guardarono un po' imbarazzati e poi una si decise rispondergli:
- La signora Smith non abita più qui da qualche anno, ma mi scusi, chi è lei?
- Sono lo sceriffo Fritzgerard, e temo di dovervi dare un'orribile notizia..
Ciò che comunicò quell'uomo così chiatto e grasso fu il secondo shock più grande della vita della piccola Abby: suo papà e i suoi zii erano morti in un incidente stradale nel mentre tornavano dall'aereoporto locale, poco lontano da lí. Uno scontro brutale con un autocisterna. Erano morti nell'esplosione.
E questo fu, senza dubbio, l'inizio della fine.
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Portami via
Teen Fiction“Quando, dopo aver scavato a lungo, toccherai il fondo, ti renderai conto che è giunto il momento di tentare la risalita. E non metto in dubbio quanto sia dura e faticosa, mia cara, ma ti posso assicurare che il panorama che ti aspetta ripagherà ogn...