Capitolo 6.

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...

*Samantha*

Finiti quei 45 minuti di pranzo, mi alzai dal tavolo per ritornare in classe ma sentii qualcuno che mi prese per il polso. 

"Cosa hai da guardare?" disse Occhi verdi

"Cosa ho da guardare? Io? Sbaglio o eri tu che mi fissavi?"

"Non mi sembra proprio. Comunque smettila, mi dai fastidio. E noi non saremo mai amici, ricordatelo."disse in modo freddo e distaccato lasciandomi il polso e cominciando a camminare verso la porta.

"E menomale.." rispondo facendo una piccola risata con un tono abbastanza basso per non farmi sentire ma sento una piccola risatina provenire dalla sua bocca. A quel gesto mi scappò un sorriso e mi rivolsi verso l'uscita.

Le lezioni pomeridiane passarono molto velocemente ed erano molto interessanti, tanto da farmi scordare Cole Occhi Verdi. Tra tre ore circa dovrebbe venire Camila, quindi decisi di tornare subito a casa così da potermi lavare e sistemare la mia stanza che sicuramente era un casino. 

Prendo il mio zaino da terra e i miei libri, raggiungo il mio armadietto per posare e prendere delle cose, e mi dirigo verso l'uscita pensando di voler parlare con Cole. Non so con quale coraggio, ma volevo spiegazioni del perché si comportava male nei miei confronti. Questo pensiero svanì dopo circa due secondi perché pensai subito ad un'altra soluzione. KJ APA. Erano migliori amici no? Perfetto, parlerò con lui adesso. Cominciai a cercarlo e notai che era nel suo armadietto, non molto distante dal mio cosi lo raggiunsi e cominciai a fare domande a quel povero ragazzo che doveva sopportarmi. Stava per rispondermi quando Madelaine  si avvicinò a noi chiedendoci se avevamo impegni la sera dopo per andare a casa sua. KJ si scusò con me dicendomi che ne parleremo un'altra volta e me ne andai.

Arrivati davanti la porta della scuola, notai che stava piovendo. "Cazzo, non ho l'ombrello" pensai. Non trovando altre soluzioni, cominciai a correre per i pochi scalini presenti davanti la porta e ovviamente, data la mia fortuna incredibile, scivolai saltando tipo tre scalini e immaginando già il mio culo a terra e tutta la scuola a ridere. Fortunatamente, qualcuno mi prende per le braccia e per i fianchi non facendomi cadere completamente a terra. Non capivo chi era dato che avevo gli occhi socchiusi per la troppa pioggia che cadeva, ma riconobbi subito il suo profumo. 

"Tutto bene? Vuoi un passaggio?" Mi chiese con espressione preoccupata. Lui, notando la mia faccia nel vederlo preoccupato, scuote la testa e ritorna a fare il serio. 

"Allora? Vuoi un passaggio o no?" Mi chiese insistentemente. Annuii con debolezza e mi infilai subito sotto il suo ombrello, morendo di freddo. Arrivammo accanto la sua auto, mi fece salire e mi chiese l'indirizzo di casa mia. Tutto il viaggio lo passai in silenzio e leggermente con un po' di disagio perché ero completamente zuppa dalla testa ai piedi. Arrivammo ad un incrocio e io gli dissi di prendere la seconda uscita, ma lui prese la prima facendo un sorrisetto. 

"Hai sbagliato strada genio. Abito dall'altra parte." gli dico con tono quasi arrabbiato

"Lo so. Ti sto portando in un posto." a quelle parole cominciai a preoccuparmi... non voglio che mi succede un'altra volta..

Flashback:

Come ogni sabato sera, mi venne a prendere da casa Liam per andare a quelle stupide feste dei suoi amici. Arrivati lì Liam se ne andò con altri e io rimasi in un angolo da sola, come sempre con il mio bicchiere di vodka. Fino a quando si avvicinò un ragazzo e cominciammo a parlare. Avevo già bevuto un po' troppo ma notai che sto tipo mise qualcosa dentro il mio bicchiere ma io bevvi lo stesso. 

Ad un certo punto ricordo che mi cominciò a girare la testa e cominciai a barcollare e a non reggermi più in piedi. Fino a quando questo qui mi prese in braccio e mi portò fuori dal bar a prendere una boccata d'aria. Lui mi chiese dove abitavo e mi accompagnò a casa... o almeno così pensavo. 

Lui prese un'altra strada completamente diversa ma io ero ubriaca e non ci feci molto caso. Arrivammo penso a casa sua e mi portò in camera da letto..

Stavo pensando a quell'episodio fino a quando una lacrima rigò il mio viso.

"Perché piangi? Non devi avere paura. Volevo solo parlare con te a casa mia e rispondere a tutte quelle domande che hai fatto a quel povero ragazzo" disse ridendo.

Io annuii ma pensai che tra non molto doveva venire a casa mia Camila.

"Cole mi dispiace ma tra poco deve venire Camila a casa mia per studiare quindi devo proprio andare a casa". Da un'espressione dolce e sorridente, passò ad essere serio e quasi arrabbiato. Fece una curva impressionante e cominciò a correre verso casa mia. Okay, l'ho fatto arrabbiare. Ora m'ammazza.

Arrivammo davanti casa mia e dato che stavo ancora morendo di freddo, lui si tolse la sua felpa enorme nera e me la buttò sulle gambe. Io me la misi e scesi di fretta dalla macchina, ringraziandolo. Per fortuna aveva smesso di piovere, sennò avrei bagnato la felpa di Cole e probabilmente mi avrebbe letteralmente ucciso.

Mancavano solo due ore all'arrivo di Camila, cosi decisi di farmi una doccia e sistemare il casino che c'era a casa mia. Quella settimana la mia famiglia non era a casa quindi ero finalmente sola. Dato che a casa mia c'era un po' di caldo, indossai dei pantaloncini corti e la felpa di Cole sopra, che mi copriva fino a metà coscia. Mentre sistemavo la mia stanza pensavo a Cole. Perché voleva parlarmi? Perché mi ha sorriso? E perché le altre volte si era comportato di merda nei miei confronti e adesso era stato carino? Forse devo dimenticarlo come mi ha suggerito Camila.. dovrei parlarle di questa cosa. Sia con lei che con KJ.

Alle 18 in punto suonarono al campanello..

Spazio Autrice

Okay l'ho fatto più lungo rispetto a tutti gli altri quindi AMATEMI.

Me e lui. Solo noi. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora