love hidden in the shadwos

3 0 0
                                    

Mi ero scordata del dolce sapore dei cibi di mia madre: un polpettone caldo, con patate al forno e un  di origano. Al solo sentire l'odore mi venne quasi la nausea di rammentare i ricordi di una vita felice.
Ci sedemmo tutti intorno alla lunga tavola e cenammo come una normale famiglia, anzi come una vera famiglia, anche se non lo eravamo.
Ridemmo e scherzammo, anzi, loro risero e acherzarono, io invece rimasi a guardarli come se niente fosse.
Improvvisamente, in quel momento di buca che avevo, mi misi a pensare alla mia vecchia famiglia: chissà che cosa avrebbero fatto una volta che avrebbero scoperto che ero scappata di casa, ma in fondo non mi importava, così come i miei genitori, io li servivo come foto da copertina per una rivista che girava solo sulla bocca dei boriosi.
Tra i miei pensieri, arrivammo finalemente al dolce: un mousse al cioccolato con il cuore caldo.
Finito si cenare, levammo la tavola insieme e ci sedemmo tutti sul salotto,   anzi, mi costrinsero a sedermi sul salotto.
Ci mettemmo a parlare del più e del meno, anzi continuarono a parlare del più e del meno della conversazione avuta a tavola, e poi, finito tutto, iniziammo a giocare (bel me 😳): estrassero in gioco simile a monopoli e giocammo, giocammo e giocammo per tutta la serata.
Quel comportamento mi stupì molto: quando mai i miei genitori avessero mai giocato una sola volta in tutta la loro vita? Non lo si ma mi pareva che con Trevor si comportassero in modo diverso rispetto al mio, si comportassero in modo più...gentile, come se il loro VERO figlio fosse lui, non io.
Mi ero aspettata di tutto dai miei genitori, tutto, ovviamente dopo quelli che era successo, ma non avrei mai pensato che sarebbero mai arrivati a tanto.
Trevor e i miei genitori continuavano a ridere e a scherzare, io invece, con la scusa che dovevo andare in bagno, mi feci un giretto per la casa. Non che non la conoscessi, ma erano cambiate tante cose dall'ultima volta che ero stata li.
Feci un giro al piano di sopra: entrai nel bagno, e, appena lo vidi, mi venne realmente l'impulso di andare in bagno. Fatto ciò continuai a fare un giro andando per primo nella camera dei miei genitori: la moquette beigje era sempre la stessa, soffice e morbida, il letto era, come sempre ornato con le lenzuola bordeaux e dorate, e le tende candide davano un senso di eleganza, messi insieme agli specchi e ai due comodini enormi posti di fronte al letto.
La camera sembrava la stessa, con l'unica differenza che le foto sul comodino non erano le stesse: al posto di esserci le miei foto da bambina mentre correvo felice sull'altalena c'erano le foto di un bambino estraneo, e poi si passava subito alle foto di un ragazzo adulto.
Non sapevo come si avessero fatto ad avere le foto di  Trevor da bambino, anche perché loro non erano i suoi veri genitori...possibile che...non era una cosa completamente impossibile, anzi, non completamente, ma geneticamente impossibile, io e Trevor non eravamo fratelli.
Uscii il più in fretta possibile da quella camera, e, sentendo le risate della famiglia felice giocare a monopoli, decisi di impiegare ancora qualche altra oretta la su, così mi decisi a risistemare la mia camera, anzi, quella che una volta era la mia camera: era un completo disastro, e, come avevo già notato prima, c'era di tutto sul pavimento, dai libri alle robe, alle lenzuola...mi diedi da fare e in qualche minuto era tutto in ordine, più o meno. L'unica cosa che mi era rimasta da fare era risistemare i libri sulla mensola. Voi direte, e quanto ci vuole? Beh per una che non è per fettina, bastava ficcarli dentro la mensola come se niente fosse, ma io lo ero, perciò li mettevo in ordine per numero e colore.
Ci vollero più di tre quarti d'ora per sistemare i libri, ma alla fine ci riuscii.
E, quando stavo per mettere dentro l'ultimo libro, Trevor bussò alla porta:
:-ehi, che fai?-: sobbalzai per il rumore e l'ultimo libro che dovevo infilare nella libreria mi cadde dalle mani.
:-stavo dando una sistematina alla mia cam...cioè alla tua camera-: mi affrettai a rispondere, cosa che Trevor però non fece: si limitò a dare uno sguardo in giro per la camera e ad osservare come avevo riordinato le cose, poi si soffermò sui libri.
Io raccolti quello che era caduto a terra, e lo misi nella libreria, e ci privati, ma fui bloccata da una mano: Trevor posò la sua mano sulla mia e mettemmo insieme il libro nella libreria.
Lui incominciò a fissarmi, ma non come amica, ma come...sorella, e, per quanto volesse mostrare un sorriso, sembrava essere dispiaciuto di questo.
:-Grazie-: disse semplicemente in fine rompendo il silenzio, io mi limitati ad annuire, mente lui mi stringeva in un forte abbraccio.
I sperai di non diventare rossa come un peperone, e di non iniziare a fa versi strani (eh si, quando sono nervosa inizio a fare versi mooooolto strani 😅, altro motivo per il quale mi prendevano in giro), però, quel meraviglioso momento fu interrotto da mia madre, che tossi forte, tanto da farci staccare.
:-è ora di andare a letto-: disse con un sorriso amorevole, tipico di lei, prima si mostra dolce e gentile, e poi si rivela per quel che è.
Trevor annui ricambiando il sorriso, mentre io continuavo a guardarli stupefatti.
:-ok-: disse Trevor in fine :-se vuoi puoi dormire qui-: fece rivolto a me.
:-NO-: si affrettò ad aggiungere mia madre senza darmi il tempo di rispondere.
Trevor la guardò, per una volta 😎, sbalordito dalle sue parole.
:-no, perché...-: disse cercando di trovare una scusa più che plausibile :-...perché gli abbiamo preparato un'altra letto-: aggiunse, e lo sguardo di Trevor tornò normale.
:-oh beh, se allora è così, beh va bene-: disse lui :-buonanotte-: proseguì e mi strinse in un forte abbraccio, che mia madre interruppe con un "casuale" starnuto, che ci costrinse a scioglierci.
Ci salutammo ancora una volta, ma senza abbraccio, poi chiusa la porta alle spalle scesi in soggiorno.
Mia madre sistemò il letto molto velocemente, (per modo dire) che poi alla fine aprì solo il divano e diede a me l'incarico di mettere le coperte e le lenzuola al proprio posto.
Mi infilai sotto le coperte calde: era da tanto che non dormivo a casa mia, nella mia vera casa, anzi in realtà era da tanto che non riavevo la mia vita...quelle coperte calde che ti abbracciano e ti accarezzano come se una mamma che ti fa le coccole.
Mi risistemai nel letto caldo e mi addormentai mentre una lacrima mi rigava il volto.

Ciaoooooo a tutti ragaziiiiiiiii.
Perdonatemi davvero tantissimo se sono stata molto assente in questi giorni, ma ero in vacanza, perciò...😁.
Ora posso semplicemente augurarvi un buon fine settimana con questa bella storia.
A presto
pandapotter 💙

love hidden in the shadwos Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora