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Per fortuna oggi non c’è scuola.
Non mi sembra ancora vero di aver fatto l’amore con Devan, ho un turbinio dentro che mi rende irrequieta.
Dopo una felicità iniziale, il dubbio inizia ad insinuarsi nella mente. Stanotte, nonostante quello che è successo, non ha dormito nel mio letto, quando siamo tornati a casa è andato frettolosamente in camera dopo avermi dato la buonanotte. Forse è rimasto deluso. Ho troppi perché nella testa: e se le sue aspettative erano troppo alte? E se sono stata peggio delle altre? Le altre, le odio tutte. Il timore che possa aver cambiato idea su di noi mi sta logorando.
Rimanere a letto non risolverà di certo la situazione, devo parlare con lui. Mi infilo una tuta e mi avvio verso la sua stanza, mentre sto per bussare, la porta si apre.
“Buongiorno sorellina, qualunque cosa devi dirmi purtroppo dovrà aspettare.”. Mi da un bacio frettoloso sulla bocca e se ne va.
Rimango immobile per qualche istante. Non so cosa provare, rabbia? Delusione? Entrambe forse.
Vado in cucina a prepararmi la colazione.
Vuoto, mi sento vuota. Se i miei timori fossero stati infondati, non se ne sarebbe andato così, sarebbe rimasto con me: sono così confusa. Il vuoto è improvvisamente colmato, ho troppe emozioni dentro e sono tutte contrastanti.
Mentre sono in cucina, entra mia mamma, si versa del caffè e si siede al tavolo. Cerco di distrarmi e le pongo una domanda: “Posso farti una domanda?”. Le chiedo.
Fa cenno di sì col capo.
“Perché mi avete chiamato Freya?”. Le chiedo.
“Non c’è una ragione, tuo padre ha scelto il tuo nome e io quello..”. Si blocca bruscamente, spalancando leggermente gli occhi.
“Quello di chi?”.
Si schiarisce la gola.
“Quello del cane.”. Risponde vaga: sta mentendo. “Non abbiamo mai avuto un cane.”.
Alza lo sguardo.
“Ne abbiamo avuti più di uno, anche un gatto. Ma sono morti tutti.”. La sua bocca si piega in una smorfia, poggia la tazza e mi guarda.
“Adesso te la faccio io una domanda: non ti sembra che tu e Devan siate troppo intimi? Non mi piace che la notte dormiate insieme, non siete più dei bambini.”. Dice con fare ammonitore.
Che sospetti qualcosa? Non so cosa rispondere.
“Non pensavo fosse sbagliato.”. Replico seccata.
Finisce il suo caffè e prima di andarsene aggiunge :
“Un’altra cosa. Ricordati che Devan è tuo fratello, e tu sua sorella.”
Sono perplessa. Questa è stata la conversazione più lunga che io abbia mai avuto con mia madre da... beh forse da sempre.
Dopo colazione risalgo in camera e decido di rimettermi a dormire, tutte queste emozioni mi fanno scoppiare la testa. Magari continuando a dormire le evito. Al mio risveglio, mi sento a pezzi, ecco perché evito di dormire di giorno, passerò sicuramente la notte in bianco. Per fortuna domani è domenica quindi potrò recuperare un po’ di sonno.
Controllo l’ora e sono le 2:00 di pomeriggio. Mi sono svegliata giusto in tempo per mangiare.
Prima di scendere vado a controllare se Devan è tornato, ma la sua camera è vuota. Provo a chiamarlo al cellulare, ma parte la segreteria. Spero che non gli sia successo qualcosa.
Ecco un’altra emozione da aggiungere a quelle già che hanno formato un turbinio nella mia mente.
Sul frigo trovo un biglietto dei miei che dice che loro sono fuori fino a dopo cena per lavoro. Non è una novità.
Mi preparo un panino per mangiare davanti alla tv, non trovo nulla da guardare però. Il panino ormai è finito e mi sento come prima: terribilmente vuota.
Tutte quelle emozioni all’improvviso sono sparite e non sento più niente, questi sbalzi di umore mi rendono iperattiva, devo calmarmi. Riempio la mente di lui. Chiudo gli occhi e ripercorro gli eventi della sera precedente in cerca dell’ errore fatale.
Ogni bacio, ogni carezza, i sospiri, il suo corpo che si flette sul mio, le nostre carni unite, un solo spirito. L’estasi sul suo viso.
Mi sfugge un gemito. Apro mediatamente gli occhi, ripensare a ieri sera non è una buona idea dopotutto.
Devan è tornato un’ora fa.
Ancora mi evita, almeno credo. Questa confusione mi sta logorando, ho deciso, lo devo affrontare ora se non voglio tormentarmi.
Busso alla sua porta.
“Posso entrare?”.
La porta si apre, Devan è sdraiato sul letto a testa in giù che gli pende dal letto. Sembra preoccupato.
“Tutto bene? Dove sei stato?”. Si raddrizza e si siede a gambe incrociate, lo raggiungo e lo imito.
“Sono stato da Evan.”. Spiega.
“Credo di aver capito la sua identità.”. Afferma. “E mi sono assicurato che non avesse nessuna prova di noi. O che lo dicesse a qualcuno.”.
Non voglio nemmeno immaginare come ha fatto. Prendo coraggio.
“A proposito di ieri, so di essere inesperta, ma non vorrei questo cambiasse le cose tra noi. So che hai più esperienza e...”. Vengo interrotta da una risata fragorosa: sta ridendo di me.
Lo guardo ferita è confusa.
“Ieri sera non ha cambiato il rapporto tra di noi, questo non potrà mai accadere. Oltre al fatto che è stato travolgente.". Afferma serio, accarezzandomi Il viso.
Mi riempie di pace a quelle parole, non resisto e lo abbraccio.
“In più io non ho alcuna esperienza, le mie prime volte sono tutte tue forse tranne il bacio.”.
Sorrido a quelle parole. Rimaniamo abbracciati come sospesi nel tempo, il mondo attorno non esiste, solo noi.
Più tardi gli racconto della conversazione con la mamma:
“In pratica ha detto che siamo adulti e che è inopportuno avere questo rapporto così intimo.”. Spiego.
“Dopotutto non gliene importa nulla. Non so perché mi abbiano affidato a loro. Anche se gli sono grato perché ho incontrato te.”. Arrossisco a quelle parole.
“Non si sono mai preoccupati quindi non capisco perché gliene importi ora, e poi non siamo fratelli per davvero.”.
Più tardi Evan si autoinvita come di consueto. Questa volta però non siamo rimasti a casa, abbiamo deciso di andare al centro commerciale.
Non sono esattamente entusiasta della cosa. Quando sono insieme, Devan alza la sua maschera ed esce fuori l’anticristo. So che è la sua natura, ma a volte Evan mi fa paura.
Devan non mi toccherebbe mai, ma Evan è  imprevedibile. Come quando fece picchiare delle persone instaurandogli un po’ di follia. Così per gioco. Sono pericolosi e potenti, e io amo uno di loro, incondizionatamente. Non sono dispiaciuta la maggior parte delle volte, ho solo paura che Evan possa cambiare o incantare Devan in qualche modo e allontanarlo da me.
Non conosce il nostro segreto, pensa solo che ce la spassiamo. Dopo una visita al bagno chiedo di andarcene.
“Possiamo tornare a casa? Mi è venuto il ciclo e sto per crollare.”. Penso che la spossatezza di oggi e tutti quei sentimenti contrastanti siano dovuti proprio da questo, gli ormoni. Il resto della serata e della notte lo passo tra le braccia di Devan che cattura i miei incubi e allontana il dolore.
“Mi stavo chiedendo, come mai ti hanno affidato ad una famiglia?”. Gli chiedo.
“Perché volevano mi integrarsi tra gli umani.”. Dice continuando a massaggiarmi.
“Almeno potevano trovare una famiglia amorevole.”. Attesto scherzosa.
“Presumo non volessero rischiare che diventassi buono.”. Fa una risata.
“Ma è impensabile, io non sono buono, né cattivo. Non nel termine biblico o cristiano almeno, io sono primordiale, sono passione e libero arbitrio, posso anche aiutare qualcuno se mi sembra la situazione adeguata. Se voglio, lo faccio. Il mondo è ipocrita e si fonda sul leggi che nessuno è in grado di rispettare. Io, come molti altri, sono più che solo bene, o male, sono bramosia, tormento, delirio, esaltazione di qualunque sentimento.”. Continua. “Vedi mia Freya, io sono tutto questo, non solo male.”. Si avvicina per baciarmi.
“Sono tutto ciò che vorrai io sia.”.

Ringrazio DarkYuna91 per le correzioni e la pazienza!
Check her out~

Ringrazio anche tutti quelli che continuano a leggere e a commentare!!
Grazie~

▪︎Nana▪︎

Per il prossimo aspettatevi una rivelazione~

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