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“Non puoi vincere sorellina.”.
Sono come stregata, non riesco a distogliere lo sguardo da quegli occhi inumani. Sposto lo sguardo per non perdermi in essi ed osservo i lineamenti perfetti del volto. Faccio scivolare le mani dal petto verso il collo snello, applico una leggera pressione, come se volessi strangolarlo.
Il mio respiro si fa più frenetico, voglio essere dominata da lui, ma in questo momento sono io la vincitrice.
“Non tentarmi, non prometto alcun autocontrollo.”.
Aumento la pressione sul collo mentre mi abbasso per sussurrargli lentamente.
“Io non voglio il tuo autocontrollo, voglio solo perdermi in te.”. I nostri volti sono così vicini da toccarsi quasi.
Bruscamente Devan elimina la distanza e morde il mio labbro inferiore. Cerco di allontanarmi, ma i suoi denti si serrano ancora più forti.
Avverto il sangue scendere lento al lato della bocca, lui afferra velocemente le mie mani e le toglie dal suo collo, con un movimento fulmineo alza il busto e mi spinge indietro bloccandomi le braccia con una mano sopra la testa, posizionandosi con il corpo tra le mie gambe.
Lascia andare il labbro dolorante. Non riesco ad emettere alcun suono, tutto ciò che fa grida pericolo, i miei sensi sono in allerta, sono intrappolata dal predatore più pericoloso di tutti.
Dopo avermi osservata per qualche istante durato un’eternità, si accosta e lecca il sangue dal mio mento e dalle labbra. Dovrei essere inorridita da tutto ciò, quello che stiamo facendo è sbagliato, così come tutto il resto, invece mi ritrovo a volerne di più, solo per me.
Voglio perdermi nel più grande peccato esistente sulla terra, che ora si trova nel mio letto. Non distoglie mai lo sguardo, con la mano libera ghermisce il lembo della mia t-shirt che ormai si è alzato fino a scoprire i fianchi. Provo a liberarmi per abbassarla, non voglio che veda le imperfezioni, la pancia morbida e per nulla piatta, i fianchi troppo larghi, i segni, e ne rimanga inorridito.
“Non farlo. Non mi guardare.”. Mormoro a disagio, per la vergogna.
“Ti ho avvertita che non mi sarei fermato.”. Fa scivolare la mano morbida lungo il mio ventre fino ad avvolgere il seno. Sto per protestare quando passa il pollice sul capezzolo turgido in modo deciso. Inarco la schiena per sentire di più, le scariche di piacere giungono inaspettate e mi travolgono. Voglio di più.
Ripete il movimento più e più volte, lascia andare le mie mani ormai intorpidite, sta per scoprire i seni quando qualcuno bussa alla porta.
Rimaniamo immobili. Sono terrorizzata dal poter essere scoperti.
“Freya, posso entrare?”. È la voce di papà, cosa ci fa ancora sveglio?
“Sta in bagno, te la mando appena esce ?”. Devan risponde prontamente.
“Devan, no tranquillo volevo assicurarmi stesse bene dopo l'accaduto, ma se ci sei tu…”.  Lascia la frase in sospeso e lo sentiamo allontanarsi.
Se ci avesse visto in quella posizione, non voglio nemmeno immaginare le conseguenze terribili.
Devan si gira per osservarmi.
“I tuoi occhi sono tornati normali.”. Noto sorpresa.
Mi sorride, si china per darmi un bacio sul ventre e si allontana da me. Mi sento vuota e fredda non appena il suo corpo cessa il contatto con il mio, chiudo subito le gambe ed aggiusto la t-shirt .
Rimaniamo seduti a studiarci  finché non affermo:
“È sbagliato... sei mio fratello.”.
Alza l'estremità del labro in un sorriso triste.
“Io sono sbagliato. Tutto ciò che faccio è dedito al male, al dolore, al potere. Io sono sbagliato, il mio solo esistere è un gioco perverso. Capisco se vuoi lasciarmi andare.”. Mi accarezza il segno dei suoi denti sul labbro lacerato, gli afferro la mano e la stringo.
“Tu non sei sbagliato e anche se lo fossi, non credo m'importa di sbagliare né di peccare.”.

Il mese successivo è dedito alla pratica dei miei poteri, la sera mi addormento per lo sfinimento. Devan è un insegnante senza scrupoli, non ha pietà, nonostante ciò non lo cambierei con nessun altro al mondo. È brillante nello spiegare cosa fare e in che modo, faccio passi da gigante grazie alla sua guida. Capita però che lui sia la distrazione più grande, quando mi sgrida o mi afferra con forza per il braccio sento un fuoco inestinguibile ardere dalle viscere.
Peccato che lui non ricambi e non sia dello stesso avviso.
Dal giorno della festa non mi ha più sfiorata fisicamente, non in quel senso. Sono convinta che lui pensi di avermi spaventata. All'inizio ero certa che fosse rimasto deluso, o disgustato dal mio corpo, ma non è così, lo vedo da come mi guarda, la lussuria nei suoi occhi ardenti non è altro che uno spettro della mia. Lui lo sa, e nonostante tutto ha deciso di non fare nulla.
E poi dicono che le donne sono complicate, a quanto pare l'Anticristo lo è di più.  A scuola il ritorno è stato comico da una parte, almeno per me, Devan deve ancora fingere di essere il fidanzato disperato per la morte della compagna. Dall'altro lato invece è frustrante, per me, ora che è tornato single, mezza popolazione scolastica, inclusi dei ragazzi, si propone ogni giorno per consolarlo, toccandogli il braccio, abbracciandolo, facendo palesi avance, lasciando numeri di cellulare, etc. Prenderei volentieri a testate questa metà.

Qualche sera dopo Devan mi chiede se voglio assistere ad una messa nera. È esilarante, all'entrata indossiamo dei mantelli neri, con Devan siamo seduti in fondo ad una stanza dove sono posizionate delle lunghe panche in legno, disposte una dietro l'altra, ai due lati della stanza ampia.
C'è una donna al centro che blatera di malefatte, di come truffare il prossimo, cose di poco conto che a me non interessano affatto. Non sono qui per unirmi al loro culto, sono venuta solo per Devan.
Lui ormai è diventato la ragione della maggior parte delle mie azioni, non ho altro al mondo, solo lui. Lui è la mia casa, la mia chiesa, il mio tutto.
Dopo la messa assistiamo ad una iniziazione. Mi stupisco di come non mi faccia per nulla impressione vedere persone sgozzate, sangue e sacrifici umani, mi stupisco di come tutto ciò per me non faccia alcuna differenza.
Non provo alcuna empatia per il genere umano, perché dovrei? Il genere umano non ne prova per me.
Il mio mondo è Devan.
Ormai le sue radici sono piantate così a fondo dentro di me che se dovesse succedergli qualcosa ne morirei.
Se dovessi separarmene, non sopravvivrei al colpo e scatenerei io stessa l'apocalisse. 

Ringrazio DarkYuna91 per le correzioni e la pazienza!

L'altra parte di me (Michael Langdon 2.0 Sequel) BOOK ONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora