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NOTA:
Non sono solita lasciare note, ma per questo capitolo mi sento di farlo poiché  contiene delle scene di sesso che potrebbero dar fastidio, o urtare la sensibilità di qualcuno.
Vi invito semplicemente a non leggere.
Ricordo anche che Devan è l'anticristo, quindi per quanto riguarda il sesso, non ha molti freni.
Per chiunque fosse interessato a leggerlo comunque, BUONA LETTURA~
▪︎Nana▪︎

Il viaggio in aereo è stato stancante. Ho avuto un attacco di panico a metà volo, per mia fortuna Devan era con me e mi ha fatto addormentare per risvegliarmi dopo l'atterraggio.
Il viaggio col taxi dall'aeroporto all'hotel è stato piuttosto veloce, dopo il check-in, siamo finalmente in stanza. Appena entro mi butto sul letto.
“Tutto bene?.” Chiede apprensivo Devan.
“Sì, solo non capisco questa stanchezza. Rilassiamoci e andiamo a visitare la zona nei dintorni. Dopotutto siamo nel quartiere francese.”. Rispondo eccitata. Sono veramente speranzosa di incontrare qualche altra strega, qualcuno come me. Dopo esser andata in bagno ho capito del perché mi sento a pezzi, mi è arrivato il ciclo. Ho appena mandato Devan a comprarmi degli assorbenti e qualche antidolorifico per sopravvivere ai dolori che entro qualche ora arriveranno.                                                                                  Quando Devan rientra in camera con la busta di assorbenti e antidolorifici, scoppio a ridere. Il caro anticristo mi guarda perplessa.
“Vuoi rendere partecipe anche me di questa ilarità?”.
Cercando di calmarmi gli spiego: “Semplicemente ho trovato divertente il fatto che l'anticristo in persona sia andato a comprarmi gli assorbenti. Non farci caso: gli ormoni!”. E riprendo a ridere. Non è la prima volta che lo mando a comprarmeli, ma questa volta non so perché lo trovo comico. Alla fine abbiamo deciso di rimanere a casa, i miei crampi non sono migliorati molto, quindi passeremo la vigilia qui, col servizio in camera e qualche commedia televisiva.
Devan è seduto, la schiena grava alla testata del letto con  me tra le sue gambe, al sicuro sul suo petto, e le sue mani che massaggiano il mio basso ventre. Mi sento così protetta, amata e in pace che vorrei ripetere questo momento all'infinito.
“ Mi dispiace che per colpa mia dobbiamo rimanere in stanza.”. Gli dico.
“Non desidero stare dove tu non ci sei.”.
Per fortuna non può scorgere la mia espressione, perché quando parla così gentilmente ed amorevolmente con me mi arriva il sangue in testa e divento più rossa del peperoncino. È buffo pensare come l’anticristo, l’incarnazione del male sia qui a massaggiarmi la pancia per alleviare il mio dolore. È strano vederlo così. Quando ci penso, sapendo ciò che può fare con il solo cenno del capo, a quanta distruzione può portare, mi sembra surreale. Quelle mani che hanno portato via la vita a chissà quanti, piano le sento scendere sempre più giù fino a massaggiarmi la parte alta delle cosce. Chiudo gli occhi per il sollievo provato. I suoi movimenti sono lenti, scende giù a mani aperte e risale inarcando le dita e affondandole leggermente nella carne.
Proprio mentre sento l’abbandono al sonno arrivare percepisco la sua mano salire adagio attraversando il mio corpo come un fantasma, sosta alla base del seno, per poi afferrarlo e stringerlo con forza. Non riesco a trattenere la voce, inarco la schiena intanto che gioca, e pizzica il mio capezzolo ormai indurito. Dopo aver soddisfatto l’uno passa all’altro. La mia mente vola lontano, finché sento l’altra mano intrufolarsi tra il mio intimo. Presa dal panico lo fermo con la mano.
“No. Non puoi.”. Lo guardo confusa girando il volto di lato. Mi bacia la spalla continuando il suo gioco tra i miei seni. “Lo sanno tutti, che questo aiuta col dolore.”.  Afferma procace, leccandomi il collo. Ormai non lo sto ascoltando neanche più, non posso resistere a lui, non voglio resistere. Tutto ciò che fa è così intenso, e pieno di passione.
Quando la sua mano delicata sfiora la parte più intima di me, comincio a gemere come impazzita. Gli afferro le gambe ed affondo incontrollata le dita nelle cosce per trattenermi non so nemmeno io da cosa.
Allargo oscenamente le cosce per lui mentre con due dita mi penetra delicatamente e col pollice gioca malizioso sul mio punto più sensibile. Non è  paragonabile alla prima volta, nessuna presenza di quella rabbia letale, nessuna esigenza, nulla di quel tormento, solo una delicatezza che mi sta portando all’esasperazione. Lo afferro per la nuca e lo avvicino ancora di più all'incavo tra il collo e  la spalla. In un attimo mi trovo sdraiata sul letto con il viso di Devan pericolosamente vicino al mio sesso. Sul volto un sorriso di sfida.
Si aspetta che lo respinga, che lo combatta, ma non questa volta, questa volta lo desidero anche io con un ardore che sorprende persino me facendomi inarcare la schiena. Con foga avvicino la sua bocca alla mia parte più intima, il contatto è  qualcosa a metà strada tra un orgasmo è le montagne russe, è una sensazione che fa formicolare il corpo.
Ormai sono dannata con lui tanto vale giocare al suo gioco. Tanto vale prendere tutto di lui se lui ha già deciso di prendere tutto di me.
La sua lingua si ferma e viene sostituita ancora una volta da quelle dita così peccaminose mentre succhia vorace il mio apice. Non resisto e mi ributto con la schiena sul letto accarezzandomi e stringendo i seni cercando di imitare il suo gioco di poco prima. Quando sento giungere la frenesia prima dell’apice sono in uno stato di caos e di gemiti, i miei fianchi si muovono con volontà propria e le mani continuano a stringere i miei seni. Non mi sembra nemmeno di stare più nel mio corpo, sono all’apice, all’orgasmo, al piacere assoluto, ultraterreno che solo un essere superiore può provocare.
Cerco di riprendere fiato mentre mi alzo sui gomiti e guardo giù. Devan alza piano la testa e leggo l’euforia nella sua espressione. Ha gli occhi inghiottiti dal nero delle tenebre che lo governano, e dal naso al mento è ricoperto di sangue. Guardandomi, con la lingua si lecca le labbra e credo sia la cosa più erotica che abbia mai visto in vita mia. Se questo è un peccato, sono contenta di peccare.
Dovrei provare disgusto per quello che è appena accaduto, e per quello che abbiamo appena fatto, ma non è così, anzi lo rifarei ancora e ancora. Riprendo possesso del mio corpo e gli sorrido. Alzandomi gli afferro il viso tra le mani.
“Credo che abbiamo bisogno di una ripulita.” Mi alzo e senza aspettare una risposta mi dirigo verso il bagno con stampato su un sorriso e lo spettro di un orgasmo ancora addosso.
Sono scappata sì, non resisto ad altro, e nel suo volto leggo il bisogno spasmodico di spingersi oltre, ma non sono ancora pronta a darglielo.
Non stanotte.
Stanotte si è già preso una parte di me, e devo guarire dal suo tocco per poterlo sopportare ancora.

Ringrazio DarkYuna91 per le correzioni e la pazienza!
(Check her out~)

L'altra parte di me (Michael Langdon 2.0 Sequel) BOOK ONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora