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È domenica sera, siamo ritornati a casa poco fa, la situazione è più tesa del solito. La notte Devan è venuto ancora nel mio letto nonostante glielo abbia proibito.
Sono troppo confusa su di noi e con la sua costante vicinanza, persino nei sogni non aiuta, stanotte poi l’ho sognato ancora.
No non lui, l’anticristo.
Venerava il mio corpo nudo con ogni tipo di peccato. Come ieri però, mi sono svegliata proprio prima di... di essere soddisfatta.
Il mio corpo non sta reagendo bene alla mancanza di contatto con quello di Devan, sono frustrata da tutto ciò, ma finché non arrivo alla decisione finale non lo toccherò nemmeno con il pensiero. Tutto ciò è più facile a dirsi che a farsi, la tentazione è immensa.
Tra pochi giorni è Samhain, e ciò non preannuncia nulla di buono, accade sempre qualcosa in questo periodo. Quest’anno, inoltre, Evan ha organizzato una festa a casa sua invitando mezza scuola, spero non si faccia male qualcuno, conoscendo il tipo di feste che organizza.
“Sorellina dormito bene?”. Mi accoglie caloroso in cucina il mio caro tormento notturno, nonché fratello gemello. “Splendidamente.”. Gli rispondo con un sorriso falso. Ogni notte continuo a sognarlo è un’incessante agonia fisica alla quale non resisterò a lungo. Lo desidero visceralmente.
Lo osservo mentre prende il cucchiaio in quel modo buffo e se lo porta alla bocca. Una goccia di latte gli sfugge e gli cola dal lato della bocca fino al mento, finché non viene pulita da un fazzoletto. Avrei voluto leccargliela via io.
Sgrano leggermente gli occhi, appena mi rendo conto di dove mi stanno portando i pensieri, mi giro e verso dei cereali anche per me. Meglio concentrarsi sul cibo.
Sodoma e Gomorra.
Ecco il tema per la festa. Cos’altro dovevo aspettarmi da Evan? Le città del Peccato, della Lussuria e della perdizione.
Per il costume mi sono ispirata a quello che ho indossato la precedente volta in casa sua: una tunica, non trasparente questa volta, dei sandali  e una corona di edera. Sono sorpresa che Devan rispetti il dress code, veste una tunica rossa allacciata alla vita da una corda.
Il solo guardarlo mi provoca dolore per quanto forte è l'eccitazione, vorrei sfilare quel pezzo di stoffa ingombrante e farlo mio. Cerco di eliminare questi pensieri tenendomi alla larga da lui.
“Benvenuti!”. Esclama Evan dalla sua pedana. “Stasera per tutti voi ho organizzato una caccia al tesoro a coppie a tema Sodoma e Gomorra. Quindi non indugiate e lasciate prendere il sopravvento ai vostri istinti più nascosti.”.  Racconta con un sorriso malizioso. Conoscendo Evan ha in mente qualcosa.
“Le coppie sono già state scelte al vostro arrivo…”comincia ad elencarle, spero solo di non finire con qualche idiota. “Devan e Freya..”.
Mi giro verso Evan, che continua la lista, lo guardo esterrefatta, non può metterci insieme davanti a tutta questa gente che conosciamo, siamo pur sempre fratelli per gli occhi degli altri. “Ma sono fratelli, come possono essere in coppia insieme, metti Devan con una di noi!”. Esclama una ragazza facendo obiezione. “Le prove sono diverse per tutti, ogni coppia ha un tesoro diverso, unico, adatto solo a loro.”. Afferma criptico.
“Bene, che la caccia abbia inizio, il primo indizio lo troverete addosso a voi stessi!”.
Tra il putiferio generale di corpi che si palpano per trovare l’indizio, mi dirigo verso il giardino, che per la serata è stato illuminato. Sento dei passi dietro di me.
“Freya non vuoi giocare?”. Non mi volto nemmeno, per evitare qualunque seduzione. “Sai che non posso, non possiamo. La mia forza di volontà è già così flebile, non voglio rischiare qualche gioco perverso.”.  Gli confesso distrutta.
“Tu mi ami, ci siamo legati per l’eternità. Questo ostacolo che stai costruendo non esiste per me, e non dovrebbe nemmeno per te.”.
Mi giro sconfitta.
“No, non dovrebbe, ma è qui, nei miei pensieri, costantemente. Cosa diranno i nostri genitori? Cosa dirà il mondo? E se dovessimo avere dei figli, potrebbero essere malati. Andremo in prigione, nessuno accetterà questo amore.”.
Con passo svelto si avvicina e mi afferra per le braccia.
“Freya ascoltami, tra qualche anno questo mondo cesserà. Non dovrai dare spiegazioni a nessuno. Tu ne sarai al vertice con me, le nuove leggi, la nuova morale, saranno scelte da noi. Non stressarti così. L’unica cosa che importa è che tu mi ami e io amo te e semmai dovremmo avere dei figli non avranno alcun problema. Saranno loro a popolare il nuovo mondo.”
Per quanto contorto tutto ciò sia ha ragione.
“Ti darò una risposta entro stasera. Facciamo questo stupido gioco.”. Affermo sconfitta.
Grande errore partecipare. Ogni sfida consiste in qualche giochetto depravato al quale Evan non manca di assistere.
Tra una sfida e l’altra, una strusciata, un bacio rubato, qualche carezza di troppo, ci ritroviamo in una stanza con un frigorifero. Guardo Devan  sospettosa. Lo apro e all’interno trovo della panna in spray.
“Cosa ci dovremmo fare con questa?”. Chiedo confusa afferrando la panna e chiudendo il frigo.
“Vedi se c’è qualche istruzione.”. Suggerisce Devan.
Osservo l’oggetto e noto che ci sono le istruzioni, eccome se ci sono!
“Evan, Questa me la paghi! Non ho alcuna intenzione di fare ciò che c’è disegnato!”. Urlo.
Devan afferra la panna ed osserva le istruzioni.
“Tranquilla sorellina, se sei così riluttante, lo farò io.”. Afferma con malizia.
La sola idea mi eccita da morire, ma non posso fargli scoprire ciò che penso davvero.
Devan mi spinge delicatamente verso il muro, alza la mia tunica fissando l’estremità alla cintura in modo da scoprire dal ventre in giù. Non oppongo resistenza.
Si inginocchia davanti a me e con i denti morde l’estremità dell'intimo per farlo scendere lentamente da un lato, e aiutandosi con la mano libera sull’altro. Il suo sguardo non abbandona il mio. Si raddrizza e il suo respiro accarezza il mio sesso nudo, scuote la bomboletta e dopo qualche istante ne spruzza un po’ sull’ombelico. È fredda, ma presto la sua lingua calda prende il suo posto.
Il mio respiro si fa pian piano più veloce. Con la panna traccia una linea dell’ombelico fino a giù e con lenti baci e leccate comincia la mia lenta discesa verso il peccato.
Il respiro è incontrollato, il suo sguardo è magnetico. A vederlo così in ginocchio mi manda su di giri.
Prende nuovamente la panna e la usa per ricoprire il mio sesso, il contatto della lingua con la mia parte più intima mi manda in estasi, e credo anche lui. I suoi movimenti sono veloci e non appena la panna finisce, afferra la mia coscia e se la porta sulla spalla in modo da aprirmi e di affondare il suo viso tra le mie labbra. Tiro la testa indietro e la appoggio al muro. Non riesco a tenere gli occhi aperti e i miei gemiti riempiono la stanza, non avevo idea di quanto mi fosse mancato il suo tocco, la sua passione e il tormento per me.
Con le mani cerco di mantenermi al muro mentre comincio a muovere i fianchi desiderosa di finire e di sentire quella frenesia che mi porterà alla pazzia prima o poi.
Qualche istante ancora è il mio tormento finisce nella bocca del mio seduttore.
Si alza e mi sorregge per la schiena mentre mi appoggio a lui ancora ansimante.
“Non posso rinunciare a te. È troppo doloroso sia fisicamente che mentalmente. Non voglio negarmi l’unica possibilità di felicità. Sono stata stupida a non scegliere te sin dall’inizio. Perché la risposta è sempre stata sì, ero solo troppo cieca per vederla.”. Senza lasciarmi finire, mi zittisce con un bacio. Come mi sono mancati i suoi baci.
“Evan, lo sai che dovrò ucciderti ora?”. Afferma interrompendo il bacio. Lo guardo confusa finché non noto la figura di evan nella penombra della stanza.
“Ma io sono dalla vostra parte, non lo dirò a nessuno.”. Dice guardingo alzando le mani prima di accasciarsi a terra tra spasmi. Lentamente Devan si avvicina a lui e lo guarda mentre si contorce.
“Se percepisco anche il solo minimo dubbio su di te, non vedrai il giorno dopo.”. Pronunci ogni parola lentamente facendomi venire i brividi. Non sono abituata a vederlo così, ma non smetterei mai di assaporare quel potere selvaggio che emana. Liberato Evan, mi prende la mano e mi porta verso la macchina.
Quando comincia a guidare gli chiedo:
“Dove andiamo?”.
“In un posto dove potremo stare soli.”.
Arriviamo alla spiaggia. Devan prende una coperta dalla macchina, la porta sulla spiaggia e la stende sulla sabbia umida dalla notte.
“Avevi in programma di venire qui?”. Gli chiedo.
“Può darsi.”. Risponde criptico con un sorriso.
Si siede, mi fa appoggiare a lui tra le sue gambe abbracciandomi dal freddo.
“Ti chiedo di non fidarti di Evan. Per quanto sia sempre amichevole, potrebbe divenire un nemico un giorno. Fidati solo di me.”.
Annuisco con la testa alle sue parole.
“È bellissimo qui di notte, quando non c’è nessuno. Odio questo posto di giorno, e la sabbia.”
“Lo so.”. Risponde dolcemente.
Fa una risata che gli fa vibrare il petto. Lentamente mi lascio cullare dal rumore delle onde in un sonno leggero. Sento però Devan che mi porta in braccio in macchina e poi nel mio letto, per stringermi a lui e abbandonarsi al sonno con me.



Ringrazio DarkYuna91 per le correzioni e la pazienza!
Check her out~

Ringrazio anche tutti quelli che continuano a leggere e a commentare!!
Grazie~

▪︎Nana▪︎


L'altra parte di me (Michael Langdon 2.0 Sequel) BOOK ONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora