Visite e ricordi

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Erano le quattro e mezza ed Hazel era ferma davanti alla porta di casa di Isaac, era come se le mancasse la forza di bussare, aveva paura di ritornare in quel posto e rivedere gli occhi di Augustus che la seguivano in ogni movimento. Scosse la testa , capì che purtroppo lui non sarebbe mai tornato e si decise a bussare.

Isaac uscì dopo qualche secondo, non avendo più la vista aveva sviluppato molto bene gli altri sensi e camminava senza alcuna difficoltà ma Hazel insistette nell'aiutarlo.

Il viaggio in macchina fu abbastanza silenzioso e quando arrivarono ad Hazel parve di avere un macigno sullo stomaco solo nel rivedere quel luogo, si domandò cos'avrebbe provato non appena sarebbe entrata e chi avrebbe rivisto su quelle sedioline di plastica.

-Siamo arrivati - sussurrò flebilmente.

Isaac sospirò pesantemente ed annuì, anche lui non era molto pronto a ritornare in quel posto ma sapeva che doveva farlo per Hazel, per aiutarla.

- Andiamo - rispose stringendole lievemente la mano e sforzandosi di sorriderle. Dalla morte di Augustus i due erano diventati inseparabili, erano come fratelli. Condividevano lo stesso dolore e la stessa difficoltá ad andare avanti.

Hazel aprì la portiera e scese dopodiché aiutò anche Isaac e chiuse la macchina. Trascinò la bombola fino all'entrata e all'improvviso si fermò. Prese la mano dell'amico e la strinse forte, lui ricambiò la stretta.

- Andrà tutto bene - Isaac cercò di rassicurarla ma invano poiché nemmeno lui era così sicuro di ciò che le diceva.

Entrarono e decisero di prendere le scale nonostante per Hazel fosse estremamente faticoso. Arrivati nel cuore letterale di Gesù Hazel vide che il cast era totalmente cambiato. Non c'era più nessuno di quelli che ricordava. In un angolo in fondo alla sala c'era una sediolina di plastica, Hazel la riconobbe; era la sediolina dov'era seduto Augustus la prima volta che era andato al gruppo di supporto.

Strinse la presa sulla mano di Isaac e andò a prendere un bicchiere di limonata e dei biscotti per entrambi, improvvisamente le era venuta una voglia di mangiare e sebbene fosse strano lei non ci fece caso essendo troppo preoccupata della sua scelta.
Era stata una scelta saggia la sua? O aveva sottovalutato il peso dei ricordi e dei cambiamenti?
Probabilmente la seconda vista la sua espressione preoccupata e la stretta salda nella mano di Isaac.

Ad un tratto le si avvicinò una bambina, doveva essere dell'età di dieci anni. Aveva dei lunghi e mossi capelli biondo cenere e due occhi color cioccolato che la guardavano curiosa. Hazel si sentiva un po' in soggezione ma provava una simpatia indistinta verso quella bambina che la scrutava e sembrava volesse dirle qualcosa.

- Heilà - se ne uscì alla fine Hazel cercando di fare il tono più amichevole possibile.

- Ciao. Tu come ti chiami? - la voce della bambina era molto acuta e per niente timida.

- Hazel.. e tu?- la loro piccola conversazione fu interrotta da Isaac che si schiarì la voce e sussurrò all'orecchio di Hazel un "Con chi parli?" appena udibile. La ragazza gli rispose e poi si rivolse alla bambina aspettandosi una risposta.

- Sophie -

- E' un bellissimo nome - si complimentò Hazel rivolgendole un sorriso. Forse quello era il suo primo sorriso vero da un mese a questa parte. Quella bambina riusciva a metterle allegria con poche, sincere e semplici parole.

-Grazie! Anche il tuo. Sei nuova?- la ragazza rimase perplessa da quella domanda. Non sapeva cosa rispondere, era da tanto tempo che non andava al gruppo di supporto ma comunque lo aveva frequentato. Si limitò ad annuire sperando che l'incontro iniziasse presto.

Colpa delle stelle 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora