Decisioni.

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I giorni dopo il controllo passarono veloci, come le pagine di un libro che ti piace tanto e che leggi cosí velocemente da sentirti vuota arrivata alla fine.
Ecco, la vita di Hazel Grace Lancaster poteva essere paragonata ad un libro, magari uno di quelli dagli inizi tragici e monotoni ma che poi dopo po' si rianimano con una storia d'amore, eh giá, le storie d'amore riescono ad aggiustare sempre tutto.
L'amore è la risposta a tutto.
Ti manca qualcosa? Riempi il vuoto con l'amore.
Sei triste? Basta una coccola, una parola dolce e tutto passa.
Sei arrabbiata? Non riuscirai a resistere a lungo davanti ad un bacio dolce.
E quando manca l'amore? Merda.
Quando manca l'amore si è fregati. Hazel aveva provato sulla sua pelle cosa significasse vivere senza amore "A confronto il cancro lo preferisco" aveva accennato una volta al suo amico Isaac.
Quella notte Hazel si girava e rigirava nel letto facendo strani sogni in cui sognava il suo Gus.
-Che succede?- aveva chiesto lei spaventata alla terza volta che era ricomparsa in quello strano limbo ritrovandosi un Gus sorpreso, o meglio, terrorizzato davanti.
-Hazel Grace, devi andartene- sussurró lui avvicinandosi alla ragazza.
-Gus ma che succede?-
-Ascolta, non è mai successo che qualcuno ritornasse cosí tante volte nel limbo, è troppo pericoloso!-
-Io.. non.. io non voglio ritornarci, o meglio, non lo so... io-..- balbettava Hazel confusa e sull'orlo di una crisi di pianto.
-Hazel Grace, è la tua mente che continua a portarti qui.. devi andartene o il nostro bambino rimarrá orfan-..- prima che potesse finire Hazel lo interruppe alzando la mano e con le lacrime che le pungevano gli occhi.
-Gus, è da quando ti ho visto qui, in questo limbo o come si chiama che continuo a pensare che io non ci riesco.. senza di te non ci riesco.
Quando eri qui con me sembrava andare tutto bene, riuscivi a farmi dimenticare di essere malata anzi in qualche modo mi hai fatto ringraziare la mia malattia perché se non fosse stato per essa non ti avrei mai conosciuto e.. non riesco nemmeno a pensarci, ti giuro mi viene da piangere al solo pensiero.
Per la prima volta da quando te ne sei andato vederti qui è stato un qualcosa di inspiegabile, ho capito quanto ti amo e ,Dio, ti amo piú di ogni altra cosa al mondo.
Non posso piú negare a me stessa che senza di te non vivo, ho provato ad andare avanti, a sorridere, a ritornare al gruppo di supporto ma tutto parla di te.
Tutto. Perfino le mura del gruppo di supporto parlano di te.
Dimmelo, dimmelo tu come faccio a vivere senza di te. Senza i tuoi baci, senza le tue assurde metafore senza senso che peró sono adorabili, senza le tue sorprese, senza i tuoi sguardi, senza te al mio fianco.
Dovrei davvero riuscire a sopportare tutto questo sapendo che se solo mi lasciassi andare potrei raggiungerti.. potrei finalmente essere felice.
Io non sono cosí forte da resistere Gus, eri tu quello forte e ora senza di te sono nulla.
Sono vuota, stanca, senza aspettative, se non fosse per Augustus Jr. non avrei altro motivo per vivere.
E comunque io non vivró a lungo, i medici hanno detto che le mie aspettative di vita sono di al massimo sei mesi.
Quindi Gus, dimmelo tu che devo fare, prima o poi ti raggiungeró lo stesso e credimi non ce la faccio piú a sopportare questa lenta e atroce agonia di cancro, vorrei solo lasciarmi andare...- non appena Hazel terminó non si rese nemmeno conto di star piangendo fino a quando Gus non le asciugó le lacrime dolcemente, anche lui stava piangendo.. non aveva mai capito fino in fondo quanto l'amore della sua vita stesse soffrendo e vederla in quel modo lo distruggeva.
-Amore mio- soffió leggermente sulle sue labbra avvicinandosi – mi dispiace. Non pensavo soffrissi in questo modo, vorrei poter tornare da te e abbracciarti, baciarti e rassicurarti. Se vuoi lasciarti andare non te lo impediró ma ti chiedo solo di pensare alle conseguenze, al dolore e al devasto che provocherá il tuo vuoto..- concluse baciandola a fior di labbra e poi piú forte, piú intenso. Era un bacio disperato, uno di quelli pieni di lacrime salate e parole non dette.
-Ti amo Hazel Grace, e se deciderai di lasciarti andare io saró qui ad aspettarti sempre, e credimi impazzisco dalla voglia di averti qui con me perché non c'è altra cosa che vorrei con tutto me stesso..- sussurró quelle parole continuando a baciarla dolcemente e a cullarla tra le sue braccia per farla calmare.
-Gus.. io.. – singhiozzó Hazel confusa piú che mai.
Gus aveva ragione, la sua mancanza avrebbe portato un dolore inimmaginabile soprattutto alla sua famiglia ma sarebbe avvenuto comunque.
Cosa doveva fare? Dannazione!
Proprio mentre stava per chiedere a Gus di aiutarla, sebbene le avesse detto che la decisione era la sua, tutto quello svaní.
Gus, quello strano posto che era simile ad una stanza illuminata ma senza finestre e senza uscite, impossibile ed irreale.
-Ti amo Gus- aveva sussurrato Hazel Grace prima di svegliarsi di soprassalto scossa per un braccio da sua madre che la guardava con gli occhi che le brillavano.
-Mamma! Che succede?- le chiese Hazel sbadigliando e rimpiangendo di essere stata svegliata.
-Hanno trovato una cura. Al tuo cancro. Si, tesoro mio non è un'illusione, ce l'abbiamo fatta! Puoi continuare a vivere la tua vita normale..-
Per i suoi genitori quella notizia era la piú bella del mondo ma allora perché lei non era felice? Perché si sentiva vuota e malinconica? Poteva vivere la sua vita, sana e felice.. ma lei lo sapeva bene, la sua vita non sarebbe stata felice. Per niente.
Nel tardo pomeriggio, dopo aver visitato medici ecc. ed essere stata sottoposta ad analisi ecc., Hazel era stremata e sull'orlo di piangere.
Sua madre si era offerta di badare al piccolo Augustus Jr. avendo visto il viso stanco e provato della figlia.
La decisione di Hazel fu unica e irrevocabile quando lesse l'elogio funebre che aveva scritto per Gus e le lettere che Gus aveva mandato a Van Houten.
Dopo aver passato il pomeriggio restante a scrivere lettere Hazel si alzó dalla sua sedia e andó in bagno, tiró fuori quanti piú contenitori di pastiglie riuscí a trovare e una volta aperti inizió ad ingerire un mix di tutte quelle strane pillole.
Dopo pochi minuti si sentí stanca e incredibilmente debole e crolló sul letto perdendo conoscenza.
Sentendo il grande tonfo i genitori accorsero preoccupati e la scena che gli si figuró davanti fu una delle piú orribili.
Subito l'avevano portata in ospedale e dopo una lunga e dolorosa nottata il medico si decise ad uscire dalla stanza di Hazel, stanco e provato, e si diresse verso i genitori della ragazza.

SPAZIO AUTRICE 

OOOOOOkay so che ora vorrete uccidermi perché vi lascio il finale col fiato sospeso ma sono sicura che vi piacerá questo capitolo. 
L'ho scritto di getto e mi scuso se c'é qualche eventuale errore di battitura ma come ho giá detto avendo comprato un portatile nuovo all'estero la tastiera é differente e mi devo ancora abituare.
Un bacio, buona lettura e al prossimo capitolo :D

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