L'amore è per sempre

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Il tempo scorreva come dei granelli di sabbia in una clessidra senza fondo: lento e interminabile. Isaac attendeva fuori la stanza di Hazel da quando quel medico gli aveva chiesto di rimanere lì.

Per la prima volta il ragazzo non sapeva cosa diamine fare. Voleva essere utile per salvare la sua amica. Voleva rimanere con lei, al suo fianco per aiutarla proprio come aveva fatto lei.

Nella stanza le gocce di pioggia sembravano andare a ritmo con i bip della macchina fissata vicino ad Hazel.

La ragazza non capiva cosa stesse succedendo. Era tutto buio tranne una parte in lontananza dove brillava una luce fioca. Sebbene non fosse tanto forte Hazel si trascinò fino ad essa, lentamente, passo dopo passo come se avesse timore di quella strana luce. 

Una volta arrivata si ritrasse istintivamente. Aveva paura di attraversarla, oramai si era fatta più brillante, quasi l'accecava. 

La ragazza si fece coraggio ed attravesrò sobbalzando quando un bagliore luminoso le colpì il viso. 

Era in un luogo totalmente bianco. Non c'era niente se non un'ombra che in lontananza si stava avvicinando.

Man mano che avanzava la forma acquisiva dettagli: occhi azzurri, una sigaretta pendente dall'angolo della bocca, una polo e degli stupendi capelli corvini.

Era Augustus, il suo adorato Gus. Hazel strabuzzò gli occhi incredula. Pensava che tutto ciò fosse solo un sogno o ancora peggio un illusione. 

Si ricredette quando Gus le sorrise e le parlò con la sua voce sexy:

-Ciao Hazel Grace. Come stai?- il suo tono lasciava trasparire solo serenità. Come se si fossero visti circa dieci minuti prima.

Hazel non riuscì a proferire parola se non un piccolo sussurro: -Augustus...- dopodiché scoppiò in lacrime inzuppandogli la polo come quella volta ad Amsterdam. 

Lui non fece nulla se non ricambiare forte il suo abbraccio sussurrandogli parole dolci all'orecchio e accarezzandole la schiena. Quando finalmente i singhiozzi si placarono Hazel riuscì a chiedere solo una cosa: - Sono morta?-
-No Hazel Grace. Questo è una specie di limbo dove decidi tu -il cinquanta percento delle volte- se vivere o morire.-

-Ma all-..-

-No Hazel Grace. Nel mio caso non c'era scelta o meglio c'era: morire o morire- aggiunse Gus capendo al volo la domanda della ragazza che si limitò a chinare il capo con le lacrime agli occhi.

Augustus le rialzò il mento con le dita e continuò:

-Amore mio, io oramai appartengo a questo mondo, e anche se vorrei con tutto me stesso che tu potessi ammirare quanto è bello quel qualcosa con la "Q" maiuscola non voglio che NOSTRO figlio sia orfano. Sono sicuro che tu starai meglio con lui. E quando arriverà il momento potremo stare insieme per sempre. Ma ora devi tornare dal piccolo. Lui ha bisogno di te. E poi cosa farà Isaac senza di te? Sei l'unica persona che gli è rimasta al mondo, non puoi abbbandonarlo-

Ciascuna di quelle parole era come una pugnalata al cuore per Hazel. Sapeva che tutto ciò che diceva era giusto ma in qualche modo non voleva accettare la realtà.

Spesso siamo costretti a prendere decisioni che non vogliamo anche se in fondo sappiamo che lo facciamo per il bene di qualcuno o semplicemente per il nostro.

Non sappiamo cosa ci riserveranno le nostre scelte, Hazel semplicemente non voleva saperlo.

Si nutriva della speranza che Gus, il suo Gus, sarebbe potuto tornare da un momento all'altro con la sua sigaretta tra le labbra e con le sue assurde ma adorabili argomentazioni.

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