Una luce di speranza

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 Erano passati due giorni da quando Hazel era arrivata in ospedale ed era stesa su quel lettino priva di sensi. I genitori erano rimasti tutto il tempo nella stanza per starle accanto sperando che non fosse successo nulla. Le pareti erano di una sfumatura fredda tendente al blu oltremare, ai genitori di Hazel ricordavano quando da bambina le piaceva stare ore e ore in spiaggia a giocare. Gli vennero in mente anche ricordi dolorosi riguardanti la malattia e tutte le notti passate in quell’ospedale nel vedere la loro unica figlia sul punto di morte e non poter fare niente. 

Ogni giorno Isaac andava a trovare la sua unica amica in ospedale, le si sedeva accanto e le continuava a ripetere di dover essere forte com’era sempre stata e di dover svegliarsi.

Circa una settimana dopo il suo arrivo in ospedale Hazel si risvegliò. Aveva un senso di nausea molto accentuato e le vertigini. I dottori entrarono sul tardo pomeriggio con una cartellina in mano, salutarono i genitori di Hazel e poi si rivolsero alla ragazza.

<< Dunque Hazel, ti è mai capitato di provare un senso di nausea, vertigini e fitte allo stomaco? >> aveva descritto la condizione fisica della ragazza in poche semplici parole.Lei annuì preoccupata, le riusciva difficile persino parlare.

Il dottore le rivolse un sorriso e poi fece cenno ai suoi genitori di attenderlo fuori. Quando uscirono il dottore si mise seduto e guardò Hazel negli occhi come per capire cosa stesse provando in quel momento.

<< Sei incinta Hazel>> la ragazza strabuzzò gli occhi ed assunse un’espressione corrucciata. Pensò subito ad Augustus e al fatto che di lì a poco tempo avrebbe avuto un Augustus junior che però sarebbe stato orfano di padre. Rifletté a lungo e dapprima gli sembrò una notizia splendida ma dopo qualche minuto si rese conto della verità: lei era malata.

<< M-ma io ho un c-cancr-o >> sussurrò con voce appena udibile. Le costava una fatica immensa parlare ma comunque si sforzò di farlo. Aveva bisogno di sapere e parlare era l’unico modo.

<< Lo so Hazel, lo so. Se partorirai il bambino potresti morire ma se portassimo avanti le cure il tuo piccolo potrebbe morire.>> a lei non importava nulla della sua salute ma le stava a cuore quella del suo bambino. Sapeva che non sarebbe sopravvissuta se avesse messo alla luce quella piccola creaturina indifesa che stava crescendo nella sua pancia. Lei voleva solo che il piccolo Augustus Junior vivesse e che diventasse come suo padre.

Chiese al dottore di riposare poiché era priva di forze e non era di certo in grado di sostenere una conversazione su un argomento così delicato ed importante.

La notte le portò consiglio e l’indomani si svegliò con Isaac al suo fianco, i suoi genitori probabilmente erano a casa a riposare costretti dal dottore.

Hazel si sforzò di spiegare la faccenda ad Isaac e quando seppe che aspettava un bambino le sorrise e l’abbracciò forte, era felice che il mondo avrebbe potuto avere un altro Augustus. Quando però divenne consapevole delle condizioni di Hazel e che non sarebbe sopravvissuta al parto ebbe un tuffo al cuore. Chinò il capo e strinse i denti per non piangere, prese la mano di Hazel e gliela strinse cercando le parole giuste per esprimere la sua rabbia e tristezza per quella situazione.

Non poteva ancora credere che sarebbe morta se avesse dato alla luce il piccolo Augustus e non lo voleva credere! Pensava che forse tutto questo sarebbe cambiato, forse avrebbero trovato il modo di far vivere entrambi ma Hazel diventava ogni giorno più debole.

<< Fammi una promessa >>

<< Si>> rispose Isaac voltandosi verso di lei.

<< Cresci tu il bambino>> in quel momento capì la scelta di Hazel e anche se gli era difficile accettare tutto questo, non voleva perdere la sua migliore amica ma nemmeno il piccolo Augustus.

Isaac annuì incapace di proferire parola e poi si sedette accanto a lei accarezzandole i capelli per farla addormentare.

Il sonno di Hazel fu tranquillo ed in quell’arco di tempo pensò molto alla scelta che stava facendo ed ogni minuto che passava si convinceva che aveva preso la decisione giusta e che il piccolo era più importante della sua stessa vita.

I mesi seguenti passarono molto in fretta. Isaac ogni giorno era al suo fianco e l’aiutava in qualsiasi cosa mentre i suoi genitori vegliavano su di lei e si assicuravano che stesse bene.

Il senso di debolezza si attenuò ma non del tutto. Il giorno del parto arrivò ed improvvisamente Hazel si sentì debole, molto più del solito.

Iniziato il travaglio sentiva fitte lancinanti alla pancia, non riusciva a parlare e a stento respirava. All’improvviso udì il pianto del bambino, del suo bambino, sorrise e chiuse gli occhi per la stanchezza.

I medici cercarono di svegliarla ma capirono che quello sforzo l’aveva portata in coma. Non si svegliava ma il respiro era regolare. Isaac entrò nella stanza dove l’avevano portata e si sedette con il piccolo Augustus Junior in braccio accanto ad Hazel rimanendo a guardarla e a cullare il piccolo.

Era viva, si era in coma ma era viva e Isaac era convinto che si sarebbe risvegliata. Mantenne la promessa di Hazel e curò il piccolo insieme ai genitori della ragazza. Nei due mesi successivi Hazel non diede segni nè di miglioramento nè di peggioramento. Il piccolo cresceva a vista d'occhio e le sue piccole fossette facevano incantare tutti. Un giorno Isaac approfittò che non c'erano i genitori di Hazel e le sedette accanto col bambino.

<< Sai, è bello essere padre. Credo che Augustus avrebbe amato esserlo. Ti senti importante per qualcuno anche se quel qualcuno la fa ogni due minuti nel pannolino. Hazel io credo anzi sono sicuro che tu ti sveglierai, ma ti prego fallo al più presto. Io, Augustus Junior e la tua famiglia abbiamo bisogno di te quindi ora ti prego svegliati>> si fermò e trasse un bel respiro. Si rivolse verso Hazel e passò una mano delicatamente sui suoi occhi che erano ancora chiusi. Isaac si alzò ed uscì dalla stanza per prendere un bicchier d'acqua ma quando ritornò sentì che c'erano dei medici intorno ad Hazel che parlavano e due infermieri che lo trattenevano fuori dalla stanza dicendogli che in quel momento non poteva entrare. 

Cosa diamine succede? pensò Isaac.

Colpa delle stelle 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora