Is she my daughter?

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Harry's point of view

Nel bel mezzo della notte mi svegliai sentendo un rumore, ero ancora nel sonno perciò non capii da dove provenisse.

Mi alzai e cercai di fare il più piano possibile per non svegliare Abbie.

Aprii la porta e trovai una bambina. Aveva dei capelli biondi ed un paio di occhi verdi o azzurri, non si capiva bene. Indossava un jeans,una magliettina e un cappottino e aveva una piccola valigia e dei fogli in mano.

Quando mi vide le si illuminarono gli occhi.

Chi era? Una fan non poteva di certo essere, chi avrebbe mai lasciato la propria figlia girare per le strade solo per incontrare il proprio idolo.

Dato che la fissavo senza dire nulla da un paio di minuti mi abbassai per arrivare alla sua altezza e le chiesi come si chiamasse.

«Mi chiamo Allison e ho sei anni.» Rispose sorridendo mostrandomi tutti i dentini.

Le sorrisi anch'io, questa bambina aveva un sorriso contagioso.

«Wow, è un bellissimo nome Allison. Allora cosa ci fa qui a quest'ora una bella bimba come te?» Le chiesi il più dolcemente possibile trattandosi di una bambina anche se avrei voluto solo dormire per la troppa stanchezza.

A quella domanda il suo sorriso scomparve. Si toccò le piccole mani e poi mi rispose con una risposta alla quale non ero assolutamente pronto.

«Sono tua figlia.»

Questo era sicuramente uno scherzo, non poteva spuntarmi qui una bambina e dirmi che ero suo padre. Io Harry Styles, padre.

«Ascolta, ti consiglio di chiamare i tuoi genitori e di farti portare a casa perché non è sicuro per te stare qui.»

Mi guardò impassibile e continuò. «Tu stavi con una ragazza sei anni fa, Jane e..poi sono nata io ma tu non c'eri. Qui c'è scritto tutto.» mi porge il foglio che aveva appoggiato sulla valigia e trovo scritti tutti i dati di questa bambina ma mi soffermo su un dato: Allison Diane Styles, nata a Boston il 13 Agosto 2012.
Madre   Jane Eve Campbell,
Padre   Harold Edward Styles.
La mia testa cerca di tornare indietro nel tempo. Mi ricordo di Jane, l'avevo incontrata durante il tour negli Stati Uniti d'America perché lei era di Boston, e siamo stati per un un paio di mesi insieme ma lei aveva dei problemi a gestire la rabbia, prendeva sempre delle pillole e insomma aveva un paio di problemi. Poi come un lampo, mi ricordo qualcosa.

Quando facevamo l'amore, non mettevo mai il preservativo ma le facevo sempre prendere le pillole. Un giorno dopo una forte litigata decisi di andarmene perché come ogni volta lei iniziava a diventare pazza ed era meglio se stava sola per calmarsi. Quando stavo per andarmene le dissi «ricordati la pillola, non siamo in grado di gestire noi stessi, figuriamoci un bambino.» mi mandò un occhiata gelida e dopo avermi mandato al diavolo «non prenderò quella fottuta pillola.» ma non diedi per niente peso a quelle parole, pensavo fosse solo una frase dettata dalla rabbia.

Adesso riuscivo a vedere tutto più chiaro, da allora io non vidi più Jane e se lei quella notte non prese davvero la pillola potrebbe sul serio essere nata una bambina. Ma adesso lei dov'era? Perché non era con lei? Aveva sul serio lasciato sua figlia, nostra figlia, da sola a cercarmi?

«Adesso Jane dov'è?» le chiesi quindi.

Lei assunse un'espressione triste con un broncio adorabile ed istintivamente sorrisi.

Portò un dito in alto e «lei è lassù, e mi protegge sempre.»

Ci misi un attimo a capire cosa significasse quella frase e non potei non provare una strana sensazione nello stomaco. Anche se è passato tanto tempo, Jane è stata comunque una piccola parte della mia vita e credo che adesso avrò qualcosa o meglio dire qualcuno, che me la ricorderà per sempre.

Sospirai passandomi una mano tra i capelli, non sapevo cosa dire.

«Sei da sola tu quindi? Non c'è nessuno con te?»

«Sono venuta qui con un'amico di mamma, mi ha accompagnato lui ma adesso se n'è andato.»

Per l'ennesima volta, sospiro. Cosa dovrei fare con lei adesso?

Dopo un paio di secondi di silenzio «non mi credi vero?». Sapevo che si riferisse al fatto di essere mia figlia.

Non potevo non crederle, coincideva tutto ma non riuscivo a credere di essere padre. Questo non sarebbe dovuto succedere, non adesso. Sarà un casino per me, la mia vita, il mio lavoro.

«I-io non lo so, facciamo così intanto adesso entri dentro mh? Domani vediamo cosa fare.» la invitai ad entrare e lei un po insicura entrò. È abbastanza intelligente per la sua età, sembra più grande dell'età che ha anche se è bassina e credo ne abbia preso da Jane.

«In quella valigia hai i tuoi vestiti?» chiedo sedendomi sul divano della camera.

«Sì, cosa dovrei avere?» dice ridacchiando un po' e non posso fare altro che ridere con lei, la sua risata è così carina e contagiosa. Nel frattempo tira fuori dalla sua valigia un pigiama rosa con dei disegni gialli e viola e successivamente alza gli occhi verso di me come a volermi chiedere aiuto.

«Ti serve una mano?»

Annuisce, così la porto in bagno e la aiuto a mettere i vestiti in una cesta.

«Devo lavarmi i dentini.» dice dopo essersi messa il pigiama. Ridacchio per la sua infantilità e «puoi prendere il mio spazzolino per favore? È nella valigia.» mi chiede, così le prendo lo spazzolino e dopo essersi sistemata ci mettiamo a letto.

«Chi è lei?» chiede notando Abbie dormiente.

«Lei si chiama Abbie, è la mia fidanzata.» annuisce non molto sicura e appoggia la testa sul cuscino fissandomi con un sorriso felice.

«Sono contenta di essere qui, grazie Harry.» queste sue parole bastano per farmi sciogliere, mi sento così confuso. So che la mia vita cambierà e non so se sono pronto a tutto ciò, ma non ho altra scelta. La vita mi ha messo davanti al fatto compiuto e non posso tirarmi indietro, si tratta di una bambina poi.

Quando sto per trovare le parole giuste per rispondergli mi accorgo che si è addormentata e un sorriso spontaneo cresce sulle mie labbra, non riesco a smettere di sorridere da quando ho incontrato questa bambina, tutto ciò che fa o dice mi trasmette una felicità che provo solo con poche persone. La copro un po' di più con la coperta e prima che io possa rendermi conto di quello che sto facendo, la mia mano si appoggia sulla sua guancia accarezzandola. È così morbida e sembra che si senta più serena con la mia mano a riscaldarla.

Sento che questa bambina mi cambierà.

daughter of a singerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora