Connor~Oc {2}

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Mi chiamo Sophie. Ho 23 anni e non avrei mai immaginato di ritrovarmi in quello stato quel giorno. Mi ero recata in visita di mio zio che da qualche anno ormai aveva scoperto di avere una malattia degenerativa, quindi molto spesso mi chiedeva di andarlo a trovare per aiutarlo. Decise successivamente di acquistare un androide, per colmare le mie assenze a causa degli studi. Poi decisi che quel giorno lo avrei passato con lui, ma qualcosa non andava in quell'androide: il suo led era sempre fisso sul rosso fuoco e spesso non obbediva ai comandi di mio zio. Poi successe l'impensabile: lo uccise. Nel tentativo di fermare la furia dell'androide mi avvicinai ad esso ma fui colpita alla spalla con lo stesso coltello con cui pugnalo' mio zio, provocandomi così un ferita profonda e sanguinante. Mi colpi' anche al braccio e alla gamba destra e ciò mi rese molto debole e incapace di camminare correttamente. Pensavo al peggio ma poi...

<Oddio Connor, prendiamola e portiamola subito all'ospedale più vicino!> La ragazza, respirando affannosamente, era riversa in un lago del suo stesso sangue, proveniente dalle tre ferite profonde sulla spalla, sul braccio e sulla gamba destra. <Tenente sta perdendo troppo sangue, dobbiamo fare in fretta!> Dopodiché la prese a mo' di sposa e scattò fuori dall'edificio intento a trasportarla all'ospedale più vicino con un taxi, chiamato poco prima di uscire dalla casa. Nel mentre la ragazza sembrava non rendersi conto della situazione in cui si trovasse, continuava a pronunciare il nome della zio, invano, probabilmente non ricordandosi di cosa sia successo precedentemente. Passò qualche minuto e poi la ragazza svenne tra le braccia di Connor, il che fece traballare il suo led tra il giallo e il rosso. <Ha perso i sensi... Diamine dobbiamo fare in fretta!> Nel mentre si ricordò che quella ragazza fosse fondamentale per il caso a cui stavano collaborando poco prima con Hank, era di vitale importanza interrogarla per capire cosa fosse successo e così decise di analizzarla per scoprire qualche informazione: <Il suo nome è Sophie Katterson, ha 23 anni, nata il 31 gennaio dell'anno 2027. Ha perso la madre in un incidente stradale, poco prima del suo terzo compleanno> La guardò dispiaciuto, quella ragazza dai lunghi capelli castani nata e cresciuta senza l'amore di una madre. Arrivarono circa dieci minuti dopo all'ospedale, l'imponente edificio che si presentava loro sembrava essere di un certo livello, e fu quello che Connor si sperava, era giovane per lasciare quella vita così presto. Lasciò la ragazza agli infermieri che se ne presero cura. Qualche ora dopo un dottore si avvicinò all'androide, rimasto in sala d'attesa come unico ospite per la ragazza in assenza di altri. <Conosce la ragazza?> Il dottore prontamente si mise all'opera per avere delle informazioni sulla propria paziente. <No, non ho mai visto questa ragazza. Oggi con il mio collega stavamo indagando su un nuovo caso di omicidio e quanto pare, lei è rimasta coinvolta. Il deviante che l'ha colpita le ha provocato tre ferite profonde e così quando l'abbiamo trovata era riversa in una pozza di sangue. Ora come sta?> <Per i dolori forti di cui si lamentava la ragazza, abbiamo preferito sedarla, ora sta dormendo tranquillamente, se comunque vuole farle visita si trova nella stanza 120> <La ringrazio>. Avrebbe preferito parlare con Sophie una volta sveglia, ma una strana sensazione lo spingeva a presentarsi nella sua camera intento a riosservare quei lunghi capelli color nocciala, uguali agli occhi e si sarebbe perso tra gli accentuati e dolci lineamenti della ragazza. Era qualcosa di nuovo per Connor e aveva intenzione di sperimentarlo. Con un piccolo aiuto delle braccia si prestò ad alzarsi molto velocemente e si recò alla stanza 120. Arrivò di fronte la porta poco socchiusa in cui si poteva scorgere il viso di Sophie, naturalmente con gli occhi chiusi essendo sedata. Poco prima che entrasse lo stesso dottore lo fermò informandolo delle attuali condizioni della ragazza. <Ha perso molto sangue a causa dell'incidente, fin troppo. Le abbiamo fatto una trasfusione e le abbiamo bendato le ferite per prevenire qualsiasi tipo di infezione in caso di ferite aperte. La ragazza non è in pericolo di vita, certo, ma non è proprio nelle ottime condizioni>. Detto questo il dottore lasciò Connor e si allontanò intento ad accogliere dei nuovi pazienti. Una sedia era posta proprio accanto al letto, Connor senza fare troppi rumori, la alzò e la posiziono' accanto alla ragazza, ora poteva osservare bene ogni dettaglio di quel piccolo viso. Di colpo' il suo led passò dal blu ad un rosso il che fece sobbalzare l'androide. Voleva... prenderle la mano e tenerla stretta fra la sua, un gesto voluto e non dettato dal suo programma, un gesto nuovo. Così fece: prese la mano di Sophie tra la sua e lasciò il tempo scorrere senza mai staccarle gli occhi di dosso. Qualche ora dopo Hank fece la sua comparsa nell'ospedale, chiedendo in modo sbrigativo dove fosse Connor e la ragazza soccorsa quel giorno. Appresa l'informazione si precipitò nella camera 120. Apri' lentamente la porta scorgendo Connor che teneva stretta la mano della ragazza con il suo led fisso su un giallo. <Ehi Connor, che... stai facendo?> L'androide come preso alla sprovvista, si senti' di non dover raccontare ciò che provava in quel momento ad Hank, magari l'avrebbe fatto un altro giorno. <Mi appresto a controllarla ogni minuto sia per la sua temperatura corporea e sia per il suo battito cardiaco> Menti'. <Ma per quello ci sono i dottori Connor, quello che l'ha visitata e la presa con sé mi ha riferito che ora non è in pericolo di vita e sta bene, quindi non ti preoccupare> <Allora come procede il caso Hank?> Connor si affrettò a cambiare discorso, non era il posto giusto per parlare di lui ora. <Il deviante, come mi avevi detto, si è consegnato alla polizia. All'interrogatorio non ha detto che altro che "sono colpevole" con tanto di dettagli sull'omicidio. Quando gli abbiamo chiesto della ragazza, ha tenuto la bocca chiusa e non ha più parlato> <Naturalmente la ragazza, una volta in condizioni ottimali, dovrà essere interrogata per far luce sul caso. Vorrei tornare al dipartimento, vorrei interrogare io stesso il deviante Hank> <Va bene, torneremo qui quando la ragazza si sveglierà>. E proprio quando stavano per uscire, Sophie apri' leggermente gli occhi facendovi entrare uno spiraglio di luce, il che le fece subito chiudere gli occhi. Poteva intravedere due sagome intente ad uscire dalla sua stanza: un uomo e un... Androide. Poi si riaddormento'.

~Detroit Become Human_One-Shots~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora