Capitolo XVI-Non doveva finire così.

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Per i momenti di semplicità, per chi rimane e per chi se ne va, per le volte che cammino in questa strada e non so dove mi porterà; e per chi aspetta una vita diversa, per me che avevo una stella e l'ho persa, per chi si vanta di esser forte io che invece incido un'altra debolezza.

Ultimo .

Buona lettura...

Sono passati giorni ormai da quella caduta e nonostante ciò, la caviglia mi fa ancora male.
Se non mi succede qualcosa non sono contenta, eh.

Ma la cosa a sorprendermi è che Claudio si prende cura di me, o meglio, della mia caviglia, come se avessi qualcosa di più grave di una semplice slogatura.

Comunque sia, tra due giorni io e il mio CC partiremo per Ajaccio. E non vedo l'ora, nonostante sia un impegno di lavoro.

Oggi il clima in istituto è piuttosto teso. Per i corridoi non gira nessuno...Beh, proprio nessuno no. Ci sono gli specializzandi con un crisi di panico per gli avvenenti esami.

Sono alla mia postazione quando mi sento chiamare da qualcuno. E quel qualcuno si scopre essere Arthur.
Magari vi starete chiedendo perché si trovi qui. Beh, il motivo è semplice: mi ha invitata a pranzo. Nulla di troppo sconvenevole, sia per lui che per me.
<Alice, are you ready?> mi domanda nella sua lingua madre.
<Si, prendo la mia roba e arrivo.> dico sorridendogli gentilmente. <Aspettami fuori.>
Lui annuisce e si avvia verso il parcheggio dell'istituto.
Nel mentre io raccatto la mia roba e mi dirigo verso l'uscita ma mi sento chiamare da Claudio.
<Sacrofano, dove vai?> mi ferma.
<Vado a pranzo, Claudio> lo informo. Ma ora che gli dico? "Ehi, Claudio, guarda che vado a pranzo con il tuo rivale in amore. Ci vediamo dopo". No, meglio di no.
<Non c'è problema. Vengo con te, tanto ci stavo andando anch'io.> Oh madonnina!
<Ehm...senti Claudio, io sto andando a pranzo con...> lascio la frase sospesa a metà, indecisa se sputare il rospo.
<Con chi? Alice è tanto difficile dire un nome? Per l'amor di Dio, su! Se no la pausa pranzo va a farsi fottere.>
<...con Arthur> ecco lo detto. Ora potrebbe prendermi per i capelli e buttarmi a terra dall'espressione che è sorta sul suo viso. Se non fosse che...Arthur si sta avvicinando.
Ma perché sia uno che l'altro arrivano sempre nei momenti meno opportuni?! Madonnina, come faccio? Qui potrebbe finir male.
<Stanne fuori vagabondo. Alice, andiamo> mi ordina. No, aspettate, mi ha ordinato di andare con lui perché...è geloso? Non so se amarlo o detestarlo.
<Guarda che non me la sto mica portando a letto. Andiamo solo a pranzo, come vecchi amici.> risponde Arthur.
<Ma, conoscendoti potrei anche aspettarmelo> risposto Claudio al limite della pazienza.
<Ehi! Basta! Siamo ancora in istituto! Perché dovete sempre comportarvi come dei bambini dell'asilo?! Siete o no due uomini responsabili e civili?> in questo momento no di certo, avrei voluto continuare ma mi sono trattenuta. <Ora basta! Adesso, io, Claudio vado a pranzo con Arthur. Non c'è motivo di litigare per un cavolo di pranzo, okay? Ci vediamo dopo, va bene?> finisco con un tono più dolce.
<Okay> sussurra Claudio guardando ancora in cagnesco Arthur, poi mi lascia un bacio sulla fronte e si allontana.

Io e Arthur abbiamo preso la macchina e siamo andati a mangiare una pizza.
La dieta domani.
Prendiamo un tavolo e ci sediamo. Il cameriere arriva e ordiniamo due pizze: una quattro stagioni e una würstel e patatine. È evidente di chi sia una e l'altra.
Il cibo non si fa aspettare e in meno di dieci minuti ci trovavamo due pizze fumanti davanti agli occhi.
Madonnina che fame.
<Allora...Alice, devo dirti la verità> inizia e io ho paura di cosa voglia dirmi.<Io pensavo che sareste rimasti insieme così a lungo. Davvero, mi sorprende. Lui mi sorprende.> in effetti non ha tutti i torti, ma questa sua affermazione mi ferisce un po' dentro.
<Speravo mi avresti dato un'altra possibilità.> afferma.
<Arthur ma tu hai una figlia e una quasi moglie a casa. Come puoi dire una roba del genere.> gli ricordo.
<Lo so, ma io e Saadia non andiamo molto d'accordo ultimamente e April è quasi sempre da sua nonna.>
<E quindi? Ciò non significa che dobbiamo fare gli amanti segreti> ci siamo incamminati verso la sua macchina.
Non ricevo alcuna risposta e il viaggio verso l'istituto è un silenzio unico. Un silenzio quasi assordante e imbarazzante.

Scendo dalla macchina e vedo che lui fa lo stesso.
Perché mai?
Nel parcheggio c'è già la macchina di CC.
Vedo che fa il giro dell'auto e venire verso di me.
<Zitta> mi dice. Sembra più un ordine, dal tono della sua voce.
Si avvicina pericolosamente finché non appoggia le sue labbra sulle mie.
Mi bacia con una rabbia che non ho mai visto, o sentito, in lui.
A staccarci bruscamente è Claudio che con uno spintone fa indietreggiare Arthur.
<Stalle alla larga! Mi hai sentito?!> sputa incazzato CC.
Lui si è messo in mezzo tra me e Arthur e io mi sono aggrappata al suo braccio per non cadere, ma soprattutto per non che si prendessero a botte. Il mio sforzo non è servito a nulla perché Claudio sfila il braccio e si scaglia contro Arthur.
È tutto un pugni, calci e sberle.
<Basta!> quasi urlo. <Claudio smettila!> dico tirandolo per un braccio, ma Arthur spintona ancora Claudio perciò non riesco a tenermi stretta a lui e cado a terra.
Entrambi si fermano. Claudio ha del sangue che gli esce dal lato sinistro del labbro e Arthur ha lo zigomo arrossato, segno che CC gli ha tirato un pugno.
Non mi trattengo e mi scende qualche lacrima.
<Arthur vattene> dico singhiozzando mentre Claudio si avvicina e mi prende le mani per tirarmi su.
Lui ci guarda e dice: <Non doveva finire così.> si volta e se ne va. Rimaniamo io e Claudio, che ancora sanguina.
Mi volto verso di lui e gli sfioro il labbro. <S-sei ferito Claudio.> fa un piccolo scatto per il contatto del mio dito con la lesione.
<Guarirò.>
<Claudio, mi dispiace per tutto questo. È colpa mia e avevi ragione tu> come sempre del resto. <Non sarei dovuta andare con lui ma sarei dovuta venire con te.>
<Si, avevo ragione. Ma come potevi sapere che sarebbe arrivato a questo?>
<Prova rancore e non lo biasimo, ma picchiarti è troppo. Ha superato il limite.>
Il silenzio scende tra di noi. Poi però lo vedo accennare un sorriso, finché non diventa un riso vero e proprio.
<Tanto ho vinto io. Sei tu il mio premio, lo sei sempre stato> okay, ora starò sorridendo come un'ebete. Ma che ci posso fare? Ogni volta che apre bocca è così.
Mi circonda le spalle con un braccio e io li lascio un bacio sulla guancia, mentre ci avviamo verso l'istituto.

{Spazio Autrice}
Hello everybody💡
È un sacco che non posto! Ma finalmente è uscito il capitolo 16🖤
I motivi per cui non ho più postato, ve lo ho già spiegati e rispiegati perciò...non sto qua a ripartire di nuovo tutto perché mi sto annoiando da sola😂
Io direi anche che non sto a chiedervi chi si meritava di vincere questo "duello", perché la risposta la sappiamo😛

Spero vi piaccia💘. Fatemelo sapere nei commentiiii!

Lost__inmy__Books.

~Il Mio Dolce Tormento~//Lost__inmy__Books (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora