Capitolo IX- Ti seppelisco con le mie mani.

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Con te
Ho capito che
Ci si innamora subito
Ma lo si capisce dopo,
Come un temporale,
Te ne accorgi
Dopo un tuono.

Buona lettura...

Sono passati all'incirca quattro giorni da quel fatidico bacio e Sergio non si è ancora fatto sentire.
Ma la cosa strana è che mi sto facendo tante di quelle paranoie per un bacio dato non sulle labbra, bensì sulla guancia.
Certo che se non ho qualche strana è complicata idea, non sono contenta.

Sono nella mia stanza d'istituto, quando ricevo una chiamata a nome sconosciuto.
<Pronto?> rispondo.
<Si, buongiorno. È la signorina Allevi? Sorella di Marco Allevi?> mi risponde una voce femminile, molto marcata, tipica di chi fuma.
<Si, certo. Ma chi parla?> domando a mia volta.
<Sono la centralinista dell'ospedale in cui è stato ricoverato.> mi risponde.

Oh, cavolo. E ora?

<Si... è successo qualcosa?> le chiedo.
<Se è successo qualcosa? Suo fratello si è risvegliato dal coma> sputa il rospo infine.

La gioia che sto provando ora può descriverla solamente Lara, che fino a due secondi fa stava lavorando tranquilla e indisturbata. La sono andata ad abbracciare.

<È ancora lì?> mi domanda la segretaria.
<Si, si, certo! Arrivo subito!> dico entusiasta e buttando giù la chiamata.
<Che è successo?> mi domanda un po' allarmata Lara.
<Marco si è svegliato!> dico sprizzando felicità da tutti i pori.

Corro in ospedale, senza neanche avvisare Claudio. In realtà un po' mi dispiace, perché è stato lui ad assistere all'intervento che ha subito Marco dopo l'incidente.
A sorprendermi, però, è il fatto che all'interno della stanza, oltre ai miei genitori, nonna Amalia e il dottor Cagliostro, ci siano sia Claudio che Sergio.

Che infame! È stato lui a non avvisarmi, allora! E io che mi sentivo pure in colpa.

<Marco!> dico entrando e subito mi fiondo tra le sue braccia.
<Ehi, sorellina.> mi saluta.
<Sei un deficiente! Se mi fai un'altra cosa del genere ti seppellisco con le mie stesse mani!> gli dico in tutta sincerità mentre lo stringo di più a me e lui intanto ricambia la stretta con tutta la forza che ha, e diciamo che non è che sia proprio molta.
<Se mi stringi ancora un po', non ho tempo di combinare altre stronzate, che ci finisco tra poco sul letto di morte> dice scherzando. In effetti lo sto stritolando.
Di conseguenza al nostro abbraccio, si aggiungono anche la mamma, il nostro papà e la nostra dolce nonnina Amalia.

Dopo tutti i baci e gli abbracci, i dottori ci pregano di uscire e di tornare al prossimo orario di visite, e così la mia famiglia torna a Sacrofano.
Mentre io e Claudio scendiamo la gradinata dell'ospedale, mi ricordo di ciò che ha fatto oggi, ossia che non mi ha avvisato che veniva qui. Perciò gli tirò una pacca sul braccio e lui rimane un po' interdetto.
<Ma che fai?> mi domanda un po' confuso, strofinando la mano sull'arto che gli avevo appena colpito.
<Sei scemo?> lui mi guarda non capendo di cosa stia parlando.<Da quanto sei qui in ospedale?> gli chiedo.
<Boh, non saprei. Che ore sono adesso?>
<Ehm... le dieci e quarantacinque.> gli rispondo mettendo in mostra il novo orologio di Versace che ho acquistato online da qualche giorno. Teniamo la bocca chiusa sul prezzo che è meglio.
<Credo dalle otto e un quarto. Ma ora mi spieghi perché mi hai tirato un pugno sul braccio?> ci siamo fermati davanti alla sua macchina e lui si sta massaggiando il braccio.
<Perché? Perché tu sei qui e non mi hai detto nulla. Sul che venivi qui e che mio fratello era sveglio.> mi libero buttando la borsa sul sedile del passeggero.
<È vero, scusa. Avrei dovuto avvisarti, era certamente un tuo diritto.> si scusa.

Cavolo, un CC che mi chiede scusa più volte in meno di un mese. Potrei anche abituarmici.

<Appunto.>
Intanto il suo sguardo si fa più freddo e mi sento una pressione sulla spalla, che alla fine si rivela la mano di Sergio.
Per lo spavento ho anche fatto un saltino avanti.

Mamma, che figure da stupida ragazzetta.

<Scusa, non volevo spaventarti. Claudio.> lo saluta cordialmente, come se tutto quello che è successo la settimana scorsa non sia mai successo. E devo dire che il suo tono è quasi del tutto amichevole, un po' tirato, ma amichevole. Invece quello di Claudio... beh, potete immaginarvelo: denti stretti, mascella e sorriso tirati. Anzi, il sorriso è proprio sparito oggi.
<Sergio.> lo saluta a sua volta Claudio.
<Volevo solo avvisarvi, o meglio, volevo avvisare te, Alice, che abbiamo i primi indagati nel caso che stiamo seguendo, quello del signor Niccolò Rinaldi.> mi informa Sergio.
<E chi sarebbero?> gli domando.
<L'attuale compagna, la moglie e il datore di lavoro.
Sappiamo che lavorava in un colorificio e che la moglie lo aveva tradito con il suo capo.> mi dice.<Però se vogliamo approfondire la cosa, Calligaris ci aspetta in Commissariato, sempre se avete tempo.> ci domanda.
<Scusa, ci dai un secondo?> gli chiedo cortesemente.
Annuisce e io, prendendolo per un braccio, porto più in là, Claudio, così da potergli parlare due minuti.
<Claudio, posso chiederti una cosa?> gli domando.
<Dipende.> risponde freddo.

Che gli è successo?

<Ora lo so che mi urlerai e che imprecherai addosso, ma voglio chiedertelo lo stesso. Così posso dimostrati che mi fido di te e che tu poi fare lo stesso.>gli dico in tutta sincerità.
<Avanti, spara.> mi incita.
<Fatti coinvolgere dal caso per questa volta.> mi libero.
<È? Ma sei impazzita? Forse non ti è chiaro: il lavoro che facciamo è comunemente chiamato medico legale, non poliziotto. Quindi i casi sono due, o sei ritardata mentalmente oppure lo fai apposta.> mi risponde con una velocità assurda, senza neanche averci pensato un attimo. E aggiungiamo che il suo tono era anche piuttosto duro.
<Ma, ti prego Claudio. Voglio farti solo capire che ti puoi fidare di me. Che non combinerò nessun tipo di guaio.> sto per continuare ma non mi lascia finire la frase.
<Però in compenso ne combini di tutti i colori in istituto, giusto perché la Boschi è una tua grandissima fan.> il suo tono si è addolcito un tantino.
<Lasciami finire.>
<Prego, prego.>
<Che non mi metterò in pericolo. E che Sergio non è un problema... credo.>
<Che c'entra Einardi?> mi chiede.
<C'entra. Perché ti vedo come diventi freddo e distaccato quando è nei paraggi.>
Sbuffa, segno che ho più che ragione.
Perché io lo conosco, è geloso, gelosissimo e devo dire che lo adoro quando fa così.

<Quindi ti prego, per questa volta provaci. Ti scongiuro> gli chiedo un'ultima volta, con le mani unite davanti al mio viso.
Sbuffa un'altra volta ma alla fine cede.<E va bene. Ma solo per questa volta.>
<Grazie, grazie, grazie!> gli dico buttandogli le braccia al collo e tempestando le sue guance di tanti piccoli baci.

Torniamo da Sergio.
<Quindi? Vieni Alice?> mi chiede conferma Einardi.
<Si. Ma sta volta viene anche Claudio. Vero, dottor Conforti?> gli chiedo
<Si...> dice poco convinto. Ma io so che lo sta facendo solo, e unicamente, per me.

{Spazio Autrice}

Buonasera a tutti!
Buon lunedì, o meglio buon quasi martedì, e buon inizio settimana.
Spero che con questo capitolo non vi siate annoiati e spero che andando avanti di farvi piacere di più questa storia, più di quanto vi piaccia già❤️.
Ma volevo anche ringraziarvi perché... oggi (14 Gennaio 2019) siamo arrivati a 1o mila letture!!!
Grazie ancora🦋 e spero che continuerete a seguire me e questa storia💘
A presto...

Lost__inmy__Books

~Il Mio Dolce Tormento~//Lost__inmy__Books (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora