Capitolo 4 [RV]

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L'attesa del colloquio era straziante per Tricia.

Il test non le era venuto troppo complicato, riuscí ad avere una media decente, però ciò che spaventava di più la ragazza era la "chiacchierata" col preside.

Sapeva parlare con le persone, ma Saturno era una persona adulta, grande, matura, saggia ed esperta in queste cose, perciò aveva paura di essere raggirata.

Insieme ad altre persone, Tricia aspettava in una specie di sala d'attesa.

Il corridoio era bianco, vi erano appesi diversi quadri.

Uno di questi, ritraeva dei militari in bianco nero, probabilmente erano persone importanti che avevano dato un valido contributo nelle due guerre mondiali.

Le sedie erano rosse, il pavimento era decorato con mosaico marrone.

La porta, che conduceva al preside, era rossa come lo erano le siede, e vi era sopra una piccola targhetta dorata con la scritta:" Ufficio del dir. S. Mosca".

Patricia portava i capelli legati in una coda ed un ciuffo ribelle ricadeva davanti al viso.

Le persone che aspettavano insieme a lei erano molte e la confusione era notevole.

Tricia dovette indossare uno dei due auricolari per non sentire il brusio, e lasciò un orecchio senza auricolare per sentire se la chiamavano.

Una madre,vestita molto elegante, tra le tante, si lamentava rumorosamente di come suo figlio non era stato ancora chiamato.

Tricia notò subito la pochissima presenza di altre ragazze.

Su un centinaio di ragazzi presenti, vi erano una decina di ragazze presenti.

Una ragazza fra le poche, aveva i capelli tagliati con un taglio maschile asimmetrico, e portava una maglietta a maniche corte molto larga.

Quella ragazza, come lei, era sola e non aveva una famiglia che la supportava o che le dava l'ultimo saluto.

Tricia si guardò in giro e studiò un'altra ragazza.

Portava lunghi capelli sciolti, castani ed aveva qualche lentiggini.

Questa ragazza aveva gli occhi castani, e portava una sottilissima collanina d'argento.

Era magrissima e Tricia, dalla maglietta bianca della ragazza, che scopriva un poco la sua spalla scheletrica, pensò che quella ragazza fosse anoressica.

Patricia chiuse gli occhi e lasciò che i suoi pensieri venissero cullati dalll'ultima canzone dei Coldplay.

Dalla porta del ufficio del preside uscí una persona vestita da militare, ovvero colui che già aveva chiamato altri ragazzi, e guardò i presenti.

Scese il silenzio in tutta la sala e il signore schiarí la voce.

"La signorina Patricia Romero?" chiese gentilmente il soldato e Tricia sentí il sangue gelare.

Si tolse la cuffietta e, tremando, si alzò dalla sedia e, portandosi il borsone, seguí il militare fin dentro l'ufficio.

La parete, dietro la scrivania, era una finestra che lasciava intravedere il panorama sul campo.

Al lato della maestosa scrivania c'era una biandera americana.

La scrivania era in perfetto ordine, c'era um computer portatile ed era un Apple di ultima generazione.

Le mura erano pitturato com un colore molto chiaro, sul giallo, ed il pavimento era bordeaux.

C'era anche una pianta, molto alta, che si trovava al fianco della finestra .

Secret: Un segreto può salvarti la vita, un altro ucciderti #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora