Capitolo 5

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Ellinor era riuscita a fuggire letteralmente dal salottino, Robb era tornato ad essere troppo gentile nei suoi confronti e sapeva che ciò l’avrebbe fatta sciogliere e in più le continue occhiate di Lady Catelyn la mettevano a disagio. Non capiva perché stava a fissarli così sempre.
Era riuscita a raggiungere la sua camera quando trovò Robb che l’aspettava. “ Cosa ci fai qui? “
gli chiese, lui la guardò e chiuse la porta.
Il ragazzo non le rispose, le prese il viso e la baciò. Lei si sentì quasi mancare. Strinse le sue braccia intorno al collo del ragazzo e iniziò a ricambiare il bacio. Lui la strinse forte a se per andarla a bloccare con la schiena sul muro.
La voleva, la voleva da sempre, la voleva da bambini e poi da ragazzo quando lei aveva iniziato a crescere. Voleva proprio quello, voleva sentire le sue mani sulla testa e le sue labbra sulle sue, voleva sapere che sapore avessero e voleva conoscere le emozioni che davano.
Non erano da dimenticare nemmeno le sue mani. Le adorava, adorava sentirle fra i suoi capelli. Adorava sentirla abbandonata a lui, adorava quando si metteva nelle sue mani, quando si lasciava andare.
Si stavano baciando in modo quasi compulsivo, non riuscivano nemmeno a prendere aria. Lei gli si mise in braccio accarezzandogli il viso. Sentiva l’organo genitale del ragazzo indurirsi e spingere verso il proprio che però le infondeva una non strana sensazione di tremore e calore dalla vita in giù. Il ragazzo sentiva la stessa cosa e avrebbe tanto voluto prenderla sdraiarla lì sul
suo stesso letto e farla sua, ma sapeva che non era giusto. Lei invece non voleva fermarsi, non riusciva a farlo e non voleva nemmeno.
Il ragazzo staccò le sue labbra da quelle della ragazza, poggiò la fronte sulla sua, le prese il viso tra le mani ed accarezzandole il naso con il suo disse: “ Basta così. “, lei lo guardò con un’espressione che andava dal desiderio al deluso, non disse niente abbassò solo le braccia. Il ragazzo la
strinse a se e le accarezzò la testa. Avrebbe tanto voluto darle di più. Darle di più di momenti fortuiti, di momenti rubati, di luoghi nascosti, di sotto e fugi vari per passare cinque minuti da soli. Voleva per lei molto di più di quanto le dava. Voleva renderla felice. Voleva vederla felice.
Ellinor si liberò dalle braccia del ragazzo e si avvicinò alla finestra dandogli le spalle. Non voleva
che la vedesse piangere. Ogni volta era un pianto continuo. Aveva imparato a farlo in silenzio.
Senza farsi sentire. Robb le si avvicinò la riprese e la abbracciò nuovamente. Non gli importava vederla piangere, gli importava che la smettesse. Lei si aggrappò a lui sussurrando un piccolissimo < Ti amo >, lui le accarezzò la testa, le prese il mento e la baciò delicatamente dicendole
che lui l’amava molto di più, la ragazza arrossì e abbassando lo sguardo con un piccolo sorrisetto
disse che non era vero.

“ Dove eri finito? “ gli chiese Jon quando lo vide arrivare in scuderia, lui rispose con un vuoto < da nessuna parte. >, la scuderia era piena di gente e il fratellastro aveva capito che non poteva parlare, ma lo avrebbe fatto cantare.
Una volta usciti a cavallo Jon guardò il fratello e chiese: “ Dove eri finito? “
“ Snow, i fatti tuoi mai! “ esclamò lui, il ragazzo abbassò lo sguardò e capì. “ Dovete finirla, Robb. “ disse semplicemente, il Lord rispose: “ Non so di cosa parli. “
“ Robb so che sai che io so. Ti prego. Vi farete solo del male. “ disse lui
“ Che ne sai? “ lo provocò lui
“ Non potete stare assieme. Così vi illudete soltanto. “ gli rispose
“ Ma noi stiamo assieme. “ disse lui come se fosse cosa ovvia
“ Robb, voi... pensa a lei. Lo sai cosa hanno deciso i tuoi genitori... lei... “
“ I miei genitori non hanno deciso un bel niente, io non ho acconsentito a niente. Non acconsentirò a nulla Jon. “
“ Ragiona per piacere. Ellinor non se lo merita. Che prospettiva le potrai offrire? “
“ Saremo felici. “
“ Quando? “ gli chiese lui, Jon era un ragazzo molto gentile e semplice. Molto intelligente anche. Il fratello maggiore sollevò la testa orgoglioso e non parlò più c’erano dei contadini in giro e nessuno doveva sentire nulla. Arrivati in campo aperto disse: “ Senti, mio padre, nostro padre - si
corresse - mi ha parlato che... ma non è nulla di ufficiale... è... è una stupidaggine. “
“ Prendiamo che questa cosa sia una stupidaggine, e magari lo è. Se non sarà lei, i tuoi genitori per te sceglieranno un’altra donna di nobili origini. Per tua madre ( soprattutto ) Ellinor non è abbastanza. “
“ Ma è nostro padre a decidere alla fine. Lui sa come ha fatto crescere Ellinor, saprà far ragionare anche mia madre. “
“ Tu sei sicuro che nostro padre voglia? “gli chiese il ragazzo, lui sbuffò.
Il figlio bastardo di Ned Stark fermò il cavallo e diede una pacca sulla spalla del fratello che sapeva che le obiezioni di Jon non erano infondate. “ Lo faremo lo stesso. Scappermeno e... “ iniziò a fantasticare lui, il fratellastro lo guardò scettico, lui rincarò la dose: “ Li metteremo davanti al fatto compiuto. “
“ Peccato che la tua temerarietà sparisca non appena i tuoi genitori fiatano. “ lo canzonò
“ Non per questo... “ disse lui
“ Mi fai ridere fratello. “
“ La amo da quando era una bambina, Jon. Non scherzo mai su di lei. “
“ Ma fai sempre quello che ti dice nostro padre e tua madre. “ disse Jon “ E lo sai benissimo che se tua madre ti dirà di sposare quella o quest’altra tu non... “
“ Jon mi irriti. “ lo fermò “ Ma dannazione se non hai ragione. Ma come potrei? Io... per loro io ed Ellinor non... lo sai come la pensa Lord Stark. “
“ Oh, io lo so. E lo sai tu e lo sa Ellinor. Vi farete del male, Robb. Piantala. Lei... lei andrà in sposa a qualcuno, a qualche ser, ma un Lord... “
“ Lei sarà solo mia invece. “ continuò lui testardo
“ Sai perché è qui. Dai Robb. “ lo supplicò Jon, lui lo superò facendo finta di non sentirlo. Ma Jon era un po’ la sua coscienza, e lui non fece altro che pensare ai sottointesi che lasciava intendere quella discussione.

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