II: Libertà.

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Ho sempre amato la libertà.
Credo che sia anche la cosa che amo di più, anzi, sono sicura che sia la cosa che amo di più.
Fin da piccola sono stata ribelle, non mi facevo dire cosa dovevo o non dovevo fare, ho sempre fatto ciò che io volevo fare.
Non credo esista cosa migliore di essa, è il principio di tutto, è l'essenza.
Si deve essere liberi di essere che siamo, di amare chi vogliamo, di fare ciò che ci piace, di ascoltare quello che vogliamo ascoltare, di conciarci come meglio crediamo, di essere noi stessi.
Si deve essere liberi di vedere l'alba sul mare e il tramonto da un tetto di casa.
Si deve essere liberi di scappare se ne abbiamo bisogno, o di rimanere anche se non ne abbiamo motivo.
Si deve essere liberi di urlare, di sfogarci, di piangere, di ridere.
Si deve essere liberi di dire "si" e di dire "no", indipendentemente da come la pensano gli altri, quello che conta è come la pensi tu.
Si deve essere liberi di vivere come lo si vuole.
Si deve essere liberi di fare le proprie scelte e di non ascoltare nessuno.
Si deve essere liberi di seguire tutti e di rimanere se stessi.
Si deve essere liberi di essere liberi.
A te, che ogni giorno ti senti prigioniera, sappi che la fuori c'è un bellissimo mondo da dominare e, se lo si vuole, anche cambiare.
La libertà è una scelta, e io ho scelto di averla, ma tu?
***

Settembre domenica pomeriggio.

Il vento mi scompiglia i lunghi capelli ricci, di molte sfumature di colori caldi, le mie lunghe ciglia nere coprono i miei occhi color tramonto, le gocce del mare schizzano sulla mia bassa e paffuta corporatura, la sabbia sotto alle mie unghie mangiucchiate macchia la mia chiara carnagione, respiro profondamente quest'aria di felicità.
Gli occhiali argento, come il mio apparecchio, sono posati a terra, nessun accessorio addosso se non delle lentiggini sparse sul naso all'insù e guance, dalle mie sottili labbra rosee spunta un piccolo sorriso sincero.
E io sono qui, in riva al mio posto preferito, dove vorrei trasformarmi in schiuma e farmi trascinare dalle onde.
Io sono qui, a guardare il cielo decorato da tante sfumature di colori, con il mare che supera il sole che se ne sta andando.
Sono qui, seduta, capelli sciolti, la mia solita matita nera, il mio immancabile diario azzurro e penso, come sempre.
Qui, ma vorrei essere lontana.

Metto la matita sopra l'orecchio, nascosta dai capelli, indosso il mio zainetto bianco con dentro alcune cose e le mie scarpe, mi alzo e inizio a camminare, tenendo il diario stretto sotto al seno.
Quest'ultima cosa me l'hanno regalata i miei genitori in prima media, all'inizio non sapevo che farci, ora non posso farne a meno.
Cammino in riva con l'acqua che qualche volta raggiunge i miei piedi scalzi assolutamente privi di smalto, come se mi invitasse a correre verso essa, e vorrei veramente farlo.
Ma intanto cammino e cammino, senza sapere dove andare ma, dovunque il mare mi porterà, sarà sempre giusto.

Nella fresca aria si diffonde la musica del film "oceania", infatti a interrompere quel bellissimo paradiso è la suoneria del mio telefono, di cui lo schermo si illumina facendomi leggere il nome "Complice", Patricia, la domestica, nonché mia babysitter da quando ne ho memoria.
<Stella, devo aspettarti ancora per molto? Si è fatto tardi, non vorrei che i tuoi genitori lo scoprissero> chiede, in verità mi chiamo Celeste, ma lei mi ha sempre nominato così e mi va bene, anche se non ne conosco il motivo.
<Arrivo solo se mi dici cos'hai cucinato> rispondo con la pancia che brontola, in effetti non mi sono resa conto del tempo che passava, troppo velocemente. Succede sempre così, quando sono al mare, vorrei che non passasse mai ma passa sempre.
<Il tuo piatto preferito?> domanda retorica e mi viene l'acquolina in bocca.
<Allora nuoto subito da te> rispondo e chiudiamo con lei che ride, in genere si dice "corro subito" ma io preferisco così.
Bagno i piedi con l'acqua per risciacquarli e subito indosso le mie scarpe, facendo di tutto per non sporcare niente.
Guardo il mare un'ultima volta per oggi e mi incammino.

I miei genitori all'inizio erano contrari, grazie a Patricia però si sono convinti seppur titubanti... No la verità è che gli abbiamo detto che esco sempre con lei e che non mi lascia mai fuori sola. Si, sappiamo che Patricia non dovrebbe mentire, ma per il mio bene lo fa. Non ci hanno mai scoperte, in tal caso dovesse succedere mi prenderò ogni colpa. Tanto ormai rimprovero più o rimprovero meno... Alla fine non faccio nulla di male, solo lunghe passeggiate in città, trovo assurdo che possano lamentarsi anche solo di questo. La città, comunque, è molto grande e nel quartiere dove abito io non mi trovo bene con nessuno, o meglio, penso siano tutti perfettini e saputelli.

***
Domenica sera.

Arrivo a casa un po' in ritardo essendo che il mare non si trova proprio vicino, eppure continuo ad andare ad ammirarlo ogni domenica, è un appuntamento fisso fra me e lui.
Prendo le mie chiavi, decorate con un ciondolo che raffigura un'onda, dallo zaino ed entro (potrei suonare per farmi aprire dalla domestica ma preferisco così per non darle altri pensieri) già si sente un buonissimo profumo.
Saluto Patricia e salgo le scale per entrare nella mia camera, poso tutto ciò che avevo in mano e lo zaino, scendo e Patricia mi serve un'intera pizza, gli occhi mi diventano a cuoricino e inizio a mangiare, come sempre la invito a mangiare con me e accetta.

Nemmeno oggi ci sono i miei genitori, Elia e Greta di appena trentotto anni l'uno, sono sempre impegnati con il lavoro, fuori o dentro casa, hanno solo il tempo di darmi il buongiorno la mattina e la buonanotte la sera, qualche volta non li vedo per alcuni giorni di fila perché partono spesso per lavoro.

Finisco la cena e ringrazio Patricia, salgo sopra e metto la playlist casuale, mi spoglio ed entro in doccia lavandomi tutta: massaggio delicatamente i capelli e dopo, con la spugna insaponata, strofino forte sulla pelle, per levarmi tutto ciò che non mi appartiene, sciacquo ed esco.
Odio i vestiti, sto scomoda con tutto, che sia anche solo una tuta. Io adoro i pigiami, o stare in accappatoio. Ciò non significa che io stia così tutto il giorno, perché sia mai che i miei genitori accettino una cosa tanto orribile.

Indosso le mia ciabbate azzurre e 2 asciugamani, una per il corpo e una per i capelli, mi asciugo e indosso un pigiama pulito, formato da dei pantaloncini bianchi e da una canottiera dello stesso colore (siamo a metà settembre e adoro sentire la pelle a contatto con le coperte), altro motivo per il quale preferisco fare la doccia la sera prima di andare a dormire. Dopo tutto ciò, sistemo, si lo so che abbiamo una domestica ma non mi è mai piaciuto "sfruttarla" anche se è il suo lavoro, quindi la aiuto come e quando posso.

Levo la playlist, do un occhiata fuori: al cielo, alle nuvole, alle stelle, alla luna, ecc... Faccio un respiro profondo e mi metto a letto, controllo leggermente i social e imposto due sveglie presto, metto il telefono in carica e lo spengo, lo poso nel comodino vicino al letto e bevo un bicchiere d'acqua che tengo sopra, mi copro fino al petto e chiudo gli occhi: domani inizio il mio primo giorno del primo anno di scuola superiore. Volevo tanto scegliere il classico giuridico perché amo leggere ed adoro scrivere, mi ha sempre incuriosito il greco, ma i miei genitori hanno preferito iscrivermi allo scientifico perché secondo loro è il miglior liceo e come sempre non ho potuto contra battere.

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