XI: Secondo capitolo.

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"L'apparenza inganna" mi disse una volta quel bambino.
Un bambino... Particolare.
"Quel bambino è cattivo" mi disse una volta una bambina.
Una bambina... Normale.
"Perché?" Chiesi io.
Io, semplicemente la nullità.

"Non vuole toccati i suoi giocattoli, non vuole prestare i suoi colori, ti urla contro se sbagli, ti tira i quaderni se non lo ascolti e ti da pure botte se gli stai antipatico"
"Tu hai provato a giocarci?"
"Si, 2 volte, alla seconda l'ho mandato a quel paese. Non ne vale la pena insistere per un bambino così"
"Così, come?"
"Guardalo: ha 10 anni, ha sempre il viso corrucciato, risponde male alle maestre, non ascolta le altre mamme, ruba pure le merende ai suoi compagni. E poi siamo a metà maggio, dovrebbe essere contento che sta arrivando l'estate".
Lo guardai bene, era alto per la sua età, capelli quasi rasati e sopracciglia folte, aveva lo sguardo duro puntato contro il mondo ed un giocattolo da distruggere in mano, solo nel suo banchetto.
"E poi, anche se ci provassi, mi tratterebbe male come fa con tutti. È come se fosse litigato con l'universo, una fidanzatina così non la troverà mai."
"O magari è solo timido"
"O magari è solo cattivo"
Può essere, pensai.

Poi lo vidi uscire dalla scuola, mano manina con sua madre, arrivato davanti alla macchina c'era suo padre fuori in piedi. Gli prese lo zaino e glielo buttò a terra, rovesciando tutto. Gli urlò di ordinare in fretta il danno che aveva commesso. Successivamente lo prese per un orecchio e lo spinse con forza dentro la macchina, tutto ciò contornato dalle offese del padre e dal pianto del figlio.

***

"L'apparenza inganna" Mi disse una volta quella ragazza.
Una ragazza... Strana.
"Quella ragazza è stronza" Mi disse una volta un ragazzo.
Un ragazzo... Come tutti.
"Perché?" Chiesi io.
Io, semplicemente nessuno.

"Sta sempre per le sue, non calcola mai nessuno. Se si avvicina non ti guarda nemmeno e si allontana, in silenzio, come da maleducata." mi spiegò.
"Tu hai provato ad avvicinarti?" Domandai io.
"Si, 2 volte, alla seconda l'ho mandata a fanculo. Non ne vale la pena insistere per una ragazza così."
"Così, come?"
"Guardala: ha 15 anni, minuta eppure indossa vestiti di 4 taglie superiori alla sua, potrebbe mettere qualche volta una t-shirt o dei leggins... E poi siamo a inizio giugno, c'è un caldo che si muore."
La guardai bene, aveva i capelli che le coprivano il viso nudo dal trucco, eppure era molto carina. Non si muoveva, fumava una sigaretta e basta. Notai soprattutto le sue occhiaie, scure e profonde, come se non dormisse da giorni.
"E poi, anche se ci provassi, non parla. Non guarda. Non ride. Non fa niente. Un ragazzo così non lo troverà mai, è antipatica."
"O magari è solo timida."
"O magari è solo stronza."
Potrebbe essere? Pensai.

Poi notai un piccolo particolare sul suo polso sinistro, l'unica parte del suo corpo che si intravedeva un po'. Invisibile per chi non ci fa attenzione, invisibile per tutti, tranne per me.
Un tatuaggio. Il tatuaggio di Medusa.

***

"L'apparenza inganna" mi disse una volta quel signore.
Un signore... Diverso.
"Quel ragazzo è uno sfigato" mi disse una volta una signora.
Una signora... Nella norma.
"Perché?" Chiesi io.
Io, semplicemente il nulla.

"Non esce mai di casa, sta sempre chiuso lì dentro. Qualche volta lo vedo alla banche o al supermercato, ma mai visto in una discoteca o in un bar. Siamo a inizio luglio, potrebbe andare qualche volta a ballare o anche solo solo al mare" mi spiegò.
"Tu l'hai invitato ad uscire?" Chiesi io.
"Si, 2 volte, alla seconda l'ho mandato a fanculo. Non ne vale la pena insistere per uno così."
"Così, come?"
"Guardalo: ha 20 anni e non ha una vita sociale, una vita esterna alle sue 4 mura, una vita in cui vive. Alla sua età dovrebbe essere ogni sera in giro in posti diversi, eppure non è così."
Lo guardai bene, aveva la barba ed i capelli lunghi non curati, la carnagione pallida e le labbra screpolate, eppure rimaneva lo stesso carino. Camminava veloce verso casa, come se lo aspettasse qualcuno e lui fosse in grave ritardo, per poco non correva. Notai soprattutto le sue mani, sembravano distrutte.
"E poi, anche se ci provassi, non uscirebbe. Dice che è sempre impegnato, che ha sempre cose da fare. Una fidanzata così non la troverà mai, è solo pigro"
"O magari è molto impegnato"
"O magari è solo uno sfigato"
Forse può essere, pensai.

Poi lo vidi entrare in una grande casa, con delle grandi finestre ed un grande giardino. C'era una persona di mezza età, forse sua madre, sdraiata in un divano coperta con un piumone. Era attaccata ad una flebo, aveva gli occhi chiusi e la bocca aperta. Lui prima si prese cura di lei, poi dell'intera casa, senza un minuto di stop.

***

"L'apparenza inganna" mi disse una volta quell'adulta.
Un'adulta... Unica.
"Quell'adulta è una nulla facente" mi disse una volta un adulto.
Un adulto... Semplice.
"Perché" chiesi io.
Io... Aria.

"Ha fatto 2 figlie a 16 anni, senza né un lavoro né una casa. La vedo sempre in giro senza di loro, in orari diversi quindi non penso abbia un lavoro. Sempre con signori diversi, si farà mantenere da loro."
"Hai provato a parlarle?"
"Si, 2 volte, alla seconda l'ho mandata a quel paese. Non ne vale la pena insistere per una così".
"Così, come?"
"Guardala: ha 25 anni e si comporta come se ne avesse la metà. Sempre in giro, sempre con tutti, è nominata sulla bocca di molti."
La guardai bene, pur avendo solo 25 anni sembrava molto più grande della sue età, eppure rimaneva carina. Vestita comoda e leggera, i capelli al vento, aveva 2 zaini in spalla e 2 sacchetti in mano. Si guardava intorno come impaurita.
"E poi, anche se ci provassi, non cambierebbe niente. È fine agosto, dovrebbe già iniziare a pensare alla scuole per le ragazze, anche se lei ovviamente non l'ha conclusa. Con due figlie ormai grandi non troverà mai un uomo per lei, è troppo libertina"
"O magari è solo ben organizzata"
"O magari è solo una nulla facente"

Questa volta non pensai più 'può essere', perché le esperienze della vita mi hanno fatto capire chiaro e tondo che ciò che inganna di più la gente è proprio l'apparenza stessa.
Conosco le figlie di quella madre: io sono il vento, io sento e vedo tutto. E loro sono innamorate della madre così giovane e forte, che ha provato tutti i lavori del mondo rinunciando alla sua adolescenza per un errore di un 'uomo', come ha detto quel adulto. Ha comprato casa da sola e quei sacchetti sono dei regali per le ragazze. È simpatica ed ha molti amici, ma non ha mai accettato aiuto o soldi da nessuno.

L'apparenza inganna, questa volta lo dico io. Io che sono tutto. Io che non inganno. Io che all'apparenza non mi fermo. Io che non giudico. Io, che sei tu. Anzi, che potresti essere tu. Sei stato bambino, sei stato ragazzo, forse sei signore, sicuramente sarai un adulto. Ma non essere quel "normale" o quel "come tutti". Sii quello "diverso", quello "unico". Sii, ciò che il vento è: libero. Così libererai gli altri.

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