31 Marzo 2019

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Mi sveglio di soprassalto. Guardo la sveglia ore 04.00 del mattino. Un altro incubo. Mi alzo cercando di fare meno rumore possibile, non voglio svegliare i miei compagni di stanza. Mi dirigo verso la cucina, apro il frigorifero e tiro fuori una bottiglia di succo.
Mentre mi dirigo verso lo scaffale per prendere un bicchiere sento un rumore nell' altra stanza. Guardo verso la stanza buia e vedo sbucare due occhi azzurri con sfumature di verde che mi fissano gonfi.
<< Vuoi un po' di succo?>> chiedo ad Alberto.
Annuisce e pian piano si avvicina trascinando i piedi.
<< Ti ho svegliato?>> chiedo a bassa voce cercando di non svegliare gli altri ragazzi.
Non risponde, continua a guardarmi con quei suoi occhioni che sembrano volermi scavare dentro. Dio, quanto mi erano mancati.
E mentre penso questo, mi abbraccia.
All'inizio rimango ferma, immobile. Forse perché non me lo aspettavo, forse perché non aspettavo altro.
Poi ricambio l'abbraccio e sento le lacrime bagnarmi le guance. Anche lui sembra accorgersene e mi stringe più forte.
Non so dare una definizione al rapporto con Alberto, so solo che io non posso fare a meno di lui. Riesce a capire ogni mio silenzio, ogni mio sguardo, riesce a leggermi dentro. Con lui mi sento al sicuro, mi sento svuotata di ogni mia emozione. Non abbiamo bisogno di tante parole io e lui, ci basta uno sguardo, una carezza, un abbraccio per capire quello che prova l'altro.
Non ho mai parlato a nessuno dei miei incubi, nemmeno a lui, eppure ogni volta lui c'è.
Ogni volta che cado lui è lì, pronto a sostenermi.
Mentre penso questo mi accorgo che siamo ancora abbracciati, quanto saremo rimasti così? Solo qualche minuto o per qualche ora? Troppo e troppo poco allo stesso tempo.
Lo so, sono una contraddizione vivente. Prima dico o penso una cosa e poi dopo mezzo secondo l'opposto.
Io sono così, prendere o lasciare e Alberto lo sa bene. A volte sembra accettarlo, sembra quasi che "ami" anche questo lato di me, altre volte invece gli è del tutto indifferente.
Si, perchè se io sono la contraddizione vivente lui non è da meno. Siamo così simili ma così diversi, a tratti perfetti insieme, a tratti incompatibili.
Sciolgo l'abbraccio con un sorriso amaro. Quando facciamo l'uno un passo verso l'altro, poi uno dei due, solitamente io, ne fa due indietro, come da copione.
Non voglio che si faccia strane idee, come quella volta in sala relax quando litigammo perché lui mi trattava come una qualunque.
Ricordo benissimo quel giorno, credeva fossi gelosa. Tutti lo credevano, persino i nostri fan, che cosa buffa.
Come poteva la gente anche solo pensare che io Tijana Boric potessi anche solo provare gelosia!? Ma per chi mi avevano preso? Per una 18enne qualunque?! Nessuno aveva capito niente di me, o forse mi avevano capita meglio di quanto mi capissi io.
Odiavo anche solo il pensiero che qualcuno potesse capirmi meglio di me stessa, per questo motivo mi sono spesso ritrovata a smorzare sul nascere le voci di una possibile cotta per Alberto.
Già era difficile per me ammettere a me stessa di provare qualcosa per lui, figurarsi urlarlo al mondo.
Con questi pensieri prendo il mio bicchiere di succo e mugugnando un <<Buonanotte
Alberto>> me ne torno in camera, lasciandomi alle spalle quel ragazzo dagli occhi azzurri/verdi.

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