28 Aprile, Prima Parte

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Ore 2.00 nessuno di noi riesce a dormire.
Ho perso anche Valentina.
Valentina è uscita.
Non ci posso ancora credere.
Lei che secondo me si meritava la finale.
Lei che si meritava tutto.
Mia sorella. La mia ancora, la mia salvezza.
Il mio punto di riferimento.
Come farò senza di lei?
Senza i suoi riccioli, senza il suo sorriso.
Senza la sua allegria.
Lei che placava gli animi tra me e Alberto.
Lei che mi supportava dopo ogni discussione con Giordana.
Lei che c'era sempre.
Ad ogni mio passaggio di inedito.
Ad ogni mia vittoria. Ad ogni mia sconfitta.
Ad ogni mia lacrima.
Inizio a piangere. E ora?
Ora chi asciugherà le mie lacrime?
Ora chi cercherà di farmi tornare il sorriso?
Uno ad uno sto perdendo tutti.
Tutti quelli a cui volevo bene.
Tutti quelli che si sarebbero meritati il mondo.
Era una bomba.
Così piena di energia.
Così solare. Così bella.
Un po' la invidiavo.
Come riusciva ad essere così positiva?
Come riusciva ad essere così felice?
Mi siedo sul suo letto.
E pensare che ci abbiamo messo un bel po' a diventare amiche.
Credo di esserle stata sul cazzo a pelle.
Io così precisina. Così ordinata.
Lei così disordinata. Così caotica.
Lei così attiva. Così positiva.
Io così pigra. Così cinica.
Lei così estroversa.
Io così introversa.
Lei simpatica.
Io acida.
Gli opposti.
Se mi avessero detto che presto saremmo diventate ottime amiche non ci avrei scommesso nemmeno un centesimo.
Eppure così è stato.
Forse ha aiutato il fatto che condividessimo la stessa stanza.
Forse ha aiutato la presenza di Federica, per certi versi più simile a lei, per altri più simile a me.
Forse ha aiutato la sua pazienza, anzi sicuramente.
Forse hanno aiutato alcune mie debolezze.
In che senso?
Beh, se non fossi stata così fragile, se non fossi stata così distrutta quando io e Alberto non ci parlavamo non mi avrebbe mai vista piangere in camera.
Non lo avrei mai permesso.
Eppure è successo.
Mi ha visto piangere, ogni sera.
Mi ha visto svegliarmi ogni notte di soprassalto, urlando, dopo un incubo.
Mi ha visto nel periodo più buio, più difficile.
Ed è stato proprio allora che ci siamo avvicinate.
Inizialmente, non si avvicinava. Mi spiava da lontano, non troppo sicura sul da farsi.
Forse non sapeva come l'avrei presa.
Poi, forse per pietà, forse perché era davvero preoccupata, ha preso coraggio e si è avvicinata.
Non mi disse nulla, quella volta, mi abbracciò soltanto.
E io non avevo bisogno di altro.
Da quella volta iniziò ad essere una presenza costante nella mia vita e pian piano riuscii ad aprirmi.
Al ricordo sorrido.
Sarà dura senza di lei.
Davvero dura.

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