Non sono vecchia!!

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Una cosa che devo dire prima del racconto che segue è che non sono vecchia! Tutti legano la visione della Terra ad un essere sapiente, riflessivo e vecchio; i primi due aggettivi li posso anche accettare, ma il termine "vecchia" mi fa pensare ai quattro miliardi e mezzo di anni che ho vissuto e di cui ho ricordi vaghi. Ebbene sì, sono una nonna con caratteristiche da ragazza con una quantità di figli che farebbe girare la testa a tutte le madri. Per non parlare del numero di nipoti! Ne ho perso il conto...
La parte migliore di essere immortale è che ho vissuto in tutte le epoche e posso dire quale sia la mia preferita, non come gli umani che vivono e poi muoiono, continuando a ripetersi di aver voluto nascere in luogo e tempo diversi...ma tornando alla mia epoche preferita: in questo momento penso sia l'epoca moderna perché le tecnologie sono la miglior invenzione dopo l'automobile. Comunicare è diventato molto più semplice così, non come nel periodo greco-romano con i messaggeri. Le persone parlano tra di loro al telefono e, anche se ho speso mesi di allenamento prima di imparare ad usarlo bene, posso dire che è parecchio utile. Per non parlare poi dei social networks, sono una figata pazzesca, utilizzando un lessico contemporaneo. Mi manca però una cosa del periodo dell'antica Grecia: i modi di conteggiare le ragazze...infatti, al tempo, aspettavi mesi pieni di sguardi sdolcinati, camminate al chiaro di luna mano nella mano dopo essere scappati dal padre o dalla madre, i quali ti proibivano quella relazione e poi una bacio veloce e rubato al tempo perché uno dei due doveva partire ( di solito il ragazzo) per un viaggio da cui non sarebbe mai più tornato...ma ovviamente qui è soltanto fantasia: i ragazzi parlano per qualche minuto tramite un sito di incontri online con una ragazza mai vista prima e subito diventano da perfetti sconosciuti a fidanzati in un clic, per poi lasciarsi dopo 3 mesi di relazione, per le coppie più fortunate.
Purtroppo mi capita di soffrire di malinconie, ma soprattutto di nostalgie di questo tipo per epoche oramai lontane ogni tanto, ma continuo a ripetermi che ora devo pensare al "presente", anche se non sempre funziona...
Questi soliloqui sono ormai all'ordine del giorno per me, soprattutto quando mi alzo la mattina presto e mi guardo allo specchio di camera mia: fisso il mio viso riflesso rotondo e perlaceo, i miei occhi azzurri come il ghiaccio e il contrasto che formano con i miei capelli lunghi fino alla vita, neri come la pece. Il mio corpo è snello e formoso: il seno è prosperoso e i fianchi sono larghi, caratteristica che nel passato mi era utile per persuadere gli uomini, ma che ora mi è solo di intralcio, in quanto tutte le volte che provo a non dare nell'occhio, gli uomini mi notano e mi corrono dietro come i cani corrono dietro all'osso, sbavando.
Per quanto riguarda il lavoro, circa 2 anni fa mi sono iscritta ad un concorso come insegnante in un liceo e ora sono professoressa di italiano, professione che lambivo da un secolo e più, ma che con la successione delle guerre mondiali avvenute nel secolo scorso mi ero dovuta abbandonare all'idea di lasciar perdere.
La mia classe preferita è una prima dell'indirizzo classico che ha una passione per l'epica, in particolare Omero e Esiodo ( un poeta del VII secolo a.C.) che descrive la nascita del mondo, storia che conosco anche troppo bene
Questa mattina, dopo il soliloquio, mi dirigo verso l'armadio e indosso un abito blu scuro a strisce azzurro cielo e stivaletti neri con il tacco; mi raccolgo i capelli con una molletta intonata all'abito e mi metto un paio di orecchini dorati a cuore.
Barcollando, ancora addormentata, entro in cucina e mi preparo un caffè riflettendo sugli argomenti che avrei dovuto ripassare durante il tragitto verso la scuola: grammatica per la seconda ed epica per la prima. Potrebbe sembrare leggermente egoista però devo ammettere che mi è sempre piaciuto parlare di me in terza persona durante le lezioni e integrare gli argomenti della creazione del mondo, in quanto protagonista della storia.
La mattinata a scuola procede velocemente finché non accade un fatto strano in prima all'ultima ora: stavo finendo di spiegare l'ordine di Zeus, dopo la sconfitta di Crono e l'argomento del discorso era il livello di rivalità elevato tra Atena e Poseidone, quando all'improvviso Astrid e Poul, ragazzo originario della Danimarca, cominciano a insultarsi a vicenda.
~Non avrai mai la città di Atene!~ urla Astrid, determinata.
~Possibile che tu non capisca ancora che sono già il loro poliade?~risponde lui alzando la voce, già in piedi dal primo urlo di guerra di Astrid.
I due si stanno fronteggiando nel mezzo della classe, che li osserva sbalordita. Mi alzo di scatto e mi pongo tra i due, dividendoli.
Noto, osservando il loro occhi, che hanno una scintilla di divino, come di un fulmine...e subito capisco quello che sta succedendo loro...
Li prendo per la mano e li porto fuori dalla classe, tranquillizzando gli altri allievi e dicendo loro di continuare a leggere senza di me mentre io porto i loro compagni all'infermeria.
I due ragazzi nel frattempo hanno ripreso a litigare l'uno con l'altra, continuando a offendersi. Li spingo dentro alla biblioteca e chiudo la porta, li faccio sedere a qualche metro di distanza, in modo che non si feriscano mentre sono prigionieri di questo intruso nelle loro menti. Dopo qualche minuto cominciano a calmarsi e sembra che siano svenuti e subito mi avvicino, preoccupata e li chiamo, scuotendoli per le spalle.
~Astrid? Poul? Ci siete? Mi sentite?~ Al suono della mia voce si riprendono e mi guardano storditi.
~Buongiorno prof, cosa è successo?~ domanda Poul, educato ma anche impaurito.
~Non preoccupatevi ora di questo, come vi sentite? Avvertite qualche cambiamento?~ domando sulle spine a entrambi.
~In effetti mi sento un po' strana...~ comincia Astrid, scambiando uno sguardo con Poul, che annuisce di risposta.
~Ho come una forza interiore e sulle mani, che prima non avevo~ dice Poul fissandosi le mani pensieroso.
~Vi spiegherò tutto più tardi, ma ora dovete promettermi di non andare a spifferare tutto a nessuno~ dico con sguardo severo, piantando i miei occhi nei loro.
~Promettiamo, ma ora ci dica cosa è successo!~ dice Astrid, rispondendo per entrambi.
~Tutto ciò che posso dirvi ora e qui è che Zeus sta cercando di ricreare il suo ordine di dei, dopo migliaia di anni di silenzio ....e voi siete rispettivamente Atena e Poseidone...~ dico indicandoli mentre pronuncio i nomi delle due divinità,.~ ragion per cui avete cominciato a litigare l'uno con l'altra~.
Purtroppo si mettono a ridere, come se avessi raccontato la battuta più divertente del secolo e mi dico tra me e me che sarebbe stata più dura del previsto...

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