Un giorno

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La rabbia prende il controllo del mio corpo e non riesco più a controllarmi.
~Non osare dirgli di non toccarmi. Piuttosto dovresti essere tu quello che non deve mandarlo a sbattere contro il muro~ dico guardando Urano negli occhi e resistendo alla voglia tremenda di dargli un altro schiaffo.
~Perciò vuoi dirmi che, mentre io ero chiuso negli Inferi, tu andavi a letto con qualcun altro?~ ribatte massaggiandosi la guancia dolorante. Io resto in silenzio per qualche minuto e poi decido di non rispondere alla sua domanda: sarebbe ciò che vuole e io non voglio dargli corda.
~Io faccio quello che voglio perché io e te non siamo più nulla oramai. Quindi datti una calmata!~
~Come hai potuto...questo mi ferisce, soprattutto perché io provo ancora qualcosa per te...~cerca di dissuadermi.
~Certo...provi ancora qualcosa per me come quando mi obbligavi a venire a letto con te?~ So che questo è un colpo basso per Urano e io voglio andare a parare proprio lì, in modo che provi la stessa cosa che ho provato io quando ho scoperto che non ero l'unica donna.
~Non mentire. Anche tu lo volevi! Ammettilo! Ammetto che, mentre tu eri incinta, mi sono lasciato andare, ma ti amavo e ti amo ancora...Lascia che te lo dimostri tornando insieme a me...~
~Mi dispiace per te ma io ho finito di amarti molto tempo fa...~ Mi dispiace, quasi, di essere stata così dura, ma per finirla dovevo dirglielo in modo che non ci provasse più, riferendoglielo chiaro e tondo.
~Deduco che riconquistarti non sarebbe una buona idea allora...~ si arrende finalmente.
~Hai dedotto bene. Ho già chi mi ha conquistato e ora dovresti anche scusarti con quella persona...~
~Hai ragione...~dice rivolto a me, poi si avvicina ad Andreas~...scusami tanto, non volevo colpirti, mi è venuto instintivamente. Penso di aver perso la testa per questa donna...~
~Questa donna fa perdere la testa, confermo. Ti scuso. Ti avrei fatto la stessa cosa se fossimo stati a ruoli inversi...~
I due si stringono la mano e io tiro un sospiro di sollievo.
Mi guardo intorno e noto che gli altri sono parecchio stupiti dal nostro litigio così esplicito e io non so cosa dire per scusarmi; per fortuna entrano Afrodite e Apollo i quali annunciano che le camere per gli ospiti sono pronte. Tutti escono e rimaniamo solo io, Andreas, Urano e Ade.
Io decido di tagliare la corda, giusto per distrarmi e calmarmi dalla lite.
~Scusate, io vado...vi lascio alle vostre chiacchere...~ dico dirigendomi verso l'uscita della palestra.
I ragazzi non discutono la mia uscita di scena ma cominciano a parlare di altre cose di cui non capisco gli argomenti.
Ma nel frattempo penso che è stata proprio una rottura e una sfortuna presentare così Andreas a Urano. Sapevo che quest'ultimo con l'avrebbe ucciso ma non si sa mai cosa passi per quella mente contorta, tuttavia non sarebbe riuscito a ucciderlo perché è indistruttibile. Ora spero solo che la loro chiaccherata non sia incentrata su di me, perché sarebbe un po' strano sapere che io sono un argomento migliore della guerra. Comunque preferisco non montarmi troppo la testa con queste idee, andrò a mangiare qualcosa in cucina e poi vedrò come occupare il tempo. Raggiungo la cucina e mi faccio un panino in modo che sia abbastanza veloce da consumare, mi siedo e comincio ad addentare la cena. La porta si chiude e alzo lo sguardo per scontrarlo con quello di Afrodite. Le sorrido ma lei non risponde al sorriso.
~Che è successo?~ chiedo dando sfogo ai miei dubbi.
~Sono venuta apposta per parlartene...ho bisogno di un consiglio e, visto che sei l'unica donna, tu mi capirai meglio di quei maschi ossessionati da guerra e donne...~ dice venendosi a sedere accanto a me.
~Dimmi pure se pensi che io ti possa aiutare...~ dico gentilmente posando il panino sul piatto.
~Bene. Ti ricordi vero del nostro ultimo discorso prima che tu fossi stata rapita?~
~Sì, quello a proposito dei ragazzi mortali...~
~Esatto... è successa una cosa che non doveva accadere...~ dice guardandosi il ventre. Io capisco subito e rimango allibita, poi comincio a blaterare:~ Com'è possibile? ... cioè, so com'è possibile, ma non pensavo che sarebbe mai accaduto...pensavo che tu stessi attenta nei tuoi rapporti con gli umani....cavolo Afrodite...hai fatto bene, però, a dirmelo...~ concludo con quasi un sospiro di sollievo.
~Dici?...Non sapevo come agire e perciò ho pensato di dirtelo, ma quando sei svenuta ho pensato che non fosse il momento giusto e ho aspettato fino ad ora...~
~Quando l'hai scoperto?~
~Circa un paio di giorni fa...il giorno in cui siete arrivati tu e Andreas...~
~Perché hai aspettato così a lungo? Potevi dirmelo tranquillamente...non farti problemi se devi dirmi qualcosa di importante...~
~Scusa...ti ho vista molto concentrata sulla guerra e ho concluso che non avessi del tempo per me...~
~Ti sbagliavi...troverei sempre del tempo per te, come per tutti i miei nipoti d'altronde... La prossima volta, ti ripeto, non farti questi pensieri complessi e dimmi subito cosa è successo... Comunque congratulazioni!!~
~Grazie nonna!~
~E il padre? Si sa chi sia? Ma soprattutto, è umano?~ ho dei dubbi su ciò, ma voglio chiedere lo stesso.
~No, non so chi sia. Ma conto di scoprirlo...~
~Va bene. Ma devo avvertirti che tu non combatterai in guerra visto la tua situazione...~
~Ma come? Non avrò nemmeno la pancia dopodomani...~
~Mi dispiace...ma non voglio che tu faccia sforzi per non perdere il bambino...~
~ D'accordo...Mi fido di te nonna... dopotutto sei stata incinta più volte di me...~
~Ci puoi credere. Ora andiamo a vedere come si trovano questi miei figli...~dico finendo il panino. Cominciamo a ridere ed entrano Apollo, Ade e Ares che ci guardano con espressioni interrogative.
~Cose da donne...~ riesco a dire in mezzo alla risata con un movimento della mano. Loro si guardano tra loro e alzano le spalle con fare indifferente. Noi usciamo ancora con il sorriso sulle labbra e ci dirigiamo nell'ala della casa dedicata agli appartamenti dei titani. La visita ai miei figli è piuttosto veloce, seppur io avessi voluto parlare con loro di più di quanto ho fatto in realtà. Le titanidi sono state più pazienti mentre gli uomini mi hanno raccontato a pizzichi e bocconi come era la vita in prigione per così tanto tempo, non accennando nemmeno alla mancanza provata per le mogli che erano imprigionate in un'altra cella, anche se io so che la provavano. Non appena finisco di parlare con Rea su come organizzare gli allenamenti per il giorno dopo, vado in camera da letto per rilassarmi e trovo Andreas concentrato in una chiamata. Capisco che si tratta di Ercole dal tono amichevole e scherzoso che il mio compagno mantiene durante tutta la chiacchierata. Chiude la chiamata e si volta verso di me (chissà quando mi avrà sentita arrivare...), poi mi si avvicina stampandomi un bacio sulla guancia.
~Dobbiamo stare attenti d'ora in poi con le dimostrazioni di affetto in pubblico...~ dice posando le mani sui miei fianchi.
~Direi di sì, ma comunque non mi è piaciuto molto quando Urano ti ha mandato a sbattere contro il muro...~ dico unendo le mani dietro la sua testa.
~La smetti di essere così protettiva...quel ruolo tocca a me nei tuoi confronti e non il contrario... comunque ho sistemato con Urano; ora non ci darà più fastidio..~
~Cosa hai fatto?~ dico guardandolo con la testa piegata.
~Non preoccuparti, ci penso io. Comunque ho parlato con Ercole e Demetra...hanno detto che per domani mattina sono qui e, ovviamente, si schierano dalla nostra parte...~ dice mentre le sue mani si insinuano sotto la mia canotta. Io blocco le sue mani e provo a concentrarmi solo sulle sue parole.
~Mi fa molto piacere. Almeno domani saremo tutti qui ad allenarci per la battaglia imminente...~
~Già, ma ora lasciami assaporare i miei ultimi momenti di piacere con te prima che domani tu sia un fascio di nervi che respira...~ dice avvicinando le sue labbra alle mie.
~Davvero una bella immagine...devo ammetterlo...~ dico facendo toccare le nostre bocche. Le sue mani ricominciano la loro ascesa sulla mia schiena mentre io prendo l'orlo della sua maglia e gliela sfilo. Lui sorride soddisfatto e, per parità, mi sfila la canotta fermandosi per qualche secondo per ammirarmi. Poi comincia a baciarmi sul collo e scende sempre di più, mirando al mio seno. Chiudo gli occhi, godendomi il piacere che mi regalano questi suoi baci, e mi si accende un fuoco nel petto. Una volta finito di baciarmi, mi prende in braccio e mi trasporta a letto. Mi ritrovo stretta fra lui e il materasso e non mi dispiace per niente, anzi, sbottono i suoi jeans e lui se li toglie strattonandoli e gettandoli a terra. Io sorrido e mi allungo verso l'interruttore della luce lasciando solo una abat-jour accesa. E nel frattempo penso che non mi sono mai sentita così in armonia con una persona come con questo ragazzo.

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