Una visita inaspettata

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Dopo la scuola, torno a casa tranquilla, sapendo che ho detto loro tutto ciò che dovevo dire ma con una sensazione strana alla bocca dello stomaco, probabilmente ansia per quello che succederà.
Arrivo davanti alla porta rossa del mio appartamento, apro e respiro la profumazione mela-cannella a me tanto familiare; l'arredamento è un po' retrò però le luce al neon e la TV ad alta definizione richiamano il XXI secolo. Appoggio borsa e chiavi all'entrata e raggiungo la camera da letto per indossare vestiti più comodi: leggings neri e maglione, insieme alle mie pantofole preferite (con i gatti) che anestetizzano leggermente il dolore provocato dai tacchi alti. Torno in soggiorno e mi dirigo verso il frigorifero con la voglia di sgranocchiare qualcosa seduta sul divano con un programma serale alla televisione. Mi preparo un toast con patatine fritte, mi accomodo sul gigante divano di pelle e accendo il televisore, scegliendo il canale che più mi interessa. I programmi sono per lo più documentari, film d'azione e d'amore. Questi ultimi sono i miei preferiti: scene dolci, baci romantici e cene al lume di candela ma anche tradimenti e bugie a raffica e stasera non ho proprio la forza di superare un altro litigio, dopo quello di Astrid e Poul. Quelli d'azione non sono proprio il mio tipo: troppo sangue e pistole. I documentari invece mi ricordano che in mezzo a tutto il traffico della città, ci sono ancora luoghi incontaminati in cui gli animali giocano e cacciano in libertà; perciò scelgo quello. La voce narrante sta parlando della flora e fauna della Scandinavia, luogo troppo freddo per i miei gusti ma è sempre interessante imparare le abitudini dei gufi bianchi e delle volpi artiche. Dopo aver finito di cenare e di guardare la TV, la spengo e mi avvio verso la porta per chiuderla a chiave, poi chiudo l'unica finestra aperta  che è in bagno e mi metto sotto le coperte. Durante la notte mi sveglio parecchie volte a causa di sogni spaventosi e strani rumori provenienti dall'esterno; così, esasperata, mi alzo dal letto e, spostando le tende, guardo fuori ed essendo al secondo piano,sono agevolata nel controllare sia l'entrata del condominio sia i tetti delle case adiacenti. Inizialmente non vedo nulla, dicendomi che probabilmente me lo sarò immaginato, ma un movimento improvviso mi fa allarmare ancora di più, combattendo così contro il sonno. Un rumore di passi e catene che proviene dal corridoio mi fa rizzare i capelli sulla nuca e lentamente mi avvicino alla fonte, sperando che non sia un assassino esperto che sappia saltare dal giardino fino ad una finestra al secondo piano, aprendola senza farsi sentire. Appena supero l'angolo del corridoio che porta in salotto, vedo una sagoma imponente che si staglia di fronte a me, gli occhi azzurri si distinguono nell'oscurità che aleggia nell'appartamento. L'uomo fa un passo avanti e io, istintivamente, ne faccio uno indietro rimproverando poi me stessa per essere così codarda.
~Non sei felice di vedermi nonna?~ dice lo sconosciuto
~Chi sei? Ma soprattutto che cosa vuoi da me?~ La mia voce trema leggermente.
~Non mi riconosci? Con questo mi deludi! Sono Zeus, nonna, il tuo nipotino~

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