Clint aveva ripassato nella testa quanto accaduto nei quindici giorni precedenti, cercando di trovare il filo conduttore che aveva portato Layla Evans nel suo letto, dove la stava ancora placcando, nuda e incantevole.
'Torni da me, domani sera?' glielo chiese, tentando di sembrare indifferente, senza mai smettere di baciarla ovunque, teneramente corrisposto. Era inebriato dal suo odore, di femmina, di sesso, di fiori.
'Mi piacerebbe, se a te va...non raccontarlo ad anima viva, ti prego. Non voglio rogne, soprattutto con la Hill e mio padre' usò il termine padre e non patrigno.
'Avete litigato?'.
'È da sempre che bisticciamo, per qualsiasi minima cosa. Abbiamo dei caratteri molto diversi e io non sono una persona facile, lo hai visto...Ultimamente, è peggio' ammise.
'Ci ha detto di tua mamma e di tuo fratello. Mi dispiace...' mormorò, in difficoltà, a conoscenza del lutto che l'aveva colpita.
'Non ne parlo volentieri...' Si scostò dal suo abbraccio, si alzò e si mosse verso il soggiorno, per rivestirsi, recuperando gli abiti sparsi sul pavimento.
'Già vai via?' Barton si rammaricò. Layla si era adombrata, per la domanda, il suo viso era distorto in un'espressione angosciata.
'Falco, lo abbiamo fatto ben più di una volta sola...placati...ciao!' sgattaiolò, inquieta, fuori dal suo alloggio, senza nemmeno dargli un bacio.
***
La mattina seguente la mora non aveva degnato Clint di sguardi particolari, né un cenno o una parola ed ugualmente nel resto della giornata.
Si era dimostrata fredda e scostante. Lui, invece, l'aveva pensata tutto il tempo. Fremeva all'idea di rivederla e riaverla fra le sue braccia. Smaniava. In senso letterale. Per fortuna, si era buttato col corpo negli allenamenti, per scaricarsi. L'anima...l'aveva lasciata alla moretta.
La fissava, di sottecchi, facendo finta di leggere una rivista, prima di ritirarsi in camera. Gli sembrò di subire una tortura assurda, nell'incertezza che sarebbe andata da lui, dopo cena, visto come era scappata via all'alba.
Si era preparato lo stesso, sperando lo raggiunge. Aveva fatto una doccia veloce e si era rasato. Era pulito, pronto e con i soli boxer, una singola idea in testa.
Quando udì bussare alla porta, esaltato, li tolse e spense la luce...aprì, di poco l'uscio, prese Layla per un polso e la strattonò verso l'interno. Per non far sentire la voce in corridoio, le aveva messo una mano sulla bocca.
In effetti l'aveva spaventata, un pochino. Il piccolo soggiorno era al buio, tranne per due candele rosse accese, poggiate sul tavolino, accanto al posacenere...una romanticheria, per la base!
Clint, nudo, le stava già addosso...si era ritrovata le sue mani ovunque, sotto la lunga maglietta di cotone, che aveva indossato, volutamente, senza biancheria.'Sei bellissima...Non porti le mutandine...mi istighi di proposito, lo so...' la maglia volò via, in un decimo di secondo. La baciò, frenetico. 'Non mi hai guardato oggi, nemmeno una volta...e sei venuta da me in questo stato; dovrei punirti, lo sai?' la provocò, usando la stessa espressione utilizzata dalla Evans la notte precedente.
Lei si difese, affettuosa 'Ti ho desiderato, invece, sciocchino, in ogni minuto di questa lunghissima giornata; dovevamo essere discreti, eravamo d'accordo così' gli si strusciò, contraccambiando il bacio, e le sue labbra focose, intanto che l'uomo la alzava per il bacino per prenderla lì, contro la porta.
'Ieri sera ti ho ammonito a farlo lentamente, ma ora non posso, Layla, perdonami; ti prometto che poi mi dedicherò solo a te...ti coccolerò' tutta la notte, farò tutto per te...ti voglio, subito' le sveltine non erano state mai il suo forte ma l'attrazione che provava e che aveva covato per l'intera giornata era irresistibile.
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DISEGNI D'AMORE (CLINT E LAYLA, LOKI E ERIKA)
Fiksi Penggemar'Guancia a guancia, respiro a respiro, gemito a gemito, sussulto a sussulto. Avviluppati e confusi, in unico essere umano...un unico piacere, un unico orgasmo, un'unica soddisfazione'. A seguito della mortale pandemia diffusasi dopo lo scontro con i...