<<Ciao, sei sveglia finalmente.>> dice mia madre dolcemente, con le lacrime agli occhi e poi aggiunge <<Infermiera, è sveglia!>> .
La ragazza sulla trentina, mi si avvicina sorridente e dice <<Allora, hai preso una bella botta alla testa. La diagnosi è un lieve trauma cranico, oltre al fatto che ti stiamo facendo delle analisi, perché non sembri proprio in forma.>> dice osservando i miei parametri.
<<Se sto così è perché sono philofobica.>> dico con un filo di voce.
<<Già, ma tesoro, hai preso così tanti antidepressivi che stai danneggiando il tuo organismo davvero velocemente.>> dice preoccupata.
<<Credevo di migliorare la situazione, non di farla peggiorare...>> dico dispiaciuta.
<<Lo so, ma bisogna stare attenti con i medicinali.>>dice e poco dopo aggiunge <<Facciamo una cosa, ti lascio il mio biglietto da visita, così ogni volta che ti senti giù o vuoi un parere medico, mi trovi qui.>>
<<D'accordo, grazie.>> dico prendendolo.
<<Grazie, davvero dottoressa Clark.>> dice mia madre grata.
<<È il mio lavoro.>> dice la dottoressa con l'accenno di un sorriso, poi sistema il suo stetoscopio ed esce dalla stanza.
<<Perché non mi hai detto che stavi peggiorando?!>> dice mia madre.
<<Non volevo farti preoccupare...ne hai già passate tante con me e non voglio farti dispiacere di nuovo.>> dico mortificata.
<<Tu sei la mia bambina e voglio solo il meglio per te, da oggi devi promettermi di dirmi subito quando stai male.>> dice accarezzandomi la nuca.
<<Va bene mamma.>> dico sorridendo.
<<Sei speciale sappilo e per questo non voglio perderti.>> dice dolcemente mentre mi accoglie in un suo caldo abbraccio.
<<Non andrò da nessuna parte, tranquilla.>> dico rassicurandola.
<<Bene, basta momenti tristi. Vado a prenderti qualcosa, un panino?>> chiede.
<<Una bottiglietta d'acqua va benissimo.>> dico.
<<Ma non hai mangiato nulla da ieri sera.>> dice preoccupata.
<<Non ho fame...>> spiego.
<<D'accordo.>> dice e poi se ne va e chiude la porta alle sue spalle.
Sono abbastanza dolorante, ho male allo stomaco ogni volta che cerco di allungarmi per prendere il cellulare di fianco al letto. Una volta preso, vedo tantissime telefonate perse da Alyna ed anche un messaggio di Nick che mi sorprende.
"Non sono pronto a parlarti adesso, scusa."
Bene, questa giornata peggiora sempre più velocemente, eppure ho l'infrenabile voglia di stare con lui, ammirare i suoi occhi nocciola ed il suo dolce sorriso che mi fa stare sempre bene. Vorrei che fosse qui a tenermi la mano, in questa poltrona rossa d'ospedale accanto al mio letto, tutto sarebbe più facile se mi sussurrasse "andrà tutto bene" con la sua voce profonda. Ma purtroppo devo abituarmi all'idea di lui e non alla sua presenza...almeno finché non è pronto a parlare.
Ricordo serate passate insieme, stelle osservate tutta la notte l'uno di fianco all'altro, mentre parlavamo del più e del meno, ricordo le sue mani perennemente calde, anche con meno tre gradi sotto zero, ricordo il suo profumo...dolce e forte allo stesso tempo. Ricordo l'odore delicato della sua pelle, il sapore delle sue labbra ed il suo tocco che mi provocava ogni volta un brivido lungo la schiena. Penso al suo minuscolo neo che ha poco più su del labbro superiore e che io trovo adorabile, al suo sorriso perfettamente unico e folgorante, alle sue lunghe ciglia nere che incorniciano in modo armonioso i suoi occhi espressivi, alle sue lentiggini sul naso che appaiono solo d'estate e somigliano tanto a microscopiche macchie di pittura. Questi meravigliosi se pur ritenuti inutili particolari fanno parte della persona che amo e che mi manca illimitatamente.
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Un amore sotto le stelle
Romance> dice deciso. >domando curiosa. >dice accarezzandomi lo zigomo. Io accenno un sorriso e dico > Hailey, apparentemente una normalissima ragazza di sedicianni, in realtà soffre di "Philofobia", o meglio conosciuta come la paura di innamorarsi. Fin...