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Marta stava raggiungendo le sorelle presso casa Hargreeves, era sicura del fatto che le avrebbe trovate lì.

Quando si trovò davanti al cancello vide un ragazzo seduto sulle scale che stava con lo sguardo fisso verso il basso.

- Hey tu, parlo con te che sei seduto sulle scale!

Lui alzò io capo sorpreso

- Puoi vedermi?

- Beh non ho per caso una benda sugli occhi. Puoi aprirmi?

- Chi sei?

- Non rispondere ad una domanda con un'altra domanda. È fastidioso.

- Comunque, è aperto.

- Ah.

Spinse il cancello e si avvicinò al ragazzo

- E tu saresti?

- Ben.

- Ben .....

- Ben e basta.

- Non lo hai un cognome?

- Non sono fatti tuoi.

- oggi è la giornata mondiale della gentilezza proprio.

Il ragazzo scosse la testa e la condusse nel magnifico corridoio dal quale provenivano indistinte voci.
Marta continuava a parlare con quello strano tipo e nel frattempo comparve inconsapevolmente sulla soglia della porta della grande sala, laddove la sua voce venne riconosciuta immediatamente dalle sorelle.

- Ma è pazza quella?

Marta allora si voltò verso Diego che l'aveva erroneamente apostrofata come "pazza", poi spostó sconsolata lo sguardo verso Alexandra e Camilla non badando al resto delle persone nella stanza

-Oh no, l'ho fatto di nuovo, vero?

Camilla ridacchió sotto i baffi così come l'altra bruna dai capelli lunghi

- Eh si, lo hai proprio fatto di nuovo.

- tranquilla, prima o poi imparerai.

- scusate, ma che cavolo sta succedendo qui?

A parlare adesso era stato l'omone alto, Luther.

- Ah no, niente, ho solamente scambiato di nuovo un morto per un vivo.

Vanya sollevò gli occhi dal libro che stava leggendo ed Allison sputò la bevanda all'arancia che stava sorseggiando

- Tu che cosa?

Marta per tutta risposta si voltò verso Ben che stava scuotendo le spalle come per dire "Non è colpa mia"

- Certo che potevi anche dirmi di essere morto eh.

Cinque, che si trovava ancora sul mobile si catapultò vicino la ragazza che era appena entrata identificandola come quella del bar

- Si può sapere che ci fai tu qui?

Marta, da parte sua, riconobbe quella fastidiosa voce e si voltò verso di lui

- Si da il caso che loro siamo MIE sorelle

- E cosa ci fare voi qui?

- vi stavamo cercando, anche noi siamo nate il primo di ottobre 1989 e non abbiamo alcun posto dove andare .

Alexandra era probabilmente la più gentile tra le tre.

- Beh potreste restare da noi. Marta, potresti prendere la camera dove prima alloggiava Ben, per esempio.

- Si, Vanya ha ragione! Alexandra, dovrebbe esserci la camera di Vanya di sopra vicino sulla di Kalus, per te è un problema?

"Assolutamente no!" Pensó la ragazza sentendosi la più fortunata del mondo .

- E per te Camilla ci sarebbe la stanza di Diego.

- Oh no, lei non ci dorme nella MIA stanza.

-Andiamo tutina nera, non fare storie e magia i biscotti

- quali biscotti?

Chiese Cinque incuriosito

- Quelli che stanno sul tavolo che ha portato da dire un quarto d'ora tua madre, idiota.

Marta sorrise, la sua vendetta l'aveva ottenuta. Lo aveva zittito e per ora le bastava.

Successivamente verso il tardo pomeriggio sistemó la sua unica valigia nella camera di Ben ed inizió a canticchiare la sua canzone preferita "Youngblood" , peró non poteva cantarla, perché.... Ops, questo lo scoprirete più avanti, dicevamo... Ah si!
Quando una testa scura fece capolino dalla porta

- Voi stare zitta Shirley?

La bruna si voltò confusa

- che razza di nome sarebbe Shirley?

- Tu non mi hai detto il tuo nome e quindi ti chiamo come voglio.

- E per la cronaca, non smetto di cantare.

- Oh dai, sono nella stanza a fianco e non voglio sentire una gallina che canta per tutto il giorno le canzoni di quelle band credendo i loro componenti dei fighi assurdi.

- Come scusa? Mi hai preso per la tua ragazza?

- Ma io non ho una ragazza

"IL KARMA PRIMA O POI ME LA CONCEDERÀ UNA GIOIA ANCHE A ME VERO???"
Questo fu il suo pensiero. Era maledettamente in imbarazzo. Perché doveva cacciare sempre nelle situazioni più incasinate? Eppure aveva la certezza che quella fosse solo la punta dell'iceberg ( E a dirla tutta mai ci fu intuizione più azzeccata, roba che Magnus Bane levate proprio) .
Evidentemente Cinque era giunto alla conclusione che continuare a restare muti in una stanza, alle sette della sera, non era proprio il massimo impiego del suo tempo, così si voltò e si diresse verso la sua camera permettendo a Marta di tirare un sospiro di sollievo.
Poco dopo la sua testa fece nuovamente capolino vicino la porta

- Piacere comunque, io sono Cinque, Cinque Hargreeves

Trascorsero alcuni istanti interminabili di silenzio e poi rispose anche lei

- Marta Williams. Non Shirley, semplicemente Marta.

- Ok, d'accordo. Shirley.

E per quel che mi è dato di narrare fu proprio in questo modo che ebbe inizio una storia tutt'altro che trash e poraccia, una storia particolare, senza dubbio, con un pizzico di magia che può essere in grado di sconvolgere miliardi di equilibri instabili.

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