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- Sei consapevole del fatto che anche in questa città non cambierà nulla?

- Oh andiamo, potresti non fare l'uccello del malaugurio per una volta? Pensa positivo un po'.

- Io non faccio l'uccello del malaugurio, parlo solo della realtà.

-Ha ragione lei.

- Beh per adesso limitatevi a fare le ragazzine di quattordici anni.

- Ti ricordo che ne abbiamo sempre cinquantatrè, sai non tutti possono viaggiare nel tempo e tornare dal passato al presente mantenendo la propria età. Poi sbagli equazione e poi poof! Ti ritrovi a vivere l'adolescenza. DI NUOVO.

- Però dai Marty non è così male.

- Dai su, non farne una tragedia, siamo appena tornate nel presente da una settimana ed abbiamo già cambiato quattro città.

- Vabbè Ale, Cami , se voi credete di poter risolvere i nostri problemi con quell' Umbrella qualcosa andate pure a cercarla, ma so che nessuno potrà fermare l'apocalisse.

- ancora la storia dell' Apocalisse, Marta?

- So cosa ho visto e vi assicuro che non era un sogno. Comunque tu cerca quella Umbrella Cosa mentre io vado a prendermi un caffè.

- Un caffè?

- che vuoi, la caffeina è la mia linfa vitale, dovresti saperlo dopo un bel Po' di anni, no?

- Eh certo, li sai che fa male troppa caffeina?

- Forse non avete capito. Non me ne importa un accidente dei problemi che mi può causare, io vivo per il caffè, e il caffè vive per me.

- Così rimarrai sola a vita, vuoi davvero fare come zia Carolina?

- Per l'amor del cielo, zia Carolina no, Marta, vero?

- Ma che volete? Io un tipo figo lo trovo anche bevendo caffè, ed ora vado, ho già perso troppo tempo.

Marta si allontanó a passo svelto dalle sorelle e sgattaioló all'interno di uno strano locale. L'odore nauseante di dolci le invase le narici poi la voce di una donna troppo gentile la risveglió dai suoi pensieri.

- Quindi cosa porto a lei e al bambino?

- per me una ciambella al cioccolato

- Per me un caffè nero.

A parlare era stato un ragazzo di circa due anni più grande di lei.

- Facciamo due.

Per un attimo i loro occhi si incrociarono, lui la guardava curioso lei con una certa aria sprezzante.

Quando percepì il familiare odore di caffeina si voltò immediatamente e quando rialzò lo sguardo nel locale, a qualche metro di distanza c'erano rimasti solo loro, almeno finché il fastidioso tintinnio dei campanelli colorati sulla porta d'ingresso non annunciò l'arrivo di un nuovo cliente...

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