01| Giochiamo?

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Vivere a Boston per Leslie Nelson era un sogno che si era avverato. Il college della Northeastern Univeristy era esattamente come se lo era immaginata e Cassie, la sua compagna di stanza nel dormitorio, era una ragazza a posto, non troppo sopra le righe e assolutamente non fissata con la moda. E si vedeva...

Il primo mese era passato in fretta: tra l'inizio delle lezioni, i primi test, le prime feste delle confraternite e le prime uscite in città, il tempo era volato. Come sempre, i voti di Leslie erano impeccabili. Del resto non poteva permettersi qualcosa di diverso. A Leslie piaceva studiare perché così evitava di pensare ad altro, ma tutte le ore che passava sui libri e dietro allo studio erano principalmente dovute ai suoi genitori. La sua famiglia era tradizionalista e poco propensa alle novità, ma nonostante questo è nonostante i svariati dinieghi, lei era riuscita ad andare a Boston. Ogni volta che ci ripensava, si sentiva euforica. Era riuscita con le sue sole forze a realizzare il suo sogno. Quello stronzo di suo padre, lì non aveva alcun potere su di lei. Non c'era più nessuno che le impediva di essere davvero se stessa. Lì poteva smettere di mentire.

Altrettanto in fretta erano passati anche i mesi di ottobre, novembre e dicembre. Con il ciclone delle feste natalizie poi, il campus si era svuotato del tutto e anche Leslie si era vista costretta a tornare a casa sua in Ohio. Inutile dire che furono le vacanze peggiori di sempre. Fu solo a metà gennaio, dopo il rientro per l'inizio delle lezioni del nuovo anno, che qualcosa iniziò a cambiare. Alcuni segreti erano stati riportati a galla e anche Leslie prima o poi avrebbe dovuto fare i conti con la realtà. Si respirava aria nuova al campus e tutti se ne erano accorti, tutti meno che Leslie. Così presa dallo studio, non aveva passato molti giorni fuori dal dormitorio, anche perché al test di criminologia mancava sempre meno. Era stata Cassie, una pettegola di prima categoria, ad informare Leslie del suo nuovo status attuale all'interno del campus. Leslie era diventata una ragazza altamente considerata all'interno di ogni confraternita, tanto da ricevere di continuo inviti alle più svariate feste. Come fosse finita in quella situazione, la diretta interessata non lo sapeva proprio. Detestava essere al centro dell'attenzione, aveva passato così tanto anni ad essere lo zimbello di tutti che ora, se poteva, faceva di tutto per essere normale. La gentilezza era il suo tratto distintivo agli occhi di tutti, solo perché l'apparenza inganna. Leslie non era sempre gentile, Cassie lo sapeva bene.

«Potresti essere la nuova presidentessa della nostra confraternita, ti rendi conto?» Cassie stava masticando una caramella all'arancia, che Leslie avrebbe definito in un solo modo: fastidiosa.
«Chissene frega. Mi sono trasferita qui proprio perché non voglio essere al centro dell'attenzione.» Leslie strinse al petto i libri di giurisprudenza e con uno sbuffo, spostò una ciocca di capelli che le era ricaduta sul viso. Li detestava.
«A volte non ti capisco proprio. Potresti essere la regina qui dentro, invece continui a nasconderti dietro ai libri e dietro la faccia da povera, dolce e gentile ragazza di campagna.» Cassie non sopportava il fatto che Leslie continuasse a fingere di essere qualcuno che non era. Se fosse stata lei al suo posto, avrebbe fatto tutto quello che continuava a ripeterle da mesi. Leslie era travolgente e carismatica, sarebbe riuscita a piegare al suo volere anche i professori, se solo avesse voluto, il che la diceva decisamente lunga su di lei. Non era per niente una ragazza dolce.
«Solo perché tu sai che io non sono davvero così, non significa che io lo debba mostrare a tutti. Voglio essere normale per una volta. Solo se si presenterà l'occasione, beh... mostrerò la mia vera faccia.» Leslie entrò in stanza, seguita a ruota da una Cassie euforica. La bionda si accasciò sul letto, mentre la finta ragazza dolce si tolse la parrucca castana. Una cascata di capelli viola, ondulati e lunghissimi, comparve al posto di quella.
«Saresti davvero una regina, se tutti ti conoscessero come ti conosco io.» Continuò Cassie ammaliata da quei capelli. Se li sarebbe fatta anche lei, se solo i suoi genitori glielo avessero lasciato fare. Cassie, diversamente da Leslie, fingeva di essere una dura, quando in realtà se la faceva sotto l'ottanta percento delle volte. L'apparenza inganna. Leslie invece aveva imparato a fregarsene di ciò che i suoi genitori le imponevano di fare. La sua vita era solo SUA dannazione!
«Finiamola qui per favore.» Concluse Leslie prima di prendere l'accappatoio e chiudersi in bagno. Aveva avuto una giornata intensa, principalmente grazie a Cassie e alle sue teorie di potenza indiscussa all'interno del campus, quindi una doccia era tutto quello che le serviva per sciogliere i nervi e far passare lo stress.

PURPLE QUEEN - Obbligo o verità?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora