PURPLE QUEEN - Obbligo o verità?

05| La terza ora: Baci

Sottili e carnose. Gonfie e umide. Voraci e fameliche. Morbide e provocanti. Quelle labbra erano state create apposta per appartenersi.

Hero, sdraiato sul letto, stringeva a se il corpo di Leslie, che era sdraiata sopra di lui. Si strusciavano come due animali primitivi, alla disperata e sola ricerca del piacere reciproco.
«Sta ferma.» Ringhiò Hero al limite della sopportazione. Avevano deciso di partire con i preliminari e aspettare un altro po' prima di fare sesso, peccato che quella gatta tentatrice di Leslie non stesse ferma un secondo, impedendo al povero Hero di resistere oltre, ancora per molto.
«Se continui a strusciarti in quel modo vengo nei pa-» L'ennesimo bacio a stampo, pronto ad evolversi decisamente in qualcosa di più spinto, bloccò la filippica che Hero era già pronto a suonare alla ragazza.
«Taci un po'. Inizia a toglierti la maglia piuttosto.» Leslie aveva iniziato a capire e a conoscere il modo di pensare di Hero. Lo provocava continuamente, perché le piaceva da matti vedere il modo in cui lui le gemeva in bocca e le afferrava le natiche, spingendola ancora di più contro di lui.

Hero si tolse la maglietta, mostrando finalmente quella serie di addominali da paura e tutti quei muscoli scolpiti alla perfezione, meglio di una statua greca, che Leslie non vedeva l'ora di vedere e magari anche toccare, da quando avevano iniziato a baciarsi.
«Sei perfida.» Proruppe il moro, lasciando vagare indisturbate le sue mani sul corpo di Leslie. Sul sedere sodo, lungo le cosce per sentire la sua pelle ancora più vicina di quanto non fosse e in quel pezzo di pelle, lasciato scoperto tra il corpetto e gli shorts.
«E ti piace.» La ragazza fermò il bacio,  morsicando il labbro inferiore di Hero e allontanandosi appena dal suo viso, solo per vederlo meglio. Quella era l'ennesima provocazione, lanciata così a caso dalla sua bocca tentatrice.
«Mi fa impazzire.» Confessò il giocatore, stringendo di più la natica di Leslie che, a quel contatto, sospirò appena, sgranando gli occhi. Le piaceva quel gioco, le piaceva così tanto da spingerla ad essere sincera con qualcuno una volta tanto. Si sentiva fradicia tra le cosce, ma non era ancora arrivato il momento di passare al livello successivo.
«Anche tu mi piaci Hero.» Già, gli piaceva maledettamente troppo per i suoi standard da fredda stronza.

«Non so se riesco a resistere ancora per molto. Mi stai portando al limite.» Hero sentiva di non reggere ancora per molto. I jeans erano sempre più stretti, sebbene ormai il bottone non fosse più nell'asola. Era da un'ora buona che Leslie non faceva altro che strusciarsi sul suo inguine, per poi smettere, solo per ricominciare poco dopo toccandolo e sussurrandogli nell'orecchio tutto quello che avrebbero fatto dopo tra le lenzuola.
«Voglio che tu sia al limite, così dopo quello che faremo sarà ancora più appagante. Fidati.» E il grande Hero, il campione di football dal futuro sotto i riflettori, si fidava. Colui che non aveva mai riposto prima la sua fiducia in qualcuno, si rese conto in quel momento che a Leslie avrebbe affidato anche la sua vita. Un pensiero decisamente pesante e opprimente da fare nei riguardi di una persona che si conosceva solo da un paio di ore. Eppure era così, non sapeva spiegarsi il perché, ma avvertiva a fior di pelle quella strana sensazione, come se conoscesse Leslie da tutta la vita.

«Gesù santo Leslie! Stai ferma.» Berciò il riccio all'improvviso, facendo spuntare un sorriso sulle labbra della ragazza che, inavvertitamente, interruppe l'ennesimo bacio.
«Sei ancora più sexy quando ti arrabbi. Te lo hanno mai detto?» Leslie ignorò palesemente le proteste di Hero, solo per farsi più vicina e continuare a tediarlo ancora un po'.
«Mi hanno detto molte cose, ma questa mai, bambolina.» Hero nella sua vita si era sentito dire tante, tantissime cose dalle donne, ma mai una gli aveva detto ciò. Come se non bastasse, Leslie aveva anche quel modo di parlare lento e studiatamente erotico, capace di fargli immaginare scene decisamente vietate ai minori, che neanche il signor Grey in persona avrebbe potuto competere.