Parte 7.1

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Non vide nemmeno il numero che lampeggiava sullo schermo, bloccò all'istante lo schermo facendo smettere di vibrare l'apparecchio.  Non voleva problemi. Decisamente no. Non voleva coinvolgere in qualche altro gioco assurdo lo hyung che era venuto a prenderlo. "Pensa se fosse venuta mia madre" si disse mentalmente, Jungkook, facendo un bel respiro prima di continuare la conversazione con Namjoon. 
- Wonwoo e Mingyu... Beh stavano diciamo avendo una piacevole conversazione nella stanza dove mi tenevano prima che "peggiorassi" - affermò facendo le virgolette con le dita all'ultima parola, facendo scomparire il tremore delle mani ficcandole nelle tasche della giacca.
- Che genere di conversazione? - domandò Namjoon, non accorgendosi di quanto Jungkook si era avvicinato ad una crisi nervosa.
- Discutevano per una medicina che uno dei due doveva prendere, nulla di che, solo che poi l'intera conversazione è finita con una lotta coi cuscini selvaggia - asserì con un leggero sorrisetto il più piccolo mentre prendevano l'ascensore. Namjoon rise di cuore asciugandosi anche una lacrima palesemente finta per le risate.
- E tu glielo hai detto di essere un fenomeno in questo genere di giochi? - domandò pigiando il pulsante, Jungkook annuì mentre le porte dell'ascensore si stavano chiudendo e una musichetta d'attesa inondava l'intero ambiente mentre cadeva un silenzio quasi imbarazzante.
- Gli ho detto che non sapevano assolutamente in che guaio si stavano cacciando perchè nessuno mi ha mai battuto in una guerra coi cuscini - affermò sorridendo,  mostrando i dentini da coniglietto che tanto lo caratterizzavano.
- Ovviamente hai vinto tu, vero piccoletto? - chiese Namjoon
- Purtroppo direi che la partita sia finita in parità perchè ci hanno interrotto sul più bello... Ma ovviamente li avrei stesi a forza di cuscinate - disse con orgoglio nella voce mentre l'altro gli scompigliava i capelli castani.
Namjoon sapeva bene quanto Jungkook potesse sembrare innocente ma che sfoderava la sua innata capacità competitiva quando si trattava di sfide... Lo aveva scoperto a sue spese.
- Comunque tua madre chiama nei momenti meno opportuni - affermò il più grande uscendo,  una volta arrivati al piano terra.
Jungkook ridacchiò, brevemente, seguendo a ruota Namjoon fuori dall'ascensore.
- A volte chiama e arriva in momenti poco opportuni,  è vero,  ma sa sempre cosa fare nelle situazioni più assurde - disse Jungkook mettendo finalmente fuori il naso dopo quell'incubo che gli era parso non finire più. "Chissà come sta lo hyung..." pensò mentre Namjoon annuiva leggermente, dirigendosi nel parcheggio fuori dall'edificio bianco e grigio.
- Salta su che ti riporto a casa - disse aprendo il veicolo, prima di entrarci dentro.
Una volta in macchina Jungkook si rilassò leggermente.
- Come mai eri teso prima? - domandò Namjoon, uscendo dal parcheggio, fermandosi al semaforo.
"Se n'è accorto... Cosa faccio?!" pensò impanicato il più piccolo, cercando di non dar a vedere quanto quella domanda fosse scomoda per lui, sospirò leggermente e poi mordicchiò il labbro inferiore incerto sul da farsi.
- C'è qualcosa che non va piccoletto? Sai che puoi dirmi tutto - continuò, con voce calma, il maggiore ripartendo
- C'è effettivamente una cosa che non andava... - cominciò Jungkook, esitando impercettibilmente
- Qualcuno ti stalkera - affermò serio, Namjoon, distogliendo per un attimo gli occhi dalla strada per guardarlo.
"Come fa a capire le cose prima che le dica!?" pensò spalancando gli occhi
- Come fai a... -
- Come faccio a saperlo? - domandò prima che Jungkook potesse dire altro - Semplice, sono un tipo mattiniero e ho visto qualcuno avvicinarsi troppo a casa tua ultimamente... Pensavo fosse un tuo amico, evidentemente sbagliavo visto che ogni volta che provavo ad andarci a parlare si tirava il cappuccio ancora più sul viso scappando a tutta velocità - continuò imboccando la strada principale.
Jungkook sentendo queste parole sudò freddo. Non si aspettava che quel tizio psicopatico andasse persino sotto casa sua. "Però la foto dell'altra mattina... Doveva essere per forza nei paraggi di casa mia! Come ho fatto a non capirlo prima?!" pensò prima di schiarirsi la voce, cercando di riprendere o cambiare il discorso.
- Jungkookie sappi che se questa cosa va avanti chiamo la polizia... Non sei al sicuro... se qualcuno non ti protegge da questi stalker potrebbe finire male e tu sai bene che posso aiutarti se posso, basta che mi dici come - esordì Namjoon prima di svoltare sulla via dove abitavano entrambi. Il minore annuì e poi sorrise.
- Non preoccuparti hyung, cercherò di risolvere questa faccenda e... se dovesse mettersi male ti chiamerò però non prendere iniziative nel frattempo... Non vorrei che ti accadesse qualcosa di male -
- In che senso? - domandò Namjoon, ma prima che Jungkook potesse rispondergli arrivarono davanti casa del minore.
- Non preoccuparti hyung - ripeté aprendo la portiera dell'auto, uscendo insieme al suo borsone
- Se serve qualcosa io sono qui accanto eh - disse nuovamente Namjoon, Jungkook annuì per poi chiudere la portiera.
Attraversò il vialetto lentamente, come se fosse stato fuori casa per secoli, e suonò al campanello. Non ci volle molto perché sua madre gli venisse ad aprire e gli saltasse addosso per dargli un abbraccio stritolante tanto quanto un boa constrictor.
- Eomma così mi soffochi - borbottò a fatica Jungkook, cercando di liberarsi dalla "stretta mortale"
- Il mio piccolo Kookie, la casa era così silenziosa senza di te! - esclamò, Jeon Chayoun, cercando di trattenere le lacrime mentre lasciava lentamente la presa - Come ti senti coniglietto? - domandò analizzando il suo stato con occhio critico
- Ancora questo soprannome ridicolo!? - esclamò, Jungkook, rosso in viso, guardandosi intorno per cercare di capire se qualcun altro, nel vicinato, l'avesse sentito
- Sei mio figlio, posso chiamarti come mi pare e ora vieni dentro altrimenti rimani fuori casa visto che sto per andare a lavoro - asserì spostandosi per far passare il figlio.
- Io sto meglio... Tu eomma? - chiese Jungkook possando la borsa accanto all'ingresso
- Potrei stare meglio visto che mi hai fatto venire i capelli bianchi dalla preoccupazione ma me la cavo - disse prendendo la borsa appesa all'attaccapanni, Jungkook sbuffò divertito; le era mancata. Le era davvero mancata, sembrava quasi che non l'avesse vista per un'eternità.
Prima che potesse uscire la abbracciò di slancio, lei sorrise ricambiandolo.
- Vado a fare il mio turno in ospedale - disse lasciandogli un bacio sulla fronte per poi voltarsi ed uscire - Ah! Prima che mi dimentichi! È arrivata! L'ho lasciata sul tavolo della cucina, sono sicura che almeno questa ti rallegri la giornata - esclamò prima di chiudere la porta dietro di sé.
Era arrivata! La lettera di suo padre era finalmente arrivata! Euforico si diresse verso la cucina. Non voleva pensare a nient'altro che a suo padre.
Ma purtroppo si sa, le situazioni troppo calme devono essere scosse da qualcosa di imprevisto. Il cellulare vibrò nuovamente nella tasca dei pantaloni. Senza pensarci troppo lo afferrò. Non l'avesse mai fatto. Sullo schermo appariva brillante, come una luce d'emergenza, il numero sconosciuto che sicuramente era del tizio psicopatico. Le mani cominciarono a tremargli ancora una volta.
Stavolta doveva rispondergli. Aveva già evitato una sua chiamata... O almeno così credeva. "Sicuramente sarà infuriato" pensò esitando ancora ad aprire il messaggio.
|Cosa farà Jungkook?|
Risponde al messaggio vs Ignora il messaggio
|Risultato del sondaggio: ?|

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 18, 2019 ⏰

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