Parte 6

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Pianse, pianse tutte le sue lacrime. Jungkook pianse fino a non sentire più la terra sotto i piedi. I suoni arrivavano ovattati alle sue orecchie. Non seppe neppure se l'avessero portato nel reparto di psichiatria perché lo credevano pazzo. Non sapeva più nulla. Le forze l'abbandonarono improvvisamente facendo calare su di lui il buio più totale. Che ne sarebbe rimasto del suo cuore? Ormai era in pezzi, ne sarebbe rimasto un deserto.
|Mini sondaggio nella storia: Cosa preferireste...?|
Si svegliò di colpo vs Aprì gli occhi stordito...
|Risultato del mini sondaggio: Aprì gli occhi stordito|
Aprì gli occhi sentendosi stordito... dov'era? Non lo capiva. Sbattè gli occhi per diversi secondi: per l'ennesima volta la vista era sfocata ed era talmente tanto stordito che non riusciva nemmeno a vedere bene le sue mani,  che aveva sollevato per cercare di ripararsi dalla luce delle lampade al led. Cercò di alzarsi, di alzare le braccia per cercare di sollevarsi da quella posizione, ma una fitta alla testa e poi al cuore lo colpirono come se il mondo dovesse crollare da un momento all'atro, ed era vero. Il suo mondo era crollato. Taehyung... ormai non c'era nulla che potesse fare. Strinse le coperte tra le dita, cercando di respirare profondamente e calmarsi per non scoppiare a piangere.
- Finalmente sveglio, come ti senti? – chiese la stessa voce maschile che già l'aveva salvato
- Devo essere onesto? – rispose sprezzante Jungkook, con una domanda; neanche gli importava più dell'opinione di quello sconosciuto, l'uomo annuì brevemente, per nulla colpito dalla domanda del più piccolo.
- Sto uno schifo, sono inutile e potevo realmente fare di meglio... ho fatto morire l'unica persona per cui mi sono preso una sbandata pazzesca – disse con un sussurro, due lacrime sfuggirono al controllo di Jungkook ma le asciugò subito, quasi rabbiosamente, con il dorso della mano
- Che vorresti dire? – chiese, alzando un sopracciglio, l'uomo, avvicinandosi di più a lui, per sentire meglio quello che aveva da dire.
- Quella persona era veramente importante per me, lo è diventata sin dal primo momento in cui l'ho visto, ma ora... so che è tutto finito e Lui ha ottenuto ciò che desiderava – continuò il suo sproloquio, senza dare peso alla domanda che gli era stata posta, con voce sempre più bassa, era rassegnato e non poteva cambiare il corso degli eventi.
- Si...?! Mi spieghi cosa intendi? – chiese l'uomo sporgendosi di più vicino al suo letto
- Nella stanza 3012... c'era un mio amico, si possiamo dire così... A causa mia è stato ferito, è colpa mia se è finito qui ed è colpa mia se è morto – disse mettendosi le mani nei capelli
- Non puoi darti la colpa, magari in realtà non c'entri nulla... - cercò di convincerlo l'uomo dalla voce improvvisamente gentile e pacata
- È TUTTA DANNATAMENTE COLPA MIA – sbottò Jungkook, urlando disperatamente, tirandosi i capelli con forza, attirando anche le attenzioni indesiderate degli infermieri e dei dottori che passando per quel corridoio si affacciarono per vedere cosa succedeva ma che poi con un cenno dell'adulto riprendevano la loro routine
- Smettila ragazzo, non vorrai farti rinchiudere in un manicomio – disse cercando di farlo smettere, tenendogli le mani lontane dalla testa ma non ci riuscì: Jungkook si divincolò dalla presa dell'adulto, allontanandosi, continuando a dondolarsi avanti e indietro in estrema colpa.
"È colpa mia, è solo colpa mia" pensò scansando le mani dell'altro. Se lui non si convinceva del contrario nessuno poteva cercare di fermarlo, nemmeno tutti i dottori e gli infermieri del mondo ci sarebbero mai riusciti.
- Basta ragazzo, finirai per essere rinchiuso smettila - cercò ancora di fermarlo l'adulto
-Quello... è quello che merito... sono una persona orribile – disse ricominciando a piangere lacrime amare, tirandosi i capelli dalla disperazione.
L'uomo lo guardò attentamente, la tristezza e l'angoscia si erano impadroniti del piccolo ragazzo sul lettino di fortuna; non poteva permettersi che si facesse del male da solo o che ne facesse ad altri così spense il bottone di chiamata dei soccorsi e subito accorsero due infermieri.
- Dobbiamo intervenire? - chiese una voce preoccupata da accanto alla porta, spegnendo il cercapersone, avvicinandosi insieme a due infermieri abbastanza muscolosi, l'adulto annuì brevemente
- Cosa volete fare con quella?! – urlò allarmato Jungkook mentre si divincolava dalla presa ferrea di uno dei due mentre l'altro l'aiutava a tenerlo fermo e l'infermiera avvicinava la siringa al braccio del ragazzo. Smise di agitarsi, tanto non ci riusciva nemmeno.
- Lasciatemi! Devo ritrovare Taehyung! – disse con afflizione, nemmeno tentando di muoversi; non lo fece neanche quando senti l'ago avvicinarsi ed entrare nel braccio. Appena sentito quel nome l'uomo si stupì, fece un cenno agli infermieri che tolsero l'ago e girarono il paziente verso di lui. Era ancora agitato e non si sarebbe calmato in fretta, così, cogliendo la palla al balzo, ovvero il fatto che era distratto dal cambiamento improvviso di posizione, l'infermiera ne approfittò per iniettargli finalmente endovena il calmante.
- Hai detto Taehyung? – indagò l'uomo che l'aveva salvato e che ora gli sembrava lo stesse condannando, Jungkook annuì brevemente stordito dall'effetto del calmante; sentiva la testa leggera e cominciava a vedere sfocato
- Il mio Hyung... è morto, è tutta colpa mia... È TUTTA COLPA MIA – disse, finendo la frase, a pieni polmoni nonostante l'effetto del farmaco si stava espandendo in tutto il corpo. Aveva ancora la forza di urlare il suo sentimento, di spargerlo nell'aria intorno a lui. Aveva ancora la forza di resistere,  di non rinunciare a nulla di quello a cui teneva di più.
- Intendi Kim Taehyung? Che va alla scuola Yiss? – domandò curioso l'uomo
- S-si – biascicò a fatica il piccolo mentre gli infermieri lo stendevano sul lettino, sembrava essersi calmato improvvisamente. Jungkook sentiva gli occhi chiudersi, aveva difficoltà a rimanere sveglio.
- Taehyung è mio nipote, perché dici che è morto? – disse preoccupato guardandolo sbattere le palpebre a rallentatore
- Per-perché l-lo è, non l'ha vi-vista la stanza vuo-vuota q-quando siamo-oh en-entrati? – biascicò a fatica, cercando di articolare le parole
- Caro ragazzo, la stanza era vuota perché mio nipote è stato spostato per essere tenuto sotto osservazione e non può ricevere visite al momento, a quanto pare nemmeno la mia che sono il parente più vicino – disse lentamente, per farlo capire anche a lui
- Co... c-cosa? – disse il ragazzo non capendo, l'effetto del farmaco lo stava stordendo talmente tanto che ancora non riusciva a collegare tutte le parole di senso compiuto che gli aveva detto quell'uomo premuroso
- Ragazzo, Taehyung è salvo non disperarti - disse la voce, ormai ovattata alle orecchie di Jungkook, dell'adulto
- S-salv... - sussurrò prima di addormentarsi profondamente
- Lei è il parente di Jeon Jungkook? - chiese l'infermiera scorrendo i fogli della cartella ai piedi del letto
- No, sono lo zio di un altro paziente e vorrei davvero vederlo - disse voltando le spalle al letto dove gli infermieri avevano adagiato il ragazzo che addormentato pareva anche più piccolo di quello che era in realtà
- Lei è? - domandò lei
- Kim Daehyun - disse tirandosi i capelli indietro, con una mano, sospirando per lastanchezza.
- Il CEO della terza azienda più grande della Corea?! - domandò, cercando di soffocare lo stupore mentre quello annuiva
- Chiamo subito il dottor Byun per farle vedere suo nipote - disse afferrando il cercapersone.
Non appena il dottore arrivò i due si avviarono verso la stanza in cui era stato messo a riposare Taehyung.
- Faccia attenzione, non siamo riusciti ad addormentarlo del tutto - disse il dottore fermandosi davanti alla porta nera - Gli abbiamo dato qualcosa per tenerlo calmo e per continuare a monitorare le sue risposte agli stimoli, ha i sensi scombussolati ma potrebbe scambiarla per quello che gli ha fatto del male - continuò cautamente, Daehyun annuì
- Farò attenzione - rispose piano lo zio
- Ovviamente è solo una probabilità minima - disse il dottor Byun aprendo piano la porta. Entrambi entrarono nella stanza illuminata dalla luce soffusa dei led, Kim Daehyun sospirò per la stanchezza, avrebbe voluto dormire ma era più importante rivedere suo nipote.
- Taessi? Sono zio Dae, come ti senti? - chiese a voce bassa, gentilmente, cercando di non spaventarlo. Si avvicinò al letto, mentre con uno sforzo evidente il nipote si stava cercando di mettere seduto e subito il dottore corse ad aiutarlo.
- Daehyung abeoji... che ci faccio qui? - domandò con voce roca sbattendo le palpebre
- Ti stanno aiutando Taessi,  potrai tornare a casa domattina - disse Daehyun, il ragazzo annuì lentamente
- Signor Kim,  le consiglio di farlo riposare,  usciamo da qui - disse il dottore aiutando ancora Taehyung a sdraiarsi nuovamente.
- Verrò a prenderti domani insieme a tuo cugino - disse Daehyun accarezzando piano i capelli del paziente.
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La porta si chiuse,  era di nuovo solo. Lo schermo del cellulare illuminò parte della stanza: qualcuno lo stava chiamando.
|Chi sarà il personaggio!?|
Jungkook vs lo psicopatico
|Risultato del sondaggio:Lo psicopatico|

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