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Suona la campanella che da inizio alla pausa pranzo. Esco dall'aula e mi avvio in corridoio. «Mya!» urla qualcuno alle mie spalle, mi volto e vedo Abby correre verso di me.
Ha i capelli scuri sciolti lungo le spalle, indossa un paio di jeans stretti e una camicetta nera. Ha la pelle molto abbronzata, nell'ultimo mese è stata in California da sua madre. «Oddio.» sussurro, l'abbraccio e la stringo forte. «Finalmente.» dico sopra la sua spalla.
Mi è davvero mancata, quest'anno ho dovuto passare l'estate senza le mie due migliori amiche. Mentre loro erano a prendere il sole sulle fantastiche coste californiane o in giro a fare shopping per negozi parigini, io ero qui, per le strade trafficate di New York, a morire letteralmente dal caldo.
«Com'è andata?» chiedo. «Benissimo! Mi siete mancati troppo.» «Anche tu ci sei mancata. Ti sei divertita?» «Abby!» Tyler viene verso di noi. «Ty, che bello rivederti.» lo abbraccia «Com'è Los Angeles?» «Stupenda! Mi mancheranno le sue spiagge...» sospira perdendosi con lo sguardo nel vuoto «Dai, smettila di sognare. Qui non ci sono né bagnini sexy né ragazzi californiani.» le passo la mano davanti alla faccia per risvegliarla dal trance «Hai ragione.» scoppia a ridere «Andiamo dagli altri?» chiedo. «Sì.» Abby annuisce mentre Tyler gli posa un braccio sulle spalle.

Entrando in mensa vedo Hanna e Thomas seduti al nostro solito tavolo. Ci fanno un cenno con la mano. Abby corre verso di loro e li abbraccia entrambi. Vado a prendere un vassoio e passo davanti all'inserviente che butta una poltiglia appiccicosa in una ciotola e me la posa davanti. Mi ero dimenticata quanto fosse disgustoso il cibo della scuola, se così si può chiamare. Mi accontento e prendo una mela dal cestino della frutta.
Vado verso gli altri. Tyler si è già seduto di fronte ad Hanna, io mi siedo accanto a lui mentre Abby si è seduta vicino a Thomas. «Hanna è bella Parigi?» le chiede. «Oh... oui. E la California?» «Scusate perché io sono rimasto qui, come uno sfigato tutta l'estate?» dice Thomas con tono affranto «Sta' zitto. Con tutte le feste a cui siamo andati non ti puoi lamentare, direi che ti sei divertito abbastanza no?»
In effetti Tyler non ha tutti i torti, l'estate è finita, e ci siamo divertiti tantissimo insieme, potrei dire che il nostro legame di amicizia si è decisamente rafforzato nell'ultimo mese. Ho trascorso più tempo con Tyler e Thomas che con mia mamma, e sicuramente non mi lamento.
«Uh... a proposito sabato prossimo c'è una festa da Andrew, chi ci sta?» chiedo addentando la mela. «Se è come la scorsa volta io ci sono.» Tyler mi fa l'occhiolino. «Io anche.» risponde Thomas. «Vi siete divertirvi senza di me eh?!» dice Hanna imbronciata, incrociando le braccia al petto. «Dai non fare la bambina.» Thomas le tira una gomitata «Io voglio venirci. Non posso mancare, non posso perdermi un'altra festa a casa sua.» Abby ha sempre avuto una gigantesca cotta per Andrew. «Lo dici addirittura con gli occhi a forma di cuore?» Tyler scoppia a ridere. «Oh... ma smettila.» «Sei diventata bordeaux.» le faccio notare. «Quindi? Andiamo?» chiede cercando di sviare l'argomento. «Direi di sì.» annuisco.

Suona l'ultima campanella ed esco dall'aula di arte. Passo per il cortile, non vedo nessuno dei miei amici, quindi decido di tornarmene a casa. Mi sporgo dal marciapiede per chiamare un taxi.

All'entrata c'è Brett che come sempre mi accoglie con un bel sorriso. «Passato una buona giornata?» chiede aprendo la porta «Sì, per quanto la scuola possa permettermelo.» Fa una risata mentre mi avvio all'ascensore. Salgo al mio piano e mi butto sul divano, lasciando la borsa per terra. Sono davvero esausta, credo di aver dormito meno di dieci ore in due giorni. Il che non mi aiuta. Potrei chiudere gli occhi e riposarmi per pochi minuti, oggi non ho davvero nulla da fare.

«Mya, rispondi a quel cavolo di telefono!» urla qualcuno, sembra una voce familiare. Mi sta squillando il cellulare. Con gli occhi ancora chiusi allungo un braccio e frugo nella mia borsa. Trovato.
Lo prendo e rispondo senza neanche guardare lo schermo. «Mmmm-mmm.» grugnisco «Mya, che cazzo fai? Dormi?» è Tyler, cosa vuole adesso? Sbuffo «Che vuoi?» «Calmati. Ti ho chiamata solo per sentirti un po'.»

Sì, certo come no.

«Dai, Ty, non sei credibile.» si mette a ridere «Hai ragione. Vieni da me?» chiede «Mio padre non è a casa.» Ma che ore sono? Socchiudo gli occhi e guardo lo schermo del cellulare, accecandomi con la luce troppo forte. «Ti prego! Mi sento così solo.» Lo immagino dall'altra parte del telefono che mi fa il labbruccio e gli occhi da cucciolo solo per convincermi ad andare. Sono le cinque e mezza. Ho dormito più di quanto sperassi. «Va bene, sono da te tra venti minuti?» mi alzo a sedere «Perfetto, sei la migliore.» sorrido «Lo so.» mi vanto «Sei davvero presuntuosa.» «Sono solo sicura di me.» preciso. Lo sento ridere mentre richiudo la chiamata.
Scendo dal divano «Mya, dov'è che sei tra venti minuti?» sento una voce alle mie spalle, è mia madre. Mi giro, è appoggiata allo stipite della porta «Ty mi ha chiesto se posso andare da lui.» mi alzo «Tu naturalmente gli hai detto di sì, senza neanche chiedermi il permesso.» vado verso camera mia «Esatto.» sorrido entrando in bagno. Sento dei passi avvicinarsi alla porta «E se io ti dicessi di no?» mia mamma entra nella stanza. «Non lo farai, lo so.» mi guardo allo specchio e mi sistemo i capelli.
Passo un po' di rossetto rosa sulle labbra e mi giro a guardare mia mamma, è irritata e ha le braccia posate sui fianchi, mi avvicino. «Perché sei la mamma migliore del mondo, e perché ti voglio bene.» lo sguardo le si addolcisce «Grazie mamma.» la bacio sulla guancia e torno in salotto.
Lei mi segue «Sì, certo. Grazie mamma.» sbuffa mentre io prendo il telefono e la borsa «Ti voglio beneeeee.» urlo entrando in ascensore. «Ci vediamo stasera, non fare tardi.» dice salutandomi con la mano.
Scendo al piano terra, saluto Brett ed esco dall'hotel.

Prendo un taxi e arrivo in pochi minuti a casa di Tyler. Non abita molto lontano da casa mia, e fortunatamente, non ho incontrato traffico. Suono il campanello «Ce l'hai fatta.» Tyler mi apre la porta «Non ci ho messo poi così tanto.» mi stringo nelle spalle e lo oltrepasso. Richiude la porta e si dirige in salotto. «Allora, come mai tuo padre non c'è?» chiedo posando la borsa sul tavolo in ingresso. «E' fuori città, torna mercoledì.» mi fa cenno di sedermi accanto a lui sul divano. «Che ti va di fare?» chiedo «Un film?» si sporge per prendere il telecomando della televisione, poi me lo passa. Annuisco. Dopo aver fatto un po' di zapping tra i canali trovo un bel film con Robert Pattinson.
A Tyler non piace, quindi ci metto un po' prima di convincerlo, ma alla fine cede. Il film sta iniziando, lui si sdraia appoggiando la testa sul cuscino e mi va cenno di fare lo stesso. Mi avvicino e mi sdraio accanto a lui. Mi cinge in vita con le braccia e mi bacia sulla nuca. Sento il suo petto contro la mia schiena, un calore piacevole mi invade il corpo. Mi sento rilassata e al sicuro, non so perché ma mi piace questo contatto con lui adesso.

«Mya. Forse è meglio che tu vada a casa.» bisbiglia qualcuno. Mi sento scuotere leggermente. Socchiudo gli occhi e vedo il viso di Tyler proprio sopra il mio. «E' tardi.» «Mmmm-mmmm.» mi rigiro, siamo ancora sdraiati sul suo divano. Gli affondo il viso sul petto e inspiro il suo profumo. «Mya...Devi tornare a casa.» «Che ore sono?» biascico, alzando il mento. Lo guardo negli occhi, sono verdi e brillanti. «Quasi le otto.» sussurra. Che palle. «Ti sei addormentata. E mi hai lasciato da solo a guardare il tuo stupido film.» si lamenta «Ops... Va beh me lo racconterai.» «Oh no, non ci penso nemmeno.» scuote la testa lentamente «Almeno era bello?» chiedo sarcastica avvicinandomi al suo viso, so già la risposta. «Mi fai impazzire.» dice sospirando. Lo so. Continuo a guardarlo negli occhi, i nostri visi ormai sono davvero vicini. Sposto lo sguardo sulle sue labbra che si schiudono in un sorriso. Una strada sensazione mi invade lo stomaco. Il battito del mio cuore comincia ad accelerare e mi sento arrossire.

La vita non ha le istruzioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora