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Aspetta.

Siamo davvero vicini, troppo.
Mi scosto e mi metto a sedere di scatto. «Allora, io vado.» dico alzandomi. Evito di incrociare il suo sguardo. Che cazzo mi prende?
Si alza e mi accompagna alla porta «Vuoi un passaggio?» chiede prendendo le chiavi della sua auto. «No grazie.» mi guarda perplesso «Sicura?» annuisco.
In questo momento mi sembra meglio tornare da sola. «Va bene, a domani allora» mi bacia sulla guancia. Gli sorrido ed esco. Scendo le scalette dal portone e percorro il vialetto. Chiamo un taxi e torno a casa.

Che diavolo mi è preso prima?

Non mi era mai successa una cosa del genere. Quella sensazione, le farfalle nello stomaco. Tyler era così vicino, ma non mi ha mai dato fastidio. Sospiro entrando in hotel.

È stato... strano.

Vado all'ascensore e salgo al mio piano. «Ma' sono a casa.» urlo posando la borsa sul divano. Esce dalla sua stanza «Ben arrivata, hai fame?». Muoio di fame. «Sì, tu hai già cenato?» «No, ti ho aspettata. Cosa ti va di mangiare?» In questo momento qualunque cosa andrebbe bene. «Qualsiasi cosa.» ammetto. Decidiamo di ordinare due piatti di lasagne dal bistrot in fondo alla strada. Mia madre non sa cucinare, o almeno non l'ho mai vista farlo. Non penso abbia mai usato la cucina o i fornelli. Quindi ordiniamo molto spesso da mangiare.
Decido di portarmi il piatto in camera, per cui auguro la buonanotte a mia mamma. Imposto la sveglia alle sei e un quarto e mi butto sul letto con la mia porzione di lasagne. Non riesco a togliermi dalla testa quello che è accaduto oggi con Tyler. Non mi sono mai sentita così, con lui. Spilucco qualche boccone, improvvisamente mi si è chiuso lo stomaco e lascio la mia cena praticamente intonsa.

«DRIIIIIIIIN!!!!» la sveglia inizia a suonare. Socchiudo gli occhi, sta mattina mi sento molto più riposata. Sto un po' a letto a guardare il soffitto poi decido di alzarmi. Indosso una maglietta grigia a maniche corte e un paio di jeans scuri. Apro le tende della finestra e faccio entrare la luce nella stanza. Vado in bagno, prendo il beauty e mi trucco. Mi infilo un cappotto e un paio di stivali alti neri.
Vado in cucina, dove trovo mia madre «Buongiorno tesoro.» sorrido «Ciao mamma.» rubo un biscotto al cioccolato dalla confezione sul ripiano e vado verso l'ascensore. «Ci vediamo dopo.» dico salutandola con la mano «Passa una buona giornata.» «Anche tu.» le mando un bacio in lontananza, mentre le porte si chiudono. Scendo al piano di sotto «Buongiorno signorina.» mi saluta Brett aprendo la porta «Buongiorno.» sorrido ed esco dall'hotel. Chiamo un taxi «Alla Marymount School.»

Percorro il cortile ed entro nell'edificio.
Le prime ore sono di inglese e passano molto velocemente. Appena suona la campanella che dà inizio alla pausa pranzo, esco dall'aula e vado in mensa. Prendo da mangiare e mi siedo al nostro solito tavolo. «Mya.» Tyler si siede di fronte a me. Gli sorrido e lui fa lo stesso, il suo sorriso. Inizio a sentire le farfalle nello stomaco e il mio cuore accelera i battiti. Scuoto la testa e strizzo gli occhi per scacciare quella sensazione. Mya smettila.

È solo Tyler, il tuo migliore amico.

«Che c'è?» chiede Tyler guardandomi confuso. «Niente.» sospiro. Devi calmarti. Inizia un silenzio imbarazzante in cui mi limito a mangiare spiluccando quello che ho nel piatto. Fortunatamente poco dopo si uniscono a noi anche Hanna e Thomas e l'atmosfera si rilassa.

Suona l'ultima campanella, tiro un sospiro di sollievo ed esco dall'aula. Vedo Tyler arrivare nella mia direzione, no no no... «Ciao.» mi si piazza davanti «Ehi.» sorrido nervosa. «Che ti prende? Ti comporti in modo strano.» Quindi l'ha notato? «In che senso?» chiedo cercando di divagare «Lo sai.» mi guarda meglio occhi. «Ehm... ni-niente» balbetto, mi sudano le mani «Tu balbetti solo quando sei nervosa, c'è qualcosa che non va Mya?» mi posa una mano sotto il mento e si avvicina al mio viso. «No.» sussurro. «Sicura?» chiede scrutando tra i miei occhi castani. Annuisco leggermente. Mi sento paralizzata, non mi muovo di un millimetro. Il mio cuore batte troppo forte, ho paura che anche lui riesca a sentirlo. Devo allontanarmi, così mi scosto. «Ci vediamo domani, Ty devo andare.» mento, mi bacia sulla guancia. «A domani.» si allontana scuotendo la testa.
Inizia a formicolarmi la parte del viso dove lui ha posato le labbra. Porto una mano alla guancia e mi sento arrossire.

Perché mi comporto in questo modo?

Faccio un bel respiro per calmarmi, mi volto e vedo Hanna uscire da una classe. «Hanna.» le vado incontro. Mi fa un bel sorriso, sembra allegra. Io invece sono ancora abbastanza confusa per quello che è appena successo con Tyler. Usciamo insieme dall'edificio «Allora... Com'è andata in Europa?» «Bene dai.» «Hai conosciuto qualche parigino carino?» chiedo facendole l'occhiolino «Può darsi...» lascia la frase in sospeso. «Oddio! Voglio tutti i dettagli.» batto le mani entusiasta e lancio uno strillo acuto. Lei scoppia a ridere «Okay, ora calmati però! Che ne dici se stasera vieni a dormire da me? I miei cenano fuori.» propone «Pigiama party in casa Thompson?» sorrido «Mi sembra una un'ottima idea.» prendo il cellulare dalla tasca e scrivo un messaggio a mia madre:

Dormo da Hanna.

Dopo pochi secondi mi risponde:

Va bene, ci vediamo domani. Divertiti.

«Ok, andata, allora oggi shopping!» propongo. Ho bisogno di rifarmi il guardaroba per l'arrivo dell'inverno. «Ovvio!» annuisce entusiasta.

Passiamo prima da Abercrombie, dove trovo un meraviglioso piumino bianco con pelliccia interna. Poi facciamo un salto da Henri Bendel, dove mi innamoro perdutamente di una borsa, sicuramente da aggiungere alla mia collezione. Da Tiffany & Co diamo un'occhiata agli ultimi arrivi, e inizio a pensare ad una potenziale lista per i miei regali di compleanno, che non è tra molto. Infine andiamo da Jimmy Choo, dove compro una pochette in lamè color platino, davvero stupenda, e due paia di scarpe: uno stivaletto beige in pelle, e un paio di décolleté nere, ricoperte di pizzo. È un bene avere con se la carta di credito di mamma. «Perfetto. Direi che siamo a posto.» Hanna si mette a ridere uscendo dall'ultimo negozio, alzando le mani piene di sacchetti. «Lo penso anch'io.»

Facciamo un salto al Plaza per prendermi il cambio, il beauty e il pigiama. «Cosa mangiamo sta sera?» chiedo in taxi. «Ho una voglia matta di cinese, che ne dici?» annuisco convinta. Arriviamo a casa di Hanna, entriamo e ci dirigiamo in salotto. Poso la mia roba per terra. «Allora ordino da mangiare.» Dopo pochi minuti, ritorna «Dovrebbe arrivare tra dieci minuti.» annuisco.
Sento il mio cellulare vibrare. Guardo lo schermo e trovo un messaggio, è Tyler:

Mi tieni compagnia?

Un sorriso ebete mi appare in viso e mi sento arrossire. Rispondo:

Sono con Hanna, dormo da lei.

«Ok, ora mi racconti cos'hai fatto senza di me per un mese.» chiede Hanna sedendosi accanto a me «Credo di essere andata ad un paio di feste.» mi stringo nelle spalle «Credi?!» sgrana gli occhi «Devo ammettere che non me ne ricordo una.» si mette a ridere. «Fantastico.». Sento di nuovo il mio telefono vibrare:

Salutamela. Che fate?

«Ti saluta Ty.» dico ad Hanna «Dì a quel coglione di lasciarti in pace. Che questa è una serata tra donne.» Rispondo:

Hanna ti saluta... Ci sentiamo domani? Stasera mi vuole tutta per lei.

Mi arriva un suo messaggio dopo pochi secondi:

Uffa... va bene. Sogni d'oro, bellissima.

Sorrido. Il cuore manca di un battito e le farfalle si liberano nel mio stomaco. «E quel sorriso da dove spunta?» alzo lo sguardo, Hanna mi sta fissando «E' solo Tyler.» dico con noncuranza, togliendomi il sorriso dalla faccia. «Tyler...eh?» ammicca tirandomi una leggera gomitata. So a cosa vuole arrivare e no, Tyler non mi piace okay? Il campanello mi salva dalla situazione. «Vado io.» dico alzandomi. Non so cosa mi sia preso ieri. Tyler è solo un mio amico, punto. Non potrei mai provare qualcosa per lui, ci conosciamo da quando abbiamo quattro anni, per me è come un secondo fratello.
Apro la porta e mi ritrovo davanti un ragazzo alto e biondo. «Ciao.» dico sistemandomi i capelli sulle spalle. «Ehi.» mi porge un sacchetto «Sono trentaquattro e novanta.» dice. Ha i capelli ricci e gli occhi verdi e indossa una divisa che lo rende sexy da morire. «Su-subito.» ripercorro l'ingresso e vado in salotto a prendere il portafogli lasciando il sacchetto sul divano. «E' troppo figo.» dico in labiale ad Hanna, lei si alza di scatto. Sbircia dal corridoio e sgrana gli occhi. Prendo i soldi e torno dal Fattorino Troppo Sexy. «Ecco qui, tieni pure il resto.» gli porgo cinquanta dollari. «Gra-grazie.» balbetta imbarazzato. Mi sorride, si mette i soldi in tasca e si volta. Socchiudo la porta e torno da Hanna. «Potremmo ordinare più spesso cinese.» mi siedo accanto a lei «Sono d'accordo.» Entrambe ci mettiamo a ridere.

La vita non ha le istruzioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora