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I battiti accelerano e mi tremano le gambe. Prima che posi la sua bocca sulla mia, chiudo gli occhi. Mi bacia con delicatezza, le sue labbra sono calde e morbide. Con una mano mi accarezza dolcemente la guancia. Si scosta per guardarmi, i suoi occhi adesso sono pieni di desiderio, sembra che mi stia chiedendo il permesso di andare avanti.

Ma io lo voglio? Voglio che continui?

Ho una tale confusione in testa, e so che sto per cacciarmi in un guaio enorme.
Gli poso una mano dietro alla nuca e lo bacio, sorride contro di me. Fa scivolare una mano sul mio fondo schiena attirandomi di più a se, mentre io schiudo le labbra. La sua lingua incontra subito la mia. Il bacio si fa più intenso e io inizio a sentire caldo, credo di avere le guance in fiamme.
Mi attira ancora di più a se, riesco a sentire il battito del suo cuore contro il mio petto. Gli tengo il viso tra le mani e lo bacio con trasporto, lasciandomi invadere dalle emozioni. Mi solleva e io istintivamente gli cingo le gambe in vita.
Non so come riesca a tenermi su, sembra non fare il minimo sforzo.
Gli porto le mani dietro alla nuca e gli passo le dita tra i capelli. La sua presa è stretta sulle mie cosce. Il mio cuore continua ad accelerare, non riesco a calmarmi, ho la sensazione che possa uscirmi dal petto da un momento all'altro. Si stacca dal bacio, mi posa le labbra sul collo e inizia a succhiare e a baciare ogni centimetro di pelle scoperta.
Appena sento la sua lingua sotto l'orecchio, rabbrividisco. Mi sento su di giri. Sposta una mano sotto la mia maglietta e inizia ad andare su e giù accarezzandomi la schiena, poi ricomincia a baciarmi, più intensamente.
Sento le sue dita fredde a contatto con la mia pelle risalire su fino al retro del reggiseno. Una scintilla divertita gli attraversa lo sguardo.

A quel punto mi risveglio dal mio trance, mi blocco «Aspetta.» dico rimettendomi in piedi. «Piccola, voglio solo divertirmi un po'.» mi mostra un sorriso malizioso, ed è lì che mi rendo conto, mi viene quasi da vomitare.
Prova a riavvicinarsi, mi cinge in vita e mi attira a se, ma io lo spingo via.
In una frazione di secondo la mia mano colpisce la sua guancia sinistra. Non me ne rendo nemmeno conto. La sua faccia scatta di lato, non si aspettava di certo una simile reazione. Sono così infuriata con me stessa.
Mi sta solo prendendo in giro. Mi volto e mi metto a correre seguendo il sentiero verso l'auto. Non riesco a ragionare.

Come ho fatto ad essere così stupida?!

Il vento mi sferza il viso, la mano con cui gli ho tirato lo schiaffo brucia.
Arrivo alla Cadillac con il respiro affannato e salgo dalla parte del conducente. «Mya! Cosa vuoi fare?» urla correndomi dietro.
Le sue intenzioni erano chiare, come ho potuto pensare che si accontentasse di un bacio?
A quel punto mi rendo conto che le chiavi non sono inserite.
Sprofondo la testa nel sedile e mi porto le mani al viso. «Cosa credevi di fare?» Andrew mi ha raggiunta, apre la portiera e si mette davanti bloccandomi il passaggio. «Mi hai fatto male... prima.» dice toccandosi la guancia, adesso arrossata. Non mi sento per niente in colpa. Non avevo mai tirato uno schiaffo a qualcuno.

C'è sempre una prima volta...

«Mi fai schifo.» cerco di spingerlo via. «Piccola, non dire così.» mi accarezza la guancia e mi guarda intensamente.
Mi irrigidisco «Smettila di farlo!» sbotto «Fare cosa?» sorride. Io non lo trovo divertente. Indico il suo viso con la mano «Questo. E' lo sguardo che fai a tutte le ragazze. Così le fai cadere ai tuoi piedi no? Ma con me non funziona.» provo ad uscire dall'auto ma non si sposta. «Non mi sembrava poco fa.» dice in tono arrogante.
Lo fulmino con lo sguardo «Sta' zitto.» Mi sento così sciocca. Stranamente fa come dico. «Riportami a casa, Andrew.» dico evitando di incrociare il suo sguardo.
Si sporge in avanti annullando la distanza tra noi e accosta il suo viso al mio. «Guardami.» dice, io abbasso lo sguardo e rimango a fissare l'erba sotto i suoi piedi. «Guardami Mya.» sussurra mettendomi una mano sotto il mento per costringermi a farlo.
Le pupille si dilatano e l'azzurro dei suoi occhi diventa quasi blu. Ha il respiro affannato per la corsa. Sposta il suo sguardo alla mia bocca, che è a pochi centimetri dalla sua.
Risento le farfalle nello stomaco, ma questa volta non ci casco. Respingo quella sensazione. «Andrew riportami a casa.» bisbiglio. Lentamente, si scosta e mi fa scendere. Tiene lo sguardo basso, sembra deluso. Sale al posto del conducente mentre io giro intorno all'auto e salgo sul sedile anteriore.
Rimane in silenzio per tutto il viaggio di ritorno e io faccio lo stesso. Vorrei tanto sapere a cosa sta pensando in questo momento. Ha la mascella serrata e sembra infastidito. Di sicuro sarà arrabbiato per non essere riuscito nel suo intento.
Mi sento umiliata, mi sono illusa che Andrew fosse un bravo ragazzo, ma si comportava così solo per farmi cascare nella sua trappola.

Accosta l'auto davanti all'hotel, mi slaccio la cintura e apro la portiera. Sto per scendere, quando Andrew mi afferra per un polso e mi costringe a girarmi verso di lui «Piccola, non mi ringrazi neanche per la bella serata?» chiede mostrandomi un sorriso malizioso. Gli tiro una manata sul braccio e scendo dall'auto. Gli mostro il dito medio e lo sento ridere mentre richiudo la portiera «Buonanotte, bellissima.» dice azionando il motore. Non rispondo, mi giro con un sorriso ebete in volto e mi avvio all'hotel. Subito me lo tolgo dalla faccia, io sono arrabbiata con lui.

«Eccoti finalmente.» dice Brett serio aprendomi la porta. Oddio. «Non... non dirmi che...» balbetto. Ci mancava solo questa. Aspetto di vedere mia madre infuriata nella hall appena dietro le spalle di Brett. Sono morta, letteralmente. Non riesco a trovare una scusa, sta volta mi mette in punizione per l'eternità.

Mi farà rimanere chiusa in casa a vita, altro che due settimane senza telefono.
Per parlare con i miei amici dovrò scrivere delle lettere e mandarle con un piccione viaggiatore.
Infine morirò da vecchia zitella, sola, senza amici, senza nessuno che venga al mio funerale. Davvero triste.
Gli unici al mio fianco saranno i miei due gatti, a cui lascerò la mia intera eredità.
Non mi merito di certo una fine così crudele, in fondo non ho fatto nulla di male...

«No, Mya. Tua mamma non si è fatta vedere.» Brett interrompe il mio piccolo monologo interiore, facendomi tornare alla realtà. «Aspetta cosa?» dico sgranando gli occhi. Non ci credo. «Non l'ho vista per tutta la sera.» dice infine richiudendo la porta alle mie spalle. «Oddio. Seriamente?! Non ci credo.».
Questo vuol dire che non è andata a controllare a dalla nonna di Abby per vedere che ci fossi, sennò sarebbe venuta sicuramente a parlare con Brett. Mi sento incredibilmente sollevata. Finalmente accade qualcosa di buono in questa giornata orribile. «Grazie ancora di tutto Brett. Vado di sopra.» mi avvicino all'ascensore «A domani.» dice.
Mi sorride fino a che le porte non si richiudono e io faccio lo stesso.

Le luci in casa sono tutte spente.
Dal salotto proviene un rumore: c'è la TV accesa. Mi avvicino, sul tavolino c'è un bicchiere di vino rosso quasi vuoto. Vedo mia mamma che dorme sul divano, ha un viso così sereno, è avvolta in una coperta di lana. Dev'essersi addormentata.
Prendo il telecomando da terra, spengo la televisione e cercando di non far rumore, vado in camera mia. Mi richiudo la porta alle spalle e ci appoggio la schiena. Scivolo fino ad accovacciarmi sul pavimento.
Questa giornata è stata davvero infinita. Andrew si è comportato davvero bene, fino al momento in cui ha provato a baciarmi.
Mi ritorna in viso lo stesso sorrido ebete che avevo fino a pochi minuti fa. Sa essere davvero irritante a volte, però ci sa proprio fare.
Mi viene da ridere, ma non ne capisco il motivo, mi sento su di giri, mi mordo il labbro.

Sono così stupida.

La vita non ha le istruzioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora