2. pt.2

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Jk. ~POV~

È stato fantastico
Non mi sono mai sentito così eccitato in tutta la mia vita, sono davvero felice di averlo fatto, finalmente, con il mio ragazzo.
È mattino, ma io non ho staccato gli occhi dal corpo di Jimin neanche per un istante, era perfetto, quando dorme assomiglia proprio ad un bambino, anzi fino a qualche ora fa lo era, era ancora un bambino innocente;
Sono le 5.00 del mattino, il mio piccolo fiore sta ancora dormendo, non voglio svegliarlo quindi decido di preparare la colazione o almeno ci provo;
Oggi è venerdì questo significa che Jimin non andrà da nessuna parte per tutta la mattina quindi decido di vestirmi in maniera  diversa dal solito e mentre sto preparando la colazione sento i piccoli passi del mio "chimchim" che si avvicinava cercando di non far rumore;
" BUONGIORNO piccolo.."
Si vedeva che era ancora nel mondo dei sogni, mentre preparavo lanciavo dei piccoli sguardi per assicurarmi che non si addormentarse sul tavolo o caschi per terra come suo solito fare,
"Ah CAVOLO!" Mi sono distratto e per poco non mando a fuoco la mia mano insieme a tutta la cucina. Sentii la voce di Jimin preoccupato e  correre verso di me per cercare di capire cosa fosse successo, sentii le sue piccole mani avvolgermi la mano dolorante e cercare di aprire l'acqua, ma è troppo basso per arrivarci quindi lo faccio io, lui seccato mi guarda negli occhi e mi mette la mano sotto l'acqua gelida, il mio gemito si fa sentire e arriva alle sue orecchie, questo lo diverte tanto da farlo sogghignare, lo guardo e cerco di trattenermi, se lui non se ne fosse andato a quest'ora l'avrei già fatto mio, di nuovo.

Quando tornò  dal bagno indossava vestiti eleganti, si sedette e mangiò un boccone veloce
"Dove pensavi di andare vestito così ?!" Gli dissi con fare protettivo
"Mh.. pensavo di farmi un giro..." mi rispose mentre finì l'ultimo boccone e allungò la mano per prendere il succo d'arancia
"Ah.. e dove vorresti andare scusa? Ad un matrimonio ?!"
Cercai di rendere la situazione un po' meno imbarazzante per lui, so che è molto timido e parlare di ciò che è successo la sera prima non è una delle cose che preferisce.
"Credo che andrò a vedere il museo"
"Pensi di andare a quel museo ?" Lo trattenni ancora qualche secondo prima di farlo uscire di casa senza neanche dargli un piccolo bacio, ma lui si spostò e rispose alla mia domanda
"Si, anche se mi suscita dei ricordi che preferisco allontanare, voglio rivedere quel quadro"
Jimin è così... così ingenuo, ma allo stesso tempo troppo stupido; da piccolo non passò un'infanzia felice a causa di suo padre, non veniva mai considerato in famiglia, suo fratello, anche se più piccolo, era il preferito del padre.
Sua madre morì poco prima del suo 14esimo compleanno, ebbe un incidente con la macchina ed i soccorsi non fecero in tempo e di conseguenza morì a causa di una commozione celebrale .
Non ne parla mai con nessuno di questa cosa ed io lo scoprii qualche mese dopo il nostro fidanzamento, lui bevve un po' troppo durante la festa del suo compleanno e la sera scoppiò a piangere raccontandomi del suo passato, solo... lui non sa che io so tutto.
È quasi mezzogiorno e Jimin ancora non arriva e inizio a preoccuparmi allora mi misi un paio di scarpe, presi le chiavi della macchina e andai verso il museo d'arte; lo chiamai più volte al telefono ma non ricevetti nessuna risposta.
Scesi dalla macchina e lo vidi lì sulle scalinate del museo di fronte ad un uomo, mi sembrò il suo psicologo, ma poi vidi l'uomo avvicinarsi troppo al mio Jimin e decisi di avvicinarmi per evitare che succedesse qualcosa di strano, ma l'autobus mi passò davanti e non feci in tempo ad attraversare, quando l'autobus partì  Jimin non c'era più, l'unica cosa ovvia era il fatto che si erano baciati glielo si leggeva in faccia a quello stronzo; non so chi è stato il primo, ma rimane il fatto che Jimin si è lasciato baciare da uno sconosciuto e questo sarà difficile da accettare.
Salii in macchina ed andai a casa di Lara avevo bisogno di parlare con qualcuno e lei era la persona più vicina a me in questo momento;
bussai più volte alla porta, ma nessuno rispose ed attesi qualche minuto,ma niente, forse non era in casa o forse aveva compagnia e non voleva essere disturbata, mi girai e mentre andavo verso la macchina sentii la sua voce stridula che mi chiama ( odio quando fa la gallina per strada )
"KOOKIE!! JUNGKOOK"
Quando la vidi ero indeciso se fermarmi e parlare con lei di ciò che era appena successo oppure andarmene per i fatti miei.
"JEON JUNGKOOK! Ti sto chiamando..!"
Mi girai verso di lei e la salutai come se non l'avessi vista.
"Vuoi entrare e parlare un po'?"
Ehm.. ottimo adesso non posso non accettare;
"ALLORA CHE mi racconti di nuovo ?!"
Beh.. cosa gli posso dire di nuovo?

"Nulla di nuovo"
"Tesoro... ormai ti conosco molto bene e tu non fai visita alle persone per un 'niente di nuovo' "
Mi dispiaceva dirlo ma aveva proprio ragione, lei mi conosce troppo bene e di certo è l'ultima persona a cui posso mentire;
" beh.. in realtà... qualcosa è successo" mi fissò per qualche secondo per poi prendere le chiavi della macchina, la giacca e mi tirarmi per il polso, non mi opposi perché avevo capito le sue intenzioni, voleva solo farmi sfogare un po' ed io ero più che al sicuro con lei.
"Coffe bar ?!"
Mi voleva solo portare ad uno stupido bar di strada per vecchi che non sanno come passare il tempo ?!!
"So quello che stai pensando kookie, ma vedi... Non ti puoi soffermare sull'aspetto esteriore"
"Non trarre conclusioni affrettate."
Con ' non trarre conclusioni affrettate ' ero più che sicuro del fatto che non si stesse riferendo al bar, forse aveva già capito la situazione o forse cercava solo di farmi ragionare.
"So che è successo qualcosa di terribile, non ti obbligo a dirmelo; voglio solo assicurarmi che tu faccia la scelta giusta"
"Cosa intendi per 'la scelta giusta' ?!"
" tu entra, lo capirai da solo "
Quando entrammo nel locale vidi che in realtà non era uno stupido bar per vecchi decrepiti, ma uno street club in incognito e non uno qualsiasi, era un locale gay e solo quando vidi dentro capii il significato delle parole di Lara.

{A CASA}

Non sapevo come comportarmi, non volevo litigare e mandare tutto in frantumi.
Ma ero furioso e la mia reazione fu troppo aggressiva nei confronti di Jimin, lo capii quando iniziò a versare lacrime di dispiacere e rimorso per l'azione da lui compiuta.
"JIMIN"
"dimmi.."
Era troppo per lui, le mie urla, la sua consapevolezza dell'errore commesso, la confusione in testa ed era troppo anche per me.
"Non parlarmi più"
Con queste parole chiusi il discorso e me ne andai in camera, non sono un ragazzo che attacca rogna con gli altri né tanto meno mi metto a frignare come un bambino. Odio essere sensibile. Ma questa volta non posso farne a meno.
Rimasi chiuso in camera fino al giorno seguente, da parte di Jimin non sentii nessuna parola infatti ero preoccupato e volevo almeno sapere se avesse mangiato qualcosa o se avesse dormito quella notte, ma allo stesso tempo non potevo guardarlo in faccia senza sentire un dolore lancinante al petto, poi mi accorsi che vicino alla porta si trovava un foglietto di carta con su scritto:

°SCUSA.
SO di aver sbagliato, so di essere un errore e so di essere la causa di ogni litigio. Io non merito tutto questo amore da parte tua, tu non meriti una vita con una persona tanto terribile come ME.
Non so come tu abbia fatto a scoprire ciò che é successo questa mattina, so solo che mi sono pentito dell'azione e adesso cercherò di rimediare al mio errore.
TI AMO, TI AMO TROPPO PER VEDERTI SOFFRIRE COSÌ.°

Fissai il vuoto per qualche secondo poi posai nuovamente gli occhi sul foglio bagnato dalle sue lacrime e dalle mie, poi realizzai e corsi fuori dalla stanza. Lui non c'era, forse lo avevo perso per sempre.

Remember Me <jikook> |[completata]| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora