Era strano.
Stavo indubbiamente dormendo, ma sentivo uno strano calore percorrere tutta la mia schiena. Era rassicurante, ritmico; assolutamente nuovo per me. Non era semplicemente il caldo delle lenzuola o di un peluche dimenticato. Era umano, dannatamente umano.
Un po' titubante aprii gli occhi, trovandomi completamente circondata da mura estranee. Non era nella mia camera, non ero nel mio letto, e la cosa più preoccupante era che non ero sola.
Abbassai lo sguardo cogliendo con imbarazzo e profonda tenerezza, un braccio cingermi la vita. Un braccio lungo, leggermente muscoloso e molto caldo.
Era Joe. Quella verità così palese e dimostrata, era decisamente troppo anche per me.
Joe che mi stringeva dolcemente mentre dormivamo entrambi nel suo letto.
Era così normale, così bello.
Potevamo sembrare una coppia, eppure non lo eravamo. Ecco cosa mi faceva rattristare.
Il pensiero di essere ancora così lontani, non mi faceva godere a pieno quel momento così romantico e dolce.
Mi voltai lentamente ritrovandomi così completamente incastrata in un abbraccio involontario. Mi persi nella lunga e minuziosa contemplazione del suo viso. L'espressione così stranamente docile, il sorriso accennato e il respiro che mi accarezzava la pelle : mi stavano illudendo di essere solamente la solitaria protagonista di un sogno meraviglioso."Sei sveglia?" Sobbalzai quando quelle parole furono seguite dal suo sguardo ancora assonnato.
"Sì. Non sono ancora riuscita ad imparare l'abile arte di dormire ad occhi aperti." Ero allegra e quella battuta ne era la prova.
"Mmh, come siamo simpatiche di mattina... Miss Stevenson, lo sa che ha appena passato la notte nel letto di un uomo?" Le sue iridi mi incastrarono in uno sguardo malizioso e furbo, ma io non riuscivo a rimanere seria quando sentivo l'allegria travolgere ogni fibra del mio corpo.
"Pensi che sia la prima volta per me?"
"Bella domanda, ma per lo meno io posso aggiungere a mia discolpa, di non essere un uomo qualsiasi." Sorrideva divertito da quello strano gioco di frecciatine che non mi appartenevano. Forse un'altra mia convinzione stava precipitando inesorabilmente, o forse ero io che stavo man mano assorbendo, a piccole dosi, lo spirito estroso di Joe.
"Cosa vorresti insinuare con una simile affermazione?"
"Magari un giorno te lo mostrerò." Mi pizzicò il fianco facendomi saltare e ridere allo stesso tempo.
"Soffri il solletico?" Annuii flebilmente con il capo, allontanandomi lentamente verso il bordo del letto. Quel sorriso che spuntò sul suo viso, era bello, ma allo stesso tempo pericoloso. Molto pericoloso.
"Mia cara Hanna, non ti allontanare.." Mi prese per le braccia e mi avvicinò a sé. Il solletico mi faceva impazzire e ridere a dismisura. Lui mi guardava, si prendeva gioco di me, e con le sue grandi mani percorreva la mia pancia lentamente, facendomi pian piano perdere la poca razionalità che mi aveva sempre contraddistinta. Ed ecco che un'altra convinzione cadeva come un castello di carte sfiorato da una leggera brezza estiva. E io sorridevo, con lo sguardo luccicante e con il viso di Joe troppo vicino al mio.
"Non immaginavo che sarebbe arrivato il momento di dirlo, però... Insomma, per non aver fatto sesso la scorsa notte, è stato un risveglio piacevole."
Le risate si dispersero nell'aria dopo quelle parole dette con fin troppa leggerezza.
" ' fanculo." Mi alzai troppo sconvolta per continuare quel gioco fatto di coccole e sorrisi. E io che mi stavo illudendo di imparare a conoscerlo e ad amarlo con il tempo. Che stronzata.
"Hanna?" Mi ritrovai di nuovo su quel letto con le gambe a penzoloni e il corpo seduto di fianco a Joe. Lo vidi agitarsi e mettersi in ginocchio, schioccandosi poi le dita come per prepararsi a una rissa tra ragazzacci.
"Non posso dirti niente, che incominci a fare subito la fidanzata sclerotica. Non ho rimpianti per la scorsa notte e non ho detto che mi aspettavo di farlo. Dai Hanna, perché finisce sempre così? Io non ho voglia di giustificarmi ancora."
Mi allontanai fino al bordo del letto, regalandogli uno sguardo gelido e profondo.
"Infatti non ti ho chiesto niente. Anzi, me ne sto proprio andando."
Joe sbuffò, avvicinandomi poi a sé.
"Testona che non sei altro, non volevo offenderti. Forse sono stato troppo diretto?"
Vederlo con quello sguardo quasi disperato, mi fece sorridere involontariamente.
"No, Joe. Non mi sono offesa perché voglio fare la fidanzata sclerotica o altro. Solo che un bel risveglio non è dovuto al fatto di fare sesso o meno, ma con chi hai passato la notte accanto. E poi mi spiace non aver risvegliato i tuoi istinti da uomo predatore con il mio sex appeal da pomodoro."
Stavo straparlando a pochi centimetri da lui. Lo sapevo, me ne rendevo contro, eppure le parole scorrevano con forza e tenacia per paura di sentire la sua risposta.
"Non credere che io non sia a conoscenza di essere poco carina e..."
Joe mi sorrise e mi trascinò gentilmente sopra di lui. Mi baciò dolcemente e con il sorriso sulle labbra. Non riuscivo a chiudere gli occhi, ero stregata da quel sorriso e da quelle labbra che mi stravolgevano ad ogni minimo contatto.
"Non sono venuto a letto con te in quel senso, perché sarebbe stato un semplice piacere carnale e non sentito davvero."
Lo guardai sbigottita incendiandomi come non mai. "Da quando ti precludi il piacere carnale? Non mi sembra che con Lorelai e le altre ti sei fatto dei problemi. Non sono una bambina, Joe."
"Ah no?! Come cazzo fai a mettere a confronto il rapporto che ho con te rispetto a quello che ho con le altre? Ci senti o devo ripeterlo ancora? Con te non voglio che sia un semplice piacere carnale. Non voglio solo sesso, capito o no?"
Accalorato e rosso in viso, Joe girò il volto verso la porta.
Beh, con le frasi ad effetto era un maestro, nulla da aggiungere al riguardo.
"Cosa ti ha fatto cambiare idea? Cosa mi rende diversa dalle altre?" Lo dissi forse più a me stessa che a lui, guardandomi così le mani che stringevo con forza e rassegnazione per paura del suo sguardo.
"Hanna.."
Una mano mi prese il mento e mi fece alzar il viso verso il suo. Eravamo così vicini da poter vedere il riflesso dei nostri volti negli occhi di entrambi.
"Sei stata tu a farmi cambiare idea. Cavolo non sto andando a letto con nessuna da quando ti ho incontrata e io non sono esattamente un santo. Hai parlato di Lorelai...Cosa ti rende diversa da lei e dalle altre? Forse perché tu vuoi conoscermi davvero e non vuoi semplice sesso. E cosa me ne faccio io di una ragazza che mi chiama solo per quello? Ovvio, non la prendo in considerazione per un qualcosa di serio. Invece tu.. Tu mi hai reso il protagonista dei tuoi racconti, dei tuoi sogni e delle tua fantasie. Come posso trattarti come tutte le altre, se tu per prima mi tratti come se fossi l'uomo migliore del mondo?"
Era rosso in viso e continuava a toccarsi i capelli per fare qualcosa. Io non era da meno mi straziavo le mani in prese fortissime e quasi mortali.
"Io.."
"E poi non sei brutta come dici."
Mi indirizzò un occhiata gelida e io scoppiai a ridere per l'assurdità della situazione. Se fossi stata più lucida e meno emozionata, mi sarei accorta che non ero l'unica agitata ed insicura in quella piccola e disordinata stanza.
"Te l'ho già detto che mi farai diventare pazzo?"
Lo guardai imbarazzata. "Sì e se diventi così adorabile da pazzo, penso che potrei farci tranquillamente l'abitudine."
La sincerità delle mie parole stupì entrambi. Ci guardammo per un'infinita di secondi a bocca aperta e cercando di non dare troppo peso a quella frase così tremendamente problematica.
Dovevo rimediare e dire qualcosa per alleviare la tensione che si stava nascendo tra di noi, prima che fosse troppo tardi. "Allora pensi che io sia bella... " Lo canzonai sorridendo e lui sembrò riacquistare la sua solita verve.
"No, aspetta un attimo! Sei sempre la solita sognatrice che ingigantisce tutto."
Mi ammonì con lo sguardo mentre la porta della camera venne aperta velocemente e fui letteralmente investita da un uragano.
"Ma.."
"Han! Finalmente vi siete svegliati!"
Ecco l'uragano Cat che mi era praticamente piombata tra le braccia tutta sorridente ed eccitata.
"Cat, ma che diavolo ci fai qui?"
La rossa mi riservò uno sguardo preoccupato mentre mi accarezzava le braccia con gentilezza. "Honey, non sei tornata a dormire e mi sono preoccupata. Sono corsa qui stamattina, perché ci eravamo messe d'accordo che saresti stata da Joe per la serata... Potevi dirlo che saresti rimasta qui tutta la notte." Mi strizzò un occhio velocemente mentre l'imbarazzo si stava impadronendo delle mie facoltà mentali.
"Non ti hanno insegnato a bussare prima di entrare in una stanza? E se per caso eravamo intenti ad amoreggiare?" Joe disse quelle parole sorridendo e provocando la ragazza di fronte a me. Cat, di tutta risposta, alzò un sopracciglio indirizzandogli un'occhiata di fuoco.
"Senti belloccio, non fare il gradasso con me. Non credere di dirmi cosa devo fare. Se vuoi frequentare la mia Hanna, prima devi avere la mia fiducia. Ci siamo capiti?"
Più che la mia migliore amica, sembrava mia madre.
"Hanna e Joe, volete la colazione?" Daniel spuntò dalla porta con un canovaccio in mano ed un sorriso dolce.
Joe, leggermente indispettito dal comportamento della rossa, rispose al cugino con troppa acidità.
" Danny boy, bella ragazza che ti sei scelto. Grazie per la colazione, ora arriviamo."
Si alzò dal letto stiracchiandosi e guardandomi con allegria. Si vedeva che nonostante fingesse di essere scocciato per tutta quella confusione e per l'intrusione di Cat, era in realtà felice e spensierato. Sembravamo un gruppetto di amici d'infanzia che si canzonava di prima mattina, giusto per infastidirsi un po'.
Mi alzai così anche io, uscendo per ultima dalla stanza. Cat mi diede una gomitata prima che mi chiudessi la porta alle spalle.
"Nonostante faccia il duro, non è male. Sembrate proprio due piccioncini, sai?"
Sorrisi, ma la pregai di tacere. Non potevo rovinare quel momento così perfetto, cominciando a viaggiare con la fantasia. Stavo iniziando a capire quanto Joe amasse la realtà con le sue piccole cose e non i grandi ghirigori sfarzosi del mondo fantastico.
Presi così posto vicino a lui, sedendomi sull'unica sedia libera della cucina. Era stato semplicemente il fato ad assegnarmi quel posto? O era stato Joe a tenerlo occupato per me? In quel momento, sperai con tutto il cuore, che non fosse stato solo l'aiuto del destino goliardo.
"Certo che mio cugino è un figo. Va che brioches meravigliose sa fare!"
Joe divorava tutto quello che si trovava a portata delle sue mani. Era poco educato e sbriciolava ovunque. Mi ritrovai a ridere solo fissandolo, ma lui mi sorrise di rimando senza prendermi in giro.
"Jos, lo sai che in famiglia sono io quello dotato di più qualità e talenti." Daniel sorseggiava il suo caffè con calma e finta serietà. Si stavano punzecchiando come fratelli e l'atmosfera familiare sembrava ancora più evidente di poco prima.
"A letto però, sono più bravo io." Affermò serio e perentorio il moro.
"Peccato che ieri sera hai fatto cilecca." Il gioco di sguardi e frecciatine era iniziato.
"Non c'eri per saperlo davvero." (1-0)
"Se eri davvero così occupato, non avresti fatto caso alla mia assenza" (1-1)
"Ragazzi non vorrei interrompervi, ma a me e Hanna non ce ne frega molto."
Amerò per sempre Cat e il suo tempismo perfetto, solo lei sapeva dire la cosa sbagliata al momento giusto.
"Scusaci, Catherine. Stare troppo tempo accanto a mio cugino, comporta un grosso calo d'intelligenza." E fu così che Daniel mise fine al gioco di battute, ma Joe continuò imperterrito a punzecchiarlo durante tutta la colazione, come un bambino dispettoso. Finito l'allegro rifocillamento, io e Cat decidemmo di lavare i piatti per permettere ai ragazzi di cambiarsi. Ovviamente era una scusa per poter parlare liberamente della notte precedente, senza orecchie indiscrete ad ascoltare le nostre confidenze.
"Come ci sei finita nel suo letto?" Quella ragazza doveva imparare a parlare seguendo un filo logico e ad usare almeno i soggetti. Fortunatamente la conoscevo da una vita e la capivo nonostante tutto.
"Non ci sono finita, diciamo che mi sono addormentata mentre guardavamo la televisione."
"Nient'altro? Tu mi stai dicendo che avete semplicemente dormito insieme? Non ci credo, il tuo sguardo è diverso. Cavolo, Han! Brilli come una stella!"
Cat non poteva capire la mia felicità. Lei era abituata ad approcci diretti e molto fisici; dormire con un uomo era praticamente la prassi. Ma non per me. Non io, Hanna Stevenson, incapace da sempre ad intraprendere nuove relazioni con l'altro sesso. Un risveglio come quello di solo un'ora prima, era un qualcosa di nuovo, profondo e importante per me. Era qualcosa di intimo.
"Quando mi sono svegliata era pervasa da una sensazione strana. Sentivo calore e sicurezza. Mi sentivo capita ed accettata come non lo sono mai stata in vita mia. E' normale, Cat? E' normale che solo a sentire il suo calore, io mi senta così felice?" Osservavo il lavabo da minuti ormai. La mia mente sfiorava con nostalgia i ricordi della notte precedente, del tema, delle piccole rivelazioni.. Tante cose mi facevano sentire più confusa. Cat mi strinse con affetto una mano.
"Tesoro mio, sei cotta. A puntino, aggiungerei. Ma il problema principale è un altro.. Dobbiamo capire cosa prova lui. Ad esempio.." La vidi voltarsi lentamente verso di me con uno sguardo cauto e quasi preoccupato. "Quando ti sei svegliata stamattina, lui era vicino o lontano da te? Eravate in qualche modo in contatto?" E io che mi stavo anche preoccupando seriamente, avrei dovuto aspettarmi un'uscita delle sue.
"Era vicino e con un braccio che mi circondava la vita." Cat sospirò sonoramente, sorridendo poi tranquilla. "Perfetto. Allora sei sulla strada giusta, baby!" Ma prima di poterle rispondere con qualche insulto, una voce sopraggiunse alle nostre spalle parlando al mio posto.
"Sulla strada per dove?"
Joe si avvicinò posando il mento sulla mia spalla. Sorrideva, anche se non potevo osservarlo apertamente, con la coda dell'occhio vedevo i suoi denti bianchissimi distesi come non mai.
"Per andare a lavoro. Devo evitare di arrivare in ritardo come al solito e ho scoperto una scorciatoia." Non ero mai stata un'abile bugiarda, ma in quelle settimane stavo riscoprendo me stessa, giorno dopo giorno. E' proprio vero : l'amore cambia. Volente o nolente, stare vicino a Joe mi stava facendo diventare una persona diversa. Migliore o peggiore? Questo era ancora un enorme punto interrogativo.
"Davvero? Io devo passare in centro prima di andare a lavorare. Vuoi un passaggio?"
I miei occhi parlarono da soli evidentemente, perché vidi Joe scoppiare in una risata cristallina e Cat portarsi una mano in fronte con fare rassegnato. Ma cosa volevano da me? Che colpa ne avevo io, se ero una persona incapace a nascondere la felicità?
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Inked Love - Amore d'inchiostro
ChickLit[COMPLETA] Il mio era un amore profondamente devoto all'inchiostro e alla carta. Non riuscivo ad amare le persone. Mi esprimevo scrivendo, ridevo disegnando e amavo con l'ausilio delle poesie. Stupidamente un giorno mi dichiarai al classico "stronz...