Leila rimase immobile, con la maschera tra le mani, mentre fissava quegli individui. Erano 3 ragazzi e dalla corporatura sembravano abbastanza giovani.
Il ragazzo sulla destra aveva una larga felpa che forse un tempo era di un giallo brillante, ma adesso sembrava solo sporca. Il cappuccio della felpa era calato sul volto che era ricoperto da un passamontagna nero con dipinto uno smile triste rosso.
Quello al centro era vestito con una giacca pesante tendente al marroncino, i capelli scuri sembravamo ben ordinati e in faccia aveva una maschera con dei tratti femminili. Quello a sinistra invece era leggermente più basso, sembrava anche più magro. Indossava una felpa scura e in testa aveva dei grandi occhiali che gli coprivano gli occhi.
La ragazza rimase ad osservarli per qualche secondo finché il ragazzo in centro iniziò a camminare verso di lei.
La ragazza si irrigidì leggermente, ma il ragazzo la oltrepassò senza dire niente. Stessa cosa fecero gli altri due. Il ragazzo con gli occhiali si girò e le fece segno con la testa di seguirla.Non posso fidarmi di questi individui... Ma se l'Operatore li ha portati vuol dire che hanno un tipo di missione... Forse posso scoprire qualcosa su di lui.
Leila strinse per qualche secondo la maschera tra le mani per poi riporla delicatamente sul suo viso.
Ancora una volta la maschera calzava perfettamente e una volta infilata ella era sicura che non sarebbe più caduta.
La ragazza accelerò il passo fino a raggiungere gli altri individui.Camminarono per un po' in totale silenzio. L'unico rumore che si sentiva era quello dei passi della ragazza che producevano rumore a contatto con le foglie secche.
I loro passi a differenza dei miei sono così silenziosi...
A dar luce ai suoi pensieri fu la voce del ragazzo che guidava la fila
"Se continui a camminare in quel modo così rumoroso finirai per far capire anche ai morti che siamo qui..."
La ragazza strinse i pugni dal fastidio... Il tono in cui lo aveva detto sembrava completamente vuoto, come se non avesse un anima propria.Ma dove stiamo andando? È da almeno un ora che camminiamo... Questo bosco è infinito...
Man mano che procedevano, anche i passi della ragazza divennero sempre più silenziosi.
Alla fine il gruppo si fermò davanti a una vecchia casa abbandonata di legno. Era molto malmessa, il legno scuro era marcio in più parti e quasi metà della casa era coperta di muschio.
Entrarono.
L'interno non era certo migliore.
Il pavimento era distrutto in più parti e il tetto aveva dei buchi qua e là.
L'unica cosa che c'era al suo interno era un vecchio materasso e un tavolo.
I tre ragazzi la sorpassarono e ognuno iniziò a farsi i cavoli suoi.
Quello con la maschera si mise vicino alla parete, appoggiandosi ad essa e rivolgendo il suo sguardo all'esterno.
Quello con il cappuccio si mise sul tavolo.
E quello con gli occhiali si mise sul bordo del materasso.
Suppongo che ora dobbiamo aspettare.
La ragazza si avvicinò lentamente al materasso e si sedette su di esso cercando di non dare troppo fastidio.Passarono diversi minuti nel totale silenzio. Nessuno aveva cambiato posizione.
Il silenzio venne interrotto dalla voce del ragazzo accanto a Leila.
"Mi chiamo Ticci Toby, ma puoi chiamarmi Toby..." disse con una voce abbastanza cupa. Il suo sguardo non esprimeva alcun tipo di emozione, ma era in attesa di una risposta.
"Io sono..." Dopo aver pronunciato queste parole la ragazza esitò. Era consapevole del fatto che ormai la sua vecchia vita era andata per sempre...di conseguenza non poteva più usare Leila come nome.
"...Mermaid" disse semplicemente.Il ragazzo si tolse la maschera e la fissò per qualche secondo nei quali si poterono intravedere diversi tick alla spalla e alla testa. Poi fece un cenno con la testa verso il ragazzo incappucciato.
"Lui è Hoodie, e quello laggiù è Masky" la mora si soffermò su Masky, sembrava che il suo respiro fosse diventato più affannato. In poco tempo iniziò a tossire violentemente fino a inginocchiarsi.
Si alzò di scatto, ma Toby la prese per il polso. Ella si girò verso di lui come per chiederli cosa dovevano fare, ma egli scosse la testa, mantendo l'espressione fredda e cupa.
Il ragazzo tossì ancora un paio di volte e poi si calmò.
"...cazzo..." mugugnò. Lentamente egli si alzò reggendosi al muro e tirò fuori dalla tasca un paio di pillole.
"Tim diventa difficile da controllare eh?" a parlare, una voce estranea alla ragazza. Quella di Hoodie.
"Se continuo così, finirò tutte le pillole e chissà quanto ci metterò a tornare..." rispose l'altro mentre ancora si riprendeva.
La ragazza era abbastanza confusa...Tim? Pillole? Tempo? Ma di che stanno parlando?Non capiva, ma ora la priorità era un'altra. Capire che cosa diamine erano venuti a fare lì. Non era intenzionata a passare l'eternità seduta ad aspettare...qualcosa.
<<Cosa facciamo?>> Decise quindi di domandare, mantendo un tono più distaccato possibile.
<<Attendiamo ordini dall'Operatore>> ancora una volta era stato Toby a rispondere, e ciò fece voltare gli altri due.<<No no. Voi, aspettate ordini. Io non seguo le indicazioni di quello lì>> mormorò Masky, tornando a guardare fuori dalla finestra.
<<Se non seguissi le sue indicazioni non saresti qui>> rispose freddamente Toby, prendendo a osservare distrattamente le lame delle sue asce
<<Ciò che faccio non è affar tuo Rogers. Non parlare se non sai nulla>> rispose a sua volta il castano, voltandosi appena per guardare il minore.Leila, non stava effettivamente capendo che cosa stesse succedendo. Toby e Masky non sembravano andare d'accordo, e quest'ultimo non sembrava essere collaborativo con colui che l'aveva salvata. Eppure era qui ad attendere ordini...
Voltò la testa verso Hoodie, cercando di capire se almeno lui avesse qualcosa da dire. Ma non pronunciò neanche una parola, quasi come se non gli interessasse di nulla.Decise di non chiedere più nulla, onde evitare di creare situazioni spiacevoli in quella situazione tesa.
L'unica cosa che avrebbe potuto fare era attendere... E in quel silenzio era difficile non far vagare la mente.
Tutto ciò che era successo...era accaduto così rapidamente. L'operatore, la morte di sua madre, il suo arresto...la fuga da quel carcere e lo sguardo di quello strano individuo mascherato.
Se ci pensava...le venivano i brividi. Quegli occhi così scuri e vuoti, sembravano inghiottirti.
Spostò lo sguardo sulle sue stesse mani, chiudendole lentamente.
[I]Inoltre...ho ucciso una personaIl flusso di pensieri venne interrotto da un rumore sordo e continuo, simile a un interferenza. Essa si proiettò direttamente nella mente della ragazza, facendole storcere le labbra da sotto la maschera e stringere gli occhi a causa del terribile dolore.
Il volto di una persona prese a materializzarsi nella sua mente. Una giovane donna, dai capelli lunghi e biondi e gli occhi scuri... probabilmente avrà avuto una quarantina d'anni a giudicare dalle rughe...in più, sembrava una cocainomane.A interferenza conclusa la castana sollevò lentamente lo sguardo da terra, cercando di riprendersi dal giramento di testa.
Vide Toby alzarsi in piedi, e senza dire nulla uscì dalla casa, facendo un cenno alla castana.Dopo qualche minuto anche Leila si sollevò in piedi.
Seppur l'Operatore non avesse parlato, le era risultato chiaro che avrebbe dovuto uccidere quella donna.
Ora le toccava trovarla...e capire come ucciderla.•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Yo minna.
Piccolo spazio spiegazione.
In anzitutto grazie a chi mi chiede di continuare, lo apprezzo molto. Il motivo per cui non vado avanti con questa storia è perché è passato molto tempo dall'ultima volta che ho aggiornato e ho perso l'idea della trama generale.
Cercherò comunque di continuare la storia, cercando di adattare le mie idee attuali con quelle passate.
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Eyeless Jack «•Hell•»
Losowe«Affronteremo insieme questo inferno» «...insieme...» Leila è una ragazza che da anni ormai ha allucinazioni su uno strano uomo dal volto bianco e privo di lineamenti, che veste uno smoking. Gli psicologi le hanno detto che soffre di schizzofrenia...